DA STORIA NASCE STORIA, un programma di Raitre ispirato allo psicocinema di J. L. Moreno
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Torino prima delle Olimpiadi: è maggio e nevica.
Cinque gruppi di volontari, selezionati con la facoltà di Psicologia di Roma dopo un bando radiofonico, salgono sulla collina di Superga. Trovano un teatro di posa costruito in una comunità terapetica protetta dal bosco. Il genio civile smonta i binari per far passare i pulman della rai sotto la galleria del trenino a cremagliera. Mentre i macchinisti del Teatro Stabile e del Teatro Regio scaricano scene e attrezzerie dei loro magazzini, un musicista accorda i suoi strumenti. Una decana della gruppoanalisi studia il set-setting. Per la prima volta nella storia della televisione e della psicoterapia il significato di una storia, di un sogno e di un’espressione del volto troverà un numero virtualmente infinito di testimoni e interpreti: teatrali e analitici.
Così Raitre realizza, a cinquanta anni di distanza dalla sua formulazione teorica, l’utopia dello Psico-Cinema di J. L. Moreno, l’inventore dello psicodramma (l’incontro di gruppo in cui i partecipanti si incontrano per esprimersi, oltre che a parole, attraverso l’azione, il corpo e le immagini). In questa produzione di Raitre il reality show, per una volta, cerca il senso e la dignità di una storia grazie a una ripresa televisiva orientata all’analisi profonda delle dinamiche.
Il video-libro "Da Storia Nasce Storia", edito da Eri Rai, racconta cinque tra le storie registrate durante la produzione del programma e indaga i loro risvolti. Un giovane trombettista, con l’aiuto di un’attrice, ritrova nel gruppo la capacità di rilassarsi che aveva perso a causa di un trauma. Un enigmatico e brillante critico teatrale, Piero, rievoca la morte di sua madre ed evoca l’archetipo di Medea che nel finale ipnotico paralizza la ragione e la memoria del gruppo. Una giovane psicologa, inscenando il fantasma di un piede nudo, ritrova una scena segreta della sua infanzia e la ristruttura. Due psicodrammi hanno per protagonisti personaggi noti al pubblico. Rosalia Maggio, la grande attrice napoletana, a venticinque anni di distanza, rivela come si salvò dal marciapiede grazie ad un miracolo televisivo dovuto a Papa Giovanni. Aldo Carotenuto, il controverso analista junghiano, mette in scena come attore Freud, Jung e Sabine Spielrein, protagonisti di un suo best seller sulla storia della psicoanalisi, che ha ispirato libri, commedie e film.
Il libro edito da Rai Eri, con la trascrizione e il commento degli psicoplay, permette al lettore di ripercorrerli insieme al loro regista e di analizzarli. Nel suo commento Ottavio Rosati presenta le tecniche usate per la messa in scena a soggetto, esplora la dinamica del gruppo e i conflitti tra l’etica della spontaneità e le convenzioni di una produzione televisiva. Infine rivela le emozioni di chi dirige uno psicoplay, i suoi punti ciechi, il come e il perché di atti mancati, errori e risentimenti. Come dimostrano le recensioni al programma (raccolte in una sezione del sito) siamo di fronte a un nuovo format mediatico: una serie di storie a sorpresa che hanno appassionato il pubblico come un romanzo, un film o una commedia.
La sigla del programma