GRUPPOANALISI DI UN CAVALLO DI TROIA di Raffaele Menarini
Vorrei commentare la rappresentazione psicodrammatica di Ciascuno a suo modo dal punto di vista della gruppoanalisi. Premetto che la gruppoanalisi è la disciplina clinica che definisce i gruppi in termini di campi psichici, dove le condizioni etiopatogenetiche sono formulabili come effetti di campo.
L'esperienza di Torino ha inizio con una dichiarazione di guerra: una delle cinque associazioni consociate, improvvisamente pone in crisi l'iniziativa teatrale di Ottavio Rosati ma i quaranta attori del gruppo Teatro Studio si offrono di lavorare gratis per sette giorni in modo che lo spettacolo possa ugualmente andare in scena. Non c'è proprio da meravigliarsi poiché l'accadimento è previsto dal Testo nella Premessa: "probabili incidenti forse impediranno l'intera rappresentazione".
È scritto tra l'altro su Stampa Sera di Lunedì 15 settembre 1986: "Nella paginetta iniziale del copione si parla d'un giornale della sera che non esclude la possibilità di disordini. Saremo presenti sul posto". Nella commedia di Pirandello si rappresenta il tradimento della nota attrice A.M., responsabile del suicidio del giovine scultore Giacomo La Vela. A.M., presente in sala, rischia - tramite Delia Morello - l'insorgenza del Parlante-Attante, portavoce dell'Universale: ecco infatti il "Tradimento dell'A.M. dell'Associazione Dissidente".
Poiché il rapporto tra realtà ed apparenza è semeiologicamente essere l'altro di un altro , trattasi del Tradimento verso la città di Torino che non può che indignarsi per la rappresentazione. Nella fattispecie, l'insulto viene da Napoli. Il Pazzariello è una previsione della previsione e giustamente un cittadino aggredisce il Pazzariello; "Vergogna! Infrangere la serietà di un teatro come il Carignano!". "Ma forse non è guerra, sorride una signora, è ancora finzione" (la signora non ha letto Borges per il quale nulla è più vero dell' immaginario? ).
Il regista-Odisseo trascina il suo Pazzariello trascinatore, quale Cavallo Vincente entro le mura di un Ilio-Teatro. Per definizione, il 'Cavallo Pazzo' induce smarrimento logico nel senso che nessuno può verificare oggettivamente ciò che è Vero e ciò che è Falso. Il Cavallo è l'altro di un altro in azione (una volta aveva sostituito il Palladio rubato da Odisseo). Il cavallo sostituisce l'accadimento originario; non era forse presente alla gara matrimoniale per Elena dove si giurò guerra all'eventuale profanatore del matrimonio? Ma anche la sua invenzione da parte di Pirandello (corrispondente al contraddittorio tra Doro Palegari e Francesco Savio sulla condanna o meno dell'attrice) e si prolunga in tutte le repliche, a partire dalla 'prima' a Milano nel '24, compresa quella di Squarzina del '61, sempre al Carignano, e questa del 1986 e quelle che verranno.
Il Pazzariello è brillante nel suo compito di far assumere atteggiamenti pazzi: tra confusione ed indignazione dal suo ventre emerge Il mirroring (il riflesso dell'altro che è dentro di noi): Dario Fo - Moreno - Freud - Pirandello - Totò - Eduardo.
Il Riflesso è uno strano oggetto psichico di una mente plurale; tentativo di appercepire la funzione connettivante in sé per sé, darla insomma per data. Ma per Pirandello è un tranello: la spinta a riflettersi in una Verità unica ed immutabile, valida per sempre, è già un naufragio. Ci si illude di salvarsi con l'escamotage ossessivo (l'ossessione è viraggio verso i pensieri dell'Io della funzione connettivante in termini di un "se...allora" patologico) ed ecco le relazioni tra Pirandello e Moreno.
Moreno è il primo personaggio e Morello (il suo altro in azione) nasconde la connessione tra Moreno e Pirandello. L'ipotesi non è verificabile ma dimostrabile con rimandi ossessivi. In Austria, Moreno conobbe lo psicologo Ferruccio Banissoni che portò le sue idee (e addirittura suoi scritti) in Italia che in qualche modo raggiunsero poi quel lettore attento che era Pirandello. Non solo:
Moreno era amico di Elisabeth Bergner quando la grande attrice frequentava la Duse, a sua volta in contatto con D'annunzio e Pirandello.
Il pensiero ossessivo, impadronitesi della funzione connettivante, fa entrare trionfalmente in scena Zerka Toeman Moreno (una super-connessione) ma Lei interrompe il Meccanismo. È una terapista e quindi invita il nipote di Pirandello (l'avvocato Pier Luigi) ad "essere" il Nonno illustre; la terapia è un gioco poiché sospende la realtà in uno spazio "come se", attivando una situazione di tipo onirico. Nel sogno, la persona (sognatore) assume la forma di personaggi (i sognati) che, ad un certo punto, divengono autonomi rispetto alla persona, nel senso datogli da Girolamo Lo Verso (1): non più fantasmi metaforici ma realtà, riflessi in carne ed ossa di un Testo destinato a ripetersi per sempre.
