"AMICIZIE PROFANE": PSICODRAMMA PER HAROLD BRODKEY E FERNANDA PIVANO - 1992
Tre psicodrammi per Harold Brodkey con Fernanda Pivano
la Kasbah di Trastevere e il Teatro Ateneo di Venezia
Presentato a Venezia il 20 gennaio 1993 "Amicizie profane" di Harold Bordkey, edito dal consorzio Venezia Nuova. Sono intervenuti Guido Almansi, Achille Bonito Oliva, Pasquale Chessa, Fernanda Pivano, Ottavio Rosati, Delfina Vezzoli e l'autore.
Harold Bordkey è nato nel 1930 a Staunton, Illinois, e si è laureato ad Harvard. Vive a New York. Ha pubblicato "Primo amore ed altri affanni" (First Love and other Sorrows, 1958), uscito in Italia presso Serra e Riva nel 1988, "Women and angels" (1985) e "Storie in un modo quasi classico (Stories in an Almost Classical Mode, 1988), edito da Mondadori in due parti: la prima nel 1991, la seconda nel 1992. Nel 1991 ha pubblicato il romanzo "The Runaway Soul". Dal 1953 collabora con il New Yorker. "Amicize Profane" è il quarto titolo della collana di testi letterari commissionati dal Consorzio Venezia Nuova a grandi personalità della cultura e a scrittori. Con questa iniziativa annuale il consorzio Venezia Nuova ripropone la dimensione culturale del problema Venezia. I titoli precedenti della collana sono stati: nel 1989 "Fondamenta degli Incurabili" di Josef Brodskij, nel 1990 "L'Arcipelago di San Marco", di Andre' Chestel, nel 1991 "Parsifal a Venezia", di Giuseppe Sinopoli.
articolo di F.P. sul Corriere della Sera (23 Marzo 1989)
presentazione del libro di Elsa de Marchi (1992)
articolo di F.P. sul Corriere della Sera (05 Maggio 1992)
articolo di F.P. sul Corriere della Sera (19 gennaio 1993)
articolo di Marco Neirotti su "La Stampa" (16 Giugno 1993)
articolo di F.P. sul Corriere della Sera (27 Gennaio 1996)
articolo di F. P. sul Corriere della Sera (7 Febbraio 1999)
LA STAMPA, 16 giugno 1993
Marco Neirotti: "Lo scrittore alla Pivano - Brodkey: l'Aids mi ha tradito" (clicca qui)
Dalle lettere a un'amica: «Sono malato, ero malato, sarò malato». E poi, quasi a difendersi, o addirittura a scusarsi: «E' stata una grande sorpresa per me. E' da più di vent'anni che non ho fatto niente di sessuale connesso con l'Aids. Le indagini più accurate dicono che il 4 per cento dei casi di Aids sono anomali». Infine, ammissione e sfida: «Ora sono malato. Pare che abbia l'Aids. Il dottore dice che in effetti sono quasi morto, ma che per un po' non morirò ancora». Lettere a un'amica. L'amica è Fernanda Pivano, scrittrice, traduttrice, fra i più grandi testimoni italiani della letteratura americana. Lui è Harold Brodkey, 62 anni, scrittore che stupì la critica con i racconti di Primo amore e altri affanni nel '57, e che nell'88 pubblicò Storie in modo quasi classico, poco meno di 600 pagine divise in due volumi. Fernanda Pivano ha tenuto segrete quelle lettere. E soltanto ieri, quando Brodkey ha raccontante il suo male sulle pagine del New Yorker, ha deciso di rivelarle sul Corriere della Sera: «Non ero autorizzata a parlare di questa tragedia sabato scorso, mentre la giuria del premio Mondello discuteva se assegnargli il premio». Ma lui ha scelto la via della dichiarazione pubblica su un giornale, ha rotto il silenzio. Ha detto lo scrittore americano, tra lo stupefatto e l'ingenuo: «Cuocevo in un mare profumato di febbre profumata dal sesso di donne dell'alta società, nonostante stessi entrando in quella che pare la mia ultima malattia, e in più Harold Brodkey una malattia omosessuale».
Brodkey stupito, come scordandosi di tutto quel che si conosce sul virus dell'Aids, sulla sua trasmissione non legata soltanto ad alcune abitudini sessuali. Come pronto ad arretrare di fronte alla propria storia. Fernanda Pivano cita i viaggi italiani di Brodkey e le sue lunghe conversazioni con lo psicoanalista Ottavio Rosati a Roma.
E Rosati, amico di Brodkey, racconta: «Molto di questo rapporto con l'omosessualità si trova in un romanzo che lui scrisse per il "Consorzio Nuova Venezia", Amicizie profane, finora fuori commercio. Sono più di 400 pagine, il racconto di due amici. Nino e Onni, guarda caso un anagramma, due volti di una stessa personalità. Onni, l'italiano, è un attore divo delle scene, figlio d'una madre che lo prostituiva ai nazisti, votato al divismo. Nino è lo scrittore che crede nella ricerca interiore, nella sensualità riportata allo scavo in noi stessi».
E Brodkey dove sta? Risponde Rosati: «Quello che ha scritto in Amicizie profane spiega una cosa: che gli dà fastidio, nell'omosessualità, il rischio della fusione, della perdita di personalità. Brodkey tiene insieme gli opposti». E confessa l'Aids quasi arretrando di fronte al fatto che sia un male che riguarda anche gli omosessuali: «Appunto, lui vive tenendo insieme gli opposti. Una cosa è certa: qualunque cosa scriverà sarà un modo di sopravvivere e sarà un modo di sopravvivere attraverso la scrittura».
Marco Neirotti