QUATTRO DECENNI DI PLAYS (Il Teatro del Tempo tra la Pivano e la Von Franz) un ipertesto di Ottavio Rosati - 4° parte
Quarto atto (morti e rinascite): GLI ANNI 2000
- clicca per il primo, il secondo o il terzo atto -
Musica: il rock scenda dal palco e entra nei musei, mentre man mano muoiono i suoi eroi. Si susseguono mostre e celebrazioni – persino alla Casa Bianca – in contemporanea con un ritorno dell’acquisto dei dischi. Pure il rap, nato quarant’anni prima nei ghetti americani, perde la propria origine contestataria e diventa un genere. Non c’è una tendenza dominante né una figura guida, quando l’assegnazione del Nobel per la letteratura a Bob Dylan pare davvero chiudere il cerchio.
La morte di Mirella - Tragedia Greca Cronaca Nera - Prati e cappelle - Il rito bizantino di padre Roncoroni e il guerriero di Capestrano - Visioni trans-generazionali - Roberto Faenza e "Generazioni d'amore" - Mario Amura e il Centro Sperimentale di Cinematografia - I quadrifogli in video - Benetton e l’inaugurazione di Fabrica - Panza del Ventre - La Rinascita di Don Romeo - L'archivio Sottsass - Un Eclectus femmina - L'evasione del calosciurus - Arriva Fandango - Rivalità e gelosie - La Rinascita di Don Romeo - Pet therapy in TV - Tra danze di morte e guerre dei Roses - Il Pappafreud di Rai Sat - Ricatti e riscatti al Festival di Torino - Il Tetraedro di Leonardo - M. Louise Von Franz e l’immaginazione attiva - Corrado Pensa e la Metta - Il Teatro Greco di Karpman - Due foto con Ezra Pound - Generazioni d’amore e generazioni ammutite - Un incendio di sincronicità - Eros fuori dal tempo - Una compagna per il Pappafreud - Fantasmi al Valle - I premi Pivano - Tra ambivalenza e dissociazione - La biblioteca Pivano - Troppi senatori a vita - Gli auguri del cavalier Giovanni - Traumi e medaglie - Sesso e gioielli - Nadia Neri e la psicomagia di Jodorowsky - Carmen e la donna che visse tre volte - I premi Pivano - Una canzone con Lelio Luttazzi - Il Miur ci ripensa - Eredi generali e diari mutilati - La produzione dei pappagalli animati in 3D - La Von Franz salva un topolino - Incubi notturni – Amori atipici e junghiani - Psicoplay al Loro Parque - Portius al Colosseo - La scomparsa di Gudy - Moreno e Pirandello con Leo Gullotta - Il profeta dello psicodramma - I Frulli e la partenza di Fabio - Le sette emozioni di Panksepp - Dispersione dell’identità - Senatori a vita - Buon Natale - Von Franz e il segreto di Arlecchino - Il Piombo e l’Oro del Perdono - Fantasmi persecutori - Nascita di Ipod-Plays tra Roma e Vienna - Franceschi e Francescani a Santa Dorotea - Giovani amici generosi - Il Libro Rosso di Jung - Dal sartorello dei Grimm a Roberto Capucci - Il performing Self di Dickens tra Cambridge e Trastevere – God Bless Us Everyone - La morte di Ettore Sottsass - Ciao Teto e Alfredo Antonaros - Luca Patruno maestro di diritti - Una psicomagia di Jodorowsky al Gianicolo - Lady no e Lady sì – Undici cocker - Omaggio al Grande Vetro di Duchamp - "Genamore" alla Casa del Cinema - Identificazioni proiettive - Dall'arte all'anagrafe - Milena Vukotic e "La mia Nanda" - Da Arpocrate ai video-bricconaggi - Stefano Carta e Donald Kalsched - Psicodrammi sul trauma - Maurizio Stupiggia e i cani dell'Acqua Marcia - Due nuove tecniche di psicoplay - "Stelle Sopra Stelle Sotto" - Sogni su Fernanda - Il saluto al Cavalier Giovanni - Un mentalista per Panksepp - L’orsetto di Francesco e il racconto di Sandro Veronesi - Arnoldo Mondadori e gli otto Minima Moralia postumi - La Nanda sul Duomo di Milano – Adriana Mulassano e la Moda Proibita di Capucci – Luciana Santioli e i workshop di Siena – Il progetto Forlanini - Il disegno di Massimo Giacon - Un sogno col Grande Rol - Tra Iris e Francesco - "Grandi Feste con Fuoco" - Dedica finale.
2000
Alla fine di giugno la madre di Ottavio, Mirella, muore tra le braccia di una vecchia donna siciliana sua compagna di stanza in ospedale.
Con lei in quel momento non c'è nessun familiare: né il marito, né il figlio medico, né la governante.
e nemmeno Ottavio che lei ha mandato di corsa a casa a prenderle una statuina di Padre Pio.
Al suo ritorno, non trovandola più in vita, penserà che sua madre abbia voluto evitargli il momento del distacco.
Grazie a Dio, accanto a lei c'è stata una mano della grande, antica Anima della Sicilia.
Pdf narrativo: "La mamma accucciata"
Atroce sincronicità: il giorno dopo, O. dovrebbe condurre a Siracusa per il Teatro Greco, il sociodramma "Cronaca Nera-Tragedia Greca" nella cripta dei Cappuccini.