La Moreno (che tutti sanno chi è) propone ad una spettatrice di far uscire dal sogno i suoi personaggi poiché dalla Scena sia dato vita al Retroscena. Il lavoro terapeutico della Moreno non è comprensione del 'retroscena' ma liberazione della Persona dai suoi Personaggi; un viaggio dentro lo specchio per tornare alla vita (o morire?): trasformare finalmente l'accadimento originario in evento attuale, essere i soggetti della funzione connettivante.
Ma i personaggi sono per Pirandello maschere generatrici di emozioni immutabili (Rimorso, Vendetta, Sdegno, Dolore) ed, una volta in scena, rappresentano un conflitto irrisolvibile. Il conflitto non deriva dallaccadimento in sé, ma dal volerlo liberare, dall'impossibilità di uscire dalla coazione a ripetere.
Il lavoro terapeutico non consiste nel dar vita ai sogni poiché i sogni (gruppo di personaggi) sono compresenti al gruppo di attori. Consiste nell'esplicitare il conflitto, nel dargli vita. Il conflitto per Pirandello è transcenico. In una commedia come Ciascuno a suo modo il personaggio è un doppio. Per essere fedeli a Pirandello, diremo che è un Duellante, una connessione di connessioni. E il conflitto si trasmette da una persona all'altra senza possibilità di verifica, come un'epidemia (2).
Nel mito la Terra, stanca di essere calpestata dagli uomini, si rivolge a Zeus che decide di annientarli. Ma, ispirato da Momo (il Biasimare), Zeus ripiegherà sull'invenzione della guerra di Troia: sarà il combattimento ad alleggerire il numero degli uomini sulla Terra. In Ciascuno a suo modo la guerra parte dal tradimento della Morello, il doppio di Amelia Moreno, e si trasmette alla Destrudo di un personaggio reale, il critico Domenico Lanza che attaccò Pirandello. E così via fino ai Duellanti transcenati da Ottavio Rosati grazie alla Destrudo della signora torinese (A.M.) che, senza saperlo, ha preso il ruolo teatrale della Morello, falsa copia della Moreno: A.M.
Attraverso gli anni dunque il tempo del conflitto cattura gli uomini. Nel teatro di Shakespeare la guerra è solo la nostra immagine in uno specchio. In quello di Pirandello è una macchina che cattura la realtà. Il conflitto attraversa la scena: non capiamo più dove sia la scena e dove la controscena.
Dal punto di vista della gruppoanalisi, l'illusione riflessa (e reazione speculare) e il Doppio non sono altro che tensioni nel Campo, definibili correttamente come effetti di Campo alienanti di Mutamento. In termini meno astrusi: quando un personaggio predomina sull'attore, il campo sociale si deforma (e non si sviluppa) a tal punto che la comunicazione collassa e ciascuno agisce a suo modo: la Verità coesiste con la Falsità, la Morte con la Vita. L'effetto di campo in questione è patologia della funzione connettiva. Non è un Fantasma bensì appare come 'Familiarizzazione'.
Familiarizzazione significa che il soggetto percepisce la persecuzione endopsichica nei termini della propria dimensione originaria. In altre parole, dovendo essere ucciso da qualcuno, il soggetto preferisce essere ucciso da un volto che gli è familiare. La familiarizzazione è sempre attiva nei mutamenti nel Campo (usando la metafora dell'antimateria, si può definire antimutamento) e accompagna silente il desiderio manifesto di cambiare.
Grazie a Ciascuno a suo modo Ottavio Rosati stimolava vitalità e quindi cambiamento nel consociare all'iniziativa varie associazioni di psicodramma ma simultaneamente le tensioni nel campo intenzionavano Destrudo.
A questo punto la familiarizzazione della Destrudo si connatura quale deificazione dell'Originario (Testo Eterno). Rosati è dunque immerso nell'opera terapeutica di passare dall'Originario all'Originale ma, come Odisseo, cogliendo l'Originale (il Palladio) dagli Originari (sue Copie), da vita al conflitto.
Un successo straordinario di pubblico e di critica ma il futuro di questo regista è l'orizzonte dei mari che Odissee ed Enea dovranno per anni navigare prima che l'Originale possa approdare ai lidi di una nuova cultura psicoterapeutica. Sono certo che ce la farà.
(1) G. Lo Verso ha rilevato come Pirandello abbia suggerito l'uso della maschera per il gruppo dei sei personaggi in cerca d'autore, onde differenziarlo dal gruppo degli attori. (G. Lo Verso, Il Gruppo - una prospettiva dinamica e clinica, Giuffre, Milano, 1984). Per Attore intendiamo una Persona in comunicazione.
(2) Epi (sopra)-demos (popolo) è l'ira di Apollo nel primo canto dell'Iliade contro i greci, causante pestilenze e apocrisis. L'apocrisis è trasmissione (connessione) di un quid maligno (transcenico).