RELAZIONE SU "IL RISVEGLIO DELLA PRIMAVERA di S.Freud e la Società Psicoanalitica di Vienna
Frank Wedekind (1864-1819) chiamò la sua opera Risveglio della primavera, "eine Kindertragödie" (una tragedia di bambini), e si interessò meno degli individui che delle più o meno gravi tragedie dei giovani che scoprono la propria sessualità senza aver avuto alcuna spiegazione, senza guida, fraintesi e trattati con disprezzo da genitori e insegnanti.
L'intreccio dell'opera è semplice: lo scolaro Melchiore la quattordicenne Wendla trovano risposta alle loro domande in un fienile. Wendla resta incinta; sul letto di morte, dopo l'aborto, chiede alla madre perché non le ha detto nulla di tutte queste cose.
L'amico di Melchior, Moritz, si suicida per i brutti voti a scuola. Il padre disperato, rovistando nella sua stanza, trova un saggio osceno sul coito scritto con una strana calligrafia che si scopre essere quella di Melchior. Melchior viene espulso da scuola. Fuggendo dai suoi genitori che vogliono mandarlo in un riformatorio, egli giunge al cimitero. Mentre legge l'iscrizione sulla tomba di Wendla, vede improvvisamente Moritz salire dalla sua tomba e, la testa tra le braccia, venire verso di lui. Moritz tenta di attrarre l'amico vivente nel suo regno, ma in quel momento appare "il signore mascherato", ricaccia il fantasma nella sua tomba e prende con sé Melchior. La vita stessa è personificata nel "signore mascherato" al quale il poeta ha dedicato l'opera.
Relatore: REITLER.
Reitler inizia con una caratterizzazione dei tre personaggi principali: Moritz Stiefel, che resta fermo alla fase di sviluppo della sessualità infantile (autoerotismo), l'amico Melchior Gabor che si sviluppa oltre la sessualità infantile nella normale sessualità (rapporto sessuale con Wendla), e infine Wendla, che ha spiccate tendenza masochistiche. Subito nella prima scena Wendla manifesta la sua paura della sessualità che si risveglia (pensieri di morte e simili).
Reitler scorre poi l'opera, scena per scena, dando le proprie interpretazioni nei singoli punti. Ad esempio pone in rilievo come Wedekind metta in rapporto l'incipiente ateismo e la contemporanea perdita dell'autorità parentale con la conoscenza della vita sessuale dei genitori. Egli cita lo scrivere un diario come una forma di scarica psichica.
La storia della regina senza testa (Maria) e del re con due teste, una delle quali egli da alla regina, è interpretata da Reitler come rappresentazione simbolica della bisessualità.
Nella scena finale Reitler interpreta il fantasma di Moritz come rappresentante del desiderio di ritornare alla sessualità infantile, mentre il signore mascherato rappresenta la sessualità dell'adulto. Entrambe le figure sono solo proiezioni della lotta che si svolge nell'animo di Melchior.
Dal punto di vista della teoria sessuale non si può rimproverare a Wedekind alcun errore. Un'omissione si deve forse segnalare, e cioè che egli non ha sufficientemente sottolineato l'importanza delle zone erogene nella vita presessuale (per lo sviluppo successivo).
Per ciò che riguarda il tipo di creatività di Wedekind, Reitler fa riferimento al fatto, posto in rilievo dal professor Freud, che nella Gradiva di Jensen è descritta in termini clinici corretti l'insorgenza di una rappresentazione delirante. Informandosi presso Jensen, è risultato che la cosa gli è riuscita intuitivamente, senza conoscere il quadro clinico o addirittura i meccanismi delle rappresentazioni deliranti. Una tale disinformazione non si può supporre in Wedekind.
Discussione
FREUD definisce meritorio il libro di Wedekind; non è da valutare come grande opera d'arte, ma come documento di storia della civiltà è di valore duraturo. Bisogna presupporre in Wedekind una profonda conoscenza della sessualità; lo dimostra già la presenza del costante sostrato sessuale dei dialoghi manifesti. Ma presupporre un'intenzione cosciente nella creazione di tutto questo è altrettanto ingiustificato quanto nel caso di Jensen. Si può produrre la più bella azione sintomatica senza per questo conoscere il concetto o la natura dei sintomi. Freud cita un lapsus verbale nel Wallenstein (1) che Schiller certamente non avrebbe potuto spiegare. Dopo la conversazione tra Questenberg e Ottavio (e Max) Ottavio dice: "Venite! " E alla domanda di Questenberg: "Per dove? " egli risponde: "Da lei! ", ma si corregge immediatamente dicendo: "Dal duca! Andiamo! " Durante il discorso di Questenberg gli viene in mente infatti che il viaggio di Max con la principessa era stato organizzato per farlo innamorare di lei e incatenarlo al partito di Wallenstein. Per questo egli dice "da lei" quando vuole andare dal generale: da lei, perché sta pensando all'intrigo con la principessa. Questa motivazione del lapsus viene poi espressa anche nella scena tra padre e figlio.