Telefona a Zerka a Beacon e le chiede cosa deve fare. Lei risponde che J. L. Moreno sarebbe andato e avrebbe cominciato con una sua catarsi:
We are not freudian analist. We believe in Spontaneity. Share your feelings with the group!
Ottavio va a Siracusa e comincia con una catarsi fremente:
Signori, scusatemi il ritardo ma vengo da Roma dove mia madre è appena morta di Matrimonio.
Era una di quelle donne belle e buone che si sacrificano per la cura della famiglia mentre io volevo che fosse felice nel mondo.
Questa non è una didascalia pirandelliana inventata per fare effetto. E' la verità.
E ora spegniamo tutte le luci. Entriamo nel buio e cominciamo questo sociodramma sulla tragedia greca.
Quando vede la locandina del sociodramma, la Pivano si sfila gli occhiali e dice che la vita di Mirella è stata davvero una tragedia greca visto che era figlia di una donna che si chiamava Greca e che aveva bloccato ogni emancipazione della figlia:
Come fece mia nonna con mia madre che passò la vita a piangere e tormentarmi.
Ti ricordi il giorno che ci siamo conosciuti per l'intervista allo Hassler? Tu eri un ragazzo e ti presentasti con la tua divisa di tenentino. E cinque minuti dopo, mi dicesti che tua nonna ti aveva dato uno schiaffo davanti a tua madre e tu glielo avevi restituito.
Per un uomo liberarsi della Grande Madre, come la chiamate voi, può essere uno psicodramma. Ma per una donna è ancora più difficile.
Io ho fatto di tutto per risvegliare le consapevolezze, come dice Ginsberg. Fallo anche tu. Speriamo che servirà a qualcosa...
Prima del sociodramma di Siracusa, dove Renata Biserni interpreta il ruolo di Antigone,
lo psicoanalista Romolo Rossi analizza davanti a un gruppo di medici e studenti i conflitti pulsionali della Tragedia Greca, da Edipo a Ippolito, da Elena a Oreste.
A vedere i siracusani seduti, attenti e immobili, Ottavio pensa con tristezza alla fine di Freud. E al conflitto tra il mondo emotivo delle pulsioni e il linguaggio statico delle sedute.
Domanda agli organizzatori: Ma perché, al posto di Rossi non avete chiamato Jodorowsky? E quando gli rispondono che hanno chiamato lo psicodramma, Ottavio rischia di piangere dalla commozione.
Mirella ha chiesto di non mettere le sue ceneri nella tomba della famiglia Rosati
che Ottavio ha restaurato con la stessa cura e attenzione con cui fa uno psicodramma.
Gli ha chiesto di spargere le sue ceneri su un prato di papaveri in una giornata di sole. Ma Ottavio non ancora si sente di farlo.
Per il momento O. aggiunge il nome di Mirella alle altre iscrizioni sulla facciata tra due angeli
e chiede a Padre Alberto Roncoroni (che a San Pietro celebra ogni giorno Messa nella Cappella dello Spirito Santo)
di andare insieme al cimitero di dove officerà una breve cerimonia del Rituale Bizantino.
O. e suo fratello Giampaolo poggiano sulla volta di cemento un po' di fiori strappati dal prato dove Mirella vorrebbe traslocare sé stessa.
Renata Biserni, una delle prime allieve di Rosati, legge una poesia. Il padre di Ottavio è rimasto a Roma con la governante ma è in collegamento telefonico no-stop ed esige dai due figli una cronaca dettagliata di quello che stanno facendo in Abruzzo. Manca poco che faccia la regia.
Tornati a Roma, O. consegna alla Pivano una coperta all'uncinetto che Mirella ha fatto per lei.
"Cara Nanda, voglio darti anche io con le mie mani un po' del calore che mi hai dato tu coi tuoi libri bellissimi! Addio, Mirella."
Fernanda si commuove e dice che quel dono è un bellissimo patchwork Arlecchino.
Ottavio risponde che la coperta è come uno di quei libri, sul genere di Amici scrittori, dove la Pivano mette insieme tanti articoli già pubblicati sui giornali. Poi le fa una confessione-catarsi mostrandole delle fotografie:
Poi a settembre Grazia Volpi, la produttrice dei fratelli Taviani, incontra Rosati negli uffici di Rai3 e gli propone
di girare con una troupe del Centro Sperimentale di Cinematografia un ritratto della Pivano:
Ci ha provato Roberto Faenza ma ha rinunciato. Ti va di farlo tu? Secondo me, tu la conosci meglio di tutti e lei di te si fida. E poi, se sei riuscito a fare lo psicodramma di Rai3 senza impazzire, sarai capace di gestire la Pivano!
Così O. comincia a lavorare come regista per la Scuola di Cinema dove avrebbe voluto entrare come allievo. La firma dei contratti nell'ufficio della Volpi diventa una grande festa.
Direttore della fotografia il giovane Mario Amura che nel 2003 vincerà un David di Donatello come regista col suo Racconto di Guerra.
Tito Schipa jr. farà le musiche e propone il titolo Generazioni d'amore. Rosati aggiunge il sottotitolo Le quