VIOLENZA - una pagina di Fernanda Pivano in GRANDI FESTE
Certo va bene c’è anche la violenza
sulla mente e sull’anima con le armi della parola,
la stampa la chiama la chiesa la scuola la dannata TV,
le grandi nemiche dell’incompreso Bill Burroghs.
Ma credetemi trovarmi, trovarsi picchiata o insidiata in prigione
trovarsi un coltello alla gola da qualche ladro
trovarsi una rivoltella alla tempia senza sapere perché
trovarsi torturati da un paranoico ubbidiente a ordini idioti
trovarsi imbavagliati e legati sotto si pugni di un imbecille
che vuol farci “cantare”, tradire gli amici
che hanno sognato con noi pulizia e libertà:
voglio dire le violenze sul sogno
non è più né meno schifosa dell’altra:
né l’una né l’altra può abbandonare uomini o donne.
È questo il sogno che ha abbracciato gli anarchici
quelli antichi nel cuore di Fabrizio de André
quelli antichi nel cuore di Judith e Julian
quelli antichi nel cuore di certi sconosciuti
quelli antichi han sfilato gridando “La guerra è finita”
come Hemingway ha gridato a suo tempo
“ho fatto la pace” ed era soltanto per lui, “separata”.
Ci sono quelli da allora, che la pace la fanno soltanto per sé
e sognano gente capace di far come loro:
si sa questa gente non c’è, non si conosce
come i poeti e gli artisti nascosti in soffitte gelate
o bollenti d’estate, ma loro sono come quelle signore
che non hanno mai né caldo né freddo
come voleva Coco la grande maestra
di eleganza e di amore.
Oh dio dell’amore, non farmi mai piangere per rifiuti o abbandoni
difendici da queste violenze inventate dagli uomini
e trasformale sempre in baci e carezze.
nandapivano