Un tema che meriterebbe un'elaborazione a parte è quello delle teorie sessuali dei bambini: come cioè i bambini scoprono la sessualità normale. In tutti i loro malintesi si cela un nucleo di verità.
Per ciò che riguarda il sogno del ragazzo che vede salire sopra la cattedra le gambe in calzamaglia, è da notare che per il ragazzo la scuola è anche un mezzo per tenerlo lontano dalla sessualità: dietro il tiranno scolastico egli vede la donna.
I diari si possono definire sia come mezzi di rimozione che di espressione. Egli ha ora un paziente che in passato aveva tenuto zelantemente un diario. Adesso che i diari possono essere esaminati alla luce della psicoanalisi, si dimostra che l'essenziale, l'inconscio della preistoria, nei diari è sempre omesso.
Per l'ateismo la regola è sempre la coincidenza della fede in Dio, con la fede nel padre. Freud menziona una paziente che perdette insieme con la fiducia nel padre la sua fede in Dio.
Il maltrattamento dei bambini nel sacco gli ricorda la punizione consueta per la masturbazione.
E' una bella osservazione quella di Wedekind che in Melchior e Wendla, che non sono affatto innamorati l'uno dell'altra, descrive la tensione verso l'amore oggettuale senza scelta d'oggetto. Anche il fatto che Wendla, la masochista, non venga picchiata dai genitori dimostra che Wedekind non ha lavorato secondo lo schema usuale, seguendo il quale avrebbe dovuto farla picchiare nell'infanzia. Al contrario essa lamenta di essere stata picchiata troppo poco. I bambini che sono stati picchiati duramente non diventano masochisti.
Freud non considera esatta l'interpretazione di Reitler della fantasia della regina senza testa. Desidera porre in rilievo solo alcuni elementi: La fonte poetica (della fantasia) è l'allusione al successivo destino di Moritz; Moritz stesso appare in seguito come persona "senza testa" (2). Con il suicidio egli segue una vecchia fantasia (ciò che Adler una volta affermò valere per tutti i suicidi). La fonte organica della fantasia è l'anonimità della donna fantastica; egli è, per cosi dire,ancora troppo timido per amare una donna specifica. Le donne spesso fantasticano di uomini senza testa (maschere). La fantasia del re a due teste ricorda anche le fantasie sessuali di Fiatone (3). Infine, un individuo "senza testa" non può imparare nulla e Moritz è appunto tormentato del fatto di non poter imparare nulla.
L'ultima scena acquista il suo carattere sinistramente umoristico con piena necessità poetica. L'umorismo di questa scena altro non dice che: queste non sono in fondo che semplici bambinate. I due personaggi devono certamente essere intesi come due correnti nell'anima del ragazzo, e cioè come la tentazione al suicidio e la tentazione a vivere. Ma è anche vero che il suicidio (e qui l'interpretazione di Reitler è nuovamente corretta) è il culmine dell'autoerotismo negativo. Il negativo dell'auto-soddisfacimento è il suicidio.
L'inquisizione a cui è sottoposto L'uomo mascherato" non è semplice umorismo. Vi sta dietro qualche cosa di più profondo: il demone della vita è contemporaneamente il diavolo (l'inconscio); la vita viene per cosi dire sottoposta a esame. Questo domandare è un carattere regolare dello stato d'angoscia. Ad esempio, in un attacco d'angoscia un individuo incomincia a esaminarsi, presumibilmente per vedere se è ancora in possesso delle sue facoltà mentali. L'esame di Edipo è pure legato ad angoscia. Dietro la Sfinge si nasconde l'angoscia (Sfinge significa strangolatrice) (4). La domanda che probabilmente sta alla base di tutti questi esami è la domanda che solleva la curiosità sessuale del bambino: da dove vengono i bambini? La Sfinge pone solo la domanda all'inverso: che cos'è ciò che viene? (5) Risposta: L'essere umano. Con questa domanda iniziano molte nevrosi. Freud legge ai presenti la lettera di una bambina di undici anni alla zia, nella quale essa prega la zia di spiegarle la provenienza dei bambini. All'età di ventitrè anni questa ragazza si ammalò di una grave nevrosi ossessiva.
