RANCORE - una pagina di Fernanda Pivano in GRANDI FESTE
Non serve, proprio non serve, non serve a niente.
Caso mai serve solo a dormir male la notte
vincendo qualsiasi sonnifero e qualsiasi ricordo:
le belle cose da ricordare e quelle brutte da non pensare,
come dicono i saggi analisti ai pazienti, ma chissà se sono capaci di farlo per sé.
Si può passare una notte con gli occhi brucianti,
meno brucianti nel cuore, a pensare paure
per vendicarsi di questo e di quello,
a volte cose importanti, a volte sciocchezze banali
si fanno veri tormentando il cuscino
finché la misericordia divina fa perdere il senno.
Ma domani, si sa, è un altro giorno e la prima luce sa scacciare demoni e orchi,
a volte, di rado se scacciare il rancore
o almeno dimensionarlo per permettere
di vivere un giorno senza ossessione, finché ricomincia la notte
affollata di mostri che ridono, felici di vederci soffrire.
Allora perché lasciarsi sconfiggere dal mistero di questo potere.
Così sono mostri perversi irridenti alla nostra sconfitta!
Meglio ignorare la sfida e ottenere che il rancore cui lasci
accettando la nostra ancestrale sconfitta
e sperando, chissà, che qualcosa succeda
e chi ci ha offeso capisca e ci offra un sorriso.
Oh Dio dell’amore, tu che ignori passioni e rancori
accoglici tra i tuoi discepoli, insegnaci a amare,
insegnaci a non odiare, insegnaci per sempre a sperare
che il mondo sorrida per noi come tu sorridi per lui
Nandapivano
nandapivano