SOCIOPLAY A PORTE APERTE n.1: MERCURIO
Il genius loci del posto in cui diamo vita a un sociodramma è importante.
A tutti gli effetti lo spazio è un membro del gruppo ed è pure un elemento terapeutico se per terapia si intende dare avventura, gioia e sorpresa all'incontro. Per questo il conduttore non dovrebbe avere troppi riguardi per l'assetto uffciale del posto cui si muove:
gli studenti devono imparare che un guppo di psicodramma può spostare, togliere, aggiungere tutto quello che può evocare l'Anima di un luogo
senza farsi ntimire dal suo uso normale ed ufficiale.
Lavorare in un ex miniera di mercurio trasformata dagli architetti di Studio Azzurro in un tempio del dio Mercurio è un privilegio.
Stavolta non c'era molto da fare: lo spazio era già scenografato.
Luciana, Vanessa e io ci siamo trovati tra due estremi: i corridoi della miniera dove tanti minatori hanno trovato la morte lavorando al buio come schiavi
e le sale luminose con citazioni di quadri e statue del Dio più briccone di tutti.
L'archetipo del jocker, capace di doni e di furti,
di allacciare segreti e fare rivelazioni. Esoterico ed essoterico.
Ho sentito che era giusto alzarci in piedi e osservare un minuto di silenzio, in rispetto
dei minatori vissuti e morti ad Abbadia.
Poi samo saliti al piano di sopra e abbiamo messo in scena le storie che aprono e chiudono contemporaneamente
le porte tra l'Io e l'Inconscio. Come si fa realizzando un bricconaggio.
In quei giorni, in questo spazio grazie a Mercurio ma pure agli operai di Vulcano
ho messo a punto l'idea di tramutare una scacchiera in
un assemblage aperto.
Condotto da Ottavio Rosati
a cura di Luciana Santioli
per la serie Socioplay a Porte Aperte (2020-2022)
foto di Vanessa Rusci
realizzato da associazione Con-Tatto nell’ambito del progetto Per fare un albero
con il sostegno di Con i bambini e della