RANK afferma che il caso di Wedekind è un bell'esempio per la teoria di Adler della inferiorità-sopravalenza. Wedekind aveva sicuramente un sistema genitale inferiore. Per stabilire questa inferiorità basta l'accenno alla sua indubbia enuresi che può essere provata "sintomaticamente": l'incendiario in una delle prime novelle di Wedekind (L'incendio dì Egliswyl) è già molto sospetto, ma senz'altro probante è la scena del pissez'au lit in uno degli ultimi drammi di Wedekind, II vaso di Pandora. Si dovrebbero del resto trovare altri passi del genere. Abbiamo già sentito parlare da Reitler di masturbazione (solitaria e reciproca), come pure di polluzioni e di sogni di polluzione (Risveglio della primavera). Altrettanto del rapporto omosessuale che inizia tra i due ragazzi nel vigneto. Vi è un sogno di polluzione anche nel Rabbino Esra. Una successiva (autentica) omosessualità si trova chiara in molte poesie. E'dunque addotta la prova indiziaria dell'inferiorità genitale: enuresi, polluzioni, masturbazioni (solitaria e reciproca), omosessualità. Un secondo organo inferiore è la bocca: Wedekind è noto come forte bevitore (enuresi), si rasa accuratamente (6), e nelle sue opere si trova frequentemente una chiara perversione orale (nell'Incendio di Egliswyl) e in molte poesie.
La sopravalenza della bocca si manifesta nel fatto che Wedekind è diventato oratore (attore) e cantante.
Rank considera il simbolismo sessuale di Wedekind in gran parte inconscio.
KAHANE pone in rilievo che di fronte all'analisi contro la società, che è il libro di Wedekind, bisogna pure prendere le difese della società stessa. Ogni civiltà , come Freud ha dimostrato , si fonda sulla rimozione sessuale. L'educazione deve procedere in questo senso, anche se alcuni soccombono: questa è per cosi dire la pietra di paragone che la società oppone all'individuo. Neanche si deve - come fa ad esempio Rank - cercar solo il poeta stesso nelle sue opere. Wedekind non sembra aver lavorato consciamente, poiché tutto gli è riuscito troppo bene.
A proposito della regina senza testa bisogna osservare che la testa significa il pene, e che il pene del ragazzo è per così dire ancora un pene senza testa. Forse ciò implica anche che non si è potuta vedere in viso la persona con la quale si è avuto un rapporto sessuale. Inoltre, la testa (la ragione) è l'impedimento della sessualità (inibizione).
Esame: gli onanisti che credono di diventare deboli di memoria si esaminano spesso. E anche Edipo forse rappresenta l'individuo che con l'autoerotismo, non è caduto tanto in basso da non poter più rispondere alla domanda.
SADGER considera l'abito bianco di Wendla (ultima scena) anche come un abito mortuario (morire: brama sessuale inappagata). Egli richiama l'attenzione su come l'istruzione sessuale trasformi i bambini: se tale istruzione è effettuata dai genitori stessi, aumenta l'ammirazione nei loro confronti, particolarmente per la madre che "deve aver sofferto ed essere stata tormentata". Se l'istruzione proviene da altre persone (donne di servizio ecc.) il bambino allora pensa: come dev'essersi divertita.
E' da rilevare anche che Wendla non ha un padre; conosce soltanto l'amore omosessuale per la madre e invidia l'amica che viene picchiata dal padre. Il suo desiderio di essere picchiata è dunque desiderio di eterosessualità (7). La frusta è un simbolo del pene (appuntita e flessibile). Essa dunque desidera una carezza da parte del padre. Etiologia del masochismo: dapprima accarezzamento.
La mancanza di testa si riferisce al pene (testa significa anche il sedere). La regina senza testa è la madre "rimossa" ("regina di cuori"). Infine Sadger sottolinea ancora che, dopo il suicidio di Moritz, suo padre afferma che il ragazzo non è suo figlio: in questo modo egli allontana da sé lo sgradevole. (FREUD: questa è la sua consolazione).
HELLER ritiene anch'egli che in Wedekind la creazione cosciente non domini, come ha affermato Reitler. Obietta poi, all'affermazione di Kahane, che le lotte sessuali sono un mezzo di selezione sociale. Tra il soccombere a qualche cosa e il venirne a capo vi è una quantità di gradi intermedi. Non c'è probabilmente nessuno che esca incolume da questo periodo, e non sono sempre i peggiori che ne periscono.
FEDERN sottolinea che di tutti i grandi psicologi fra gli autori moderni (Dostoevskij, Musset, Jacobsen e altri) solo Wedekind ha riconosciuto l'importanza della sessualità infantile. Forse è un segno del tempo; il tempo è ora maturo. L'opera di Wedekind non è priva d'influenza sulla cura dell'umanità dai tormenti della sessualità. La nostra educazione (con le sue pesanti prescrizioni morali ecc.) raggiunge però anche uno scopo buono, in quanto tiene il bambino per lungo tempo lontano dalla sessualità e dai suoi tormenti. Inoltre, le potenti tendenze alla crudeltà che sono insite nell'umanità vengono tenute a freno dalla nostra educazione giudaico-cristiana. Certamente però la nostra educazione morale dev'essere cambiata.
