LO PSICODRAMMA E LA CASTRAZIONE di Paul Lemoine
Ero stato colpito, durante uno stage estivo da Jacques Lecoq, dall'importanza da lui attribuita al fatto che gli allievi scoprissero il proprio clown. Trovare il proprio clown, scrive Mireille Gaussot, significa trovare la propria ridicolaggine.
Con la maschera e la contromaschera che ci aveva presentato nella precedente Giornata di Studio eravamo ancora a teatro; anche se le parole erano assenti, il soggetto era la rappresentazione teatrale. Con il clown siamo al circo: l'unico soggetto che attira la nostra attenzione è l'atto re. Al circo l'attore rischia la vita. Senz'altro non il clown. Ma il suo personaggio partecipa della minaccia di morte. È il personaggio comico, che fa ridere così come si ride ai funerali per far cessare una tensione. Non dice, come l'attore, la verità sul tragico, ci mostra la sua verità: la sua solitudine di fronte alla paura e alla morte. La maschera in qualche modo gli vien strappata via. A teatro, quando ci viene presentata la morte, sappiamo che l'attore non rischia nulla. Al circo, dove alcuni attori rischiano veramente la vita, la tragedia è vissuta in specchio dal clown. Il riso, risolvendo la tensione, genera la catarsi. Sappiamo bene che non si tratta dell'unica soluzione ai rapporti dell'uomo con la propria paura; l'analisi costituisce per noi l'altra via di uscita.
Grazie ad essa in psicodramma si fa un passo di più, si nomina la paura della morte e della solitudine, si analizza la castrazione.
Ciò che concerne lo psicodramma è dunque lo smascheramento della maschera. In quest'altro spettacolo ognuno ha un ruolo che gli viene attribuito dagli altri: ruolo familiare, lo sappiamo, qualunque ne sia il rivestimento. Questo ruolo è uno schermo. Abbiamo detto, ormai da molto tempo, che le difese dell'Io Ideale fanno sì che ognuno eviti il tragico presentando agli altri l'immagine di sé che vuoi dare.
Quando queste difese cadono il soggetto lascia apparire la sua castrazione: cioè strappa da sé questa maschera che è il ruolo e diviene per un attimo il clown sorpreso dal proprio svelamento. Questo momento è cruciale in psicodramma. Ben presto viene ripreso dall'analisi. L'Ideale dell'Io, che sostiene l'Io ideale nel soggetto identificato con l'ideale di un padre senza faglia, si svela: mentre appaiono le faglie di quel genitore che credeva diverso, viene alla luce la miseria del soggetto, è lui stesso il proprio clown e non più la maschera! Il clown di Lecoq non ha nulla di psicologico, come dice ancora Mireille Gaussot, nel senso che ci porta all'essenziale alla solitudine di ognuno di noi di cui un movimento molto personale del corpo o del viso (uno zoppicamento, una smorfia) è la metonimia per farci ridere a suo modo. Ogni clown ci da in questo senso il proprio modo di vivere e di morire, in questo senso si apparenta all'eroe. È proprio quest'eroe che cerchiamo nello psicodramma quando chiediamo ai partecipanti di parlarci di sé stessi invece di interpretare quanto dice l'altro.
Quando trova le risorse estetiche di questo riso, che con il suo cortocircuito tocca nell'inconscio il punto ultimo della castrazione, il clown, vincitore grazie a noi sulla pulsione di morte, fa finalmente prevalere in noi la pulsione di vita. Nello psicodramma, quando cade la maschera del ruolo, il partecipante giunge al momento di verità di cui stiamo qui parlando. Si opera allora mediante il discorso dell'analisi e non mediante il riso.
SUMMARY / RESUMÉ / ZUSAMMENFASUNG / RESUMEN
Psychodrama and castration
The article is about a stage conducted at the school of the French mime Jacques Lecoq, who requires each of his pupils to bring out the clown within himself. The Author maintains that psychodrama goes beyond the cathartic dimension already present in the circus: in it one can analyze castration, in the form of fear of solitude and death. The clown overcomes the death-wish and causes the life-wish in us to predominate, thanks to laughter. In psychodrama, the participant Comes to the truth by means of the analytic discourse once the social mask has fallen away.
Le psychodrame et la castration
II s'agit d'un commentaire a propos d'un stage accompli avec l école du mime français Jacques Lecoq; ce dernier pousse chaque élève à découvrir son propre "clown". LA. avance que, au-delà de la dimension cathartique du cirque, le psychodrame va encore plus loin: on y analyse la castration, dans la forme de crainte de la mort et de la solitude. Le clown triomphe sur la pulsion de mort, et fait prédominer en nous la pulsion de vie par le rire au psychodrame le participant rejoint la vérité a travers le discours de lanalyse, lorsque le masque social tombe.
Psychodrama und Kastration
Es handelt sich um den Kommentar zu einem Stage, der mit der Schule des französischen Mimen Jacques Lecoq durchgeführt wurde ; dieser drängt jeden Schüler dazu, seinen Clown zu entdecken. Nach Ansicht des Autors reicht das Psychodrama über die kathartische Dimension des Zirkus hinaus ; in ihm wird die Kastration in Form von Todesangst und Einsamkeit analysiert. Der Clown überwindet die Pulsion zum Tod und lässt in uns die Pulsion zum Leben überwiegen dank dem Lachen im Psychodrama gelangt der Mitwirkende zur Wahrheit über das Gespräch der Analyse dann, wenn die gesellschaftliche Maske fällt.
El psicodrama y la castracion
Se trata de un comentario de un trabajo llevado a cabo con la escuela del mimo francés Jacques Lecoq, quien estimula a cada alumno a descubrir su payaso. El Autor afirma que, ademàs de la dimensión catàrtica del circo, el psicodrama va aùn mas alla: se llega a analizar la castracion bajo la forma de miedo a la muerte y a la soledad. El payaso vence la pulsión de muerte y hace que predomine en nosotros la pulsión, de vida (?) gracias a la risa ; en el psicodrama el participante accede a la verdad a través del discurso del anàlisis cuando la mascara o el dizfraz social cae.