L'Anello al dito
L'idea di questo corto è nata mentre facevo degli esercizi di montaggio per la scuola di cinema: la Libera Università del Cinema di Roma. Volevo vedere come funziona la dinamica dell'entrata dei personaggi nell'inquadratura che va da destra a sinistra. E non avendo a disposizione degli attori, ho pensato di usare le dita. Ad un certo punto ho scoperto che potevo ricavarne un cortometraggio. Così, sul piano della serendipity. Mi si è aperto uno mondo:con le dita potevo fare tutto. Bella forza, direte voi: senza le mani non facciamo niente, o quasi. E' ovvio.
Le dita.
Mi ero appena lasciato con la mia ragazza. In che maniera si vestono le dita? Con gli anelli. Matrimonio. A questo punto avevo a disposizione dieci dita (in cinque coppie di due) e un anello. L'idea è stata di fare una parodia del genere western, horror, avventura e fantascienza. Doveva esserci pure una scena romantica ma quel giorno l'attore si è presentato ubriaco sul set e non era in grado di muovere l'indice e il medio sul ritmo della musica prevista. Quindi ho riadattato la scena che da Titanic e' passata a Cast Away.
E' insomma la storia di un dito che insegue un anello attraverso tante peripezie. Girato in 5 giorni, il corto, ha richiesto tre settimane per la preparazione degli scenari in miniatura. Abbiamo usato una radice, una bacinella, un pacchetto di Orosaiwa e centinaia di bastoncini per ghiaccioli, stuzzicadenti giganti e materiale vario scovato a Porta Portese: teschietti, barattoli di conserve, mollette per il bucato, palline, perline, cristalli e coppe. Un mio amico ha detto che era tutto rigorosamente minimalista, non aveva capito niente. Era vero il contrario: era una grande epopea romantica. Lo scenografo ho dovuto trattenerlo: era uno di quelli barocchissimi, nella tradizione di Damiani e Visconti. A lasciarlo fare avrebbe riempito tutta l'inquadratura e saremmo andati fuori budget.
L'attore principale doveva essere jodowskianamente un sordo muto che mi ha dato buca lasciandomi senza parole e che ho sostituito al volo con un violinista. Non è stato facile spiegare alla troupe cosa avevo in mente ma siamo stati felici. Il problema principale era trovare ed mantenere a fuoco le dita durante le riprese in macro. Ho fatto tanti carrelli per piani sequenza e ora mi rendo conto che tutto è piuttosto bidimensionale come un videogioco a scorrimento laterale, tipo Super Mario. Cosa volevo? Volevo far ridere il pubblico! Qualcuno effettivamente ride. I più realisti invece restano basiti per l'idea delle dita/attori/personaggi. Insomma è un film muto che non è né di animazione né di stop motion, ma carne ed ossa. Non utilizza le facce degli attori, ma i polpastrelli. Sarebbe interessante farlo con delle star, sempre che mi volessero dare una mano. Un film con dita-attori nel ruolo di dita-personaggi. Un film di dita vera.