ADLER dice di non avere mai considerato Wedekind come poeta ma come un uomo estremamente geniale. All'epoca in cui scrisse Risveglio della primavera viveva a Zurigo in compagnie dissolute, ed era considerato un individuo depravato. Alla domanda che cosa facesse era solito rispondere: "Mi rovino". E' da questo stato d'animo che è giunto alla soluzione di tali problemi. In lui non è materiale rimosso che trova espressione poetica: egli sa tutto.
Ad esempio egli ritrae la masochista Wendla anche come sadica che soddisfa i suoi impulsi crudeli in opere di beneficenza.
Nel discorso di Wendla sui vestiti lunghi o corti si manifesta anche il suo desiderio di essere denudata.
Nella regina senza testa si trova il germe di un'idea paranoica. Wedekind non è, come ritiene Rank, un esempio tipico della sua teoria (di Adler).
HITSCHMANN pone in rilievo che Wedekind ha vissuto personalmente la maggior parte di ciò che descrive. Ma egli non vi ha affatto messo dentro tanta morale e intenzione quanto vi si vuole leggere.
Senza testa: la donna acquista una "testa" solo attraverso l'uomo. L'analogia con il sacco è molto evidente: anche qui testa e corpo del bambino sono separati. Il far finta di essere ignoranti in cose sessuali è un segno d'isteria; si nasconde dietro il piacere di ascoltare tali cose. Appare dubbio che il bambino avverta ciò che vi è di sadistico nei genitori. (ADLER: Wedekind lo sa bene).
Una bella caratterizzazione è che Melchior si burli dell'attività benefica di Wendla: nella seduzione (di una donna) è importante che l'uomo contesti gli atteggiamenti morali della donna. Hitschmann ricorda del proprio periodo scolastico che il ragazzo che aveva una sessualità normale veniva espulso (come in Wedekind). Durante il rapporto sessuale, Melchior dice di non amare Wendla; né essa ama lui: sesso ed erotismo sono qui separati. Infine Hitschmann chiede di dove derivi il "dolore del mondo" dell'onanista.
REITLER dice che si attiene ancora alla sua interpretazione della scena finale (autoerotismo-sessualità normale), dopo di che
FREUD osserva, circa il concetto di autoerotismo, che questo termine in Havelock Ellis è usato solo là dove è implicata solo una persona (così, ad esempio, anche in rapporto ai sintomi isterici), mentre Freud lo usa là dove non vi è un oggetto; cosi coloro che si masturbano guardando delle immagini (Bilderonanisten) non sarebbero considerati autoerotici.
(traduzione italiana di Ada Cinato condotta sul manoscritto tedesco fornito dai curatori Herman Nunberg e Erust Federn. Per gentile concessione dell'editore Boringhieri).
NOTE
(1) II passo qui citato compare nel dramma di Schiller / Piccolomini (atto 1, scena 5) e non nell'Accampamento di Wallenstein.Max Piccolomini, colonnello di reggimento e figlio del capo degli avversari di Wallenstein alla corte imperiale austriaca, ha appena accompagnato la figlia di Wallenstein in un viaggio. Nel colloquio con il padre egli esalta i benefici della pace. Questo sembra sospetto al conte Piccolomini, poiché il figlio era un ardente soldato. Schiller qui fa uso del fatto che la corte imperiale accusò Wallenstein di trattative di pace con il nemico e perciò ne progettò l'uccisione. Freud cita questo esempio nella Psicopatologia della vita quotidiana (1901) pp. 137 sg.
(2) II senso sembra essere: la fantasia della regina senza testa ha due fonti, una fonte poetica nell'anticipazione di Wedekind del successivo destino di Moritz, e una fonte organica nell'anonimità della donna fantasticata.
(3) La credenza di Fiatone nella bisessualità dell'uomo è espressa in forma di leggenda nel Convito.
(4) Secondo Robert Graves (I miti greci, 1955; trad. it, Longanesi, Milano 1963) la domanda della Sfinge è: "Quale essere, con una sola voce, ha talvolta due gambe, talvolta tre, talvolta quattro, ed è tanto più debole quante più ne ha? Edipo risponde: L'uomo, perché striscia carponi da neonato, sta eretto su due gambe da giovane e si appoggia sul bastone da vecchio".
(5) Nell'inconscio la causalità può essere descritta solo come una sequenza: lo sviluppo di un uomo viene espresso con una serie di uomini, che inizia con il lattante e finisce con il vecchio; uno genera l'altro.
(6) A quell'epoca gli uomini europei portavano generalmente la barba.
(7) II picchiare come prova d'amore. Vedi Freud, "Un bambino viene picchiato" (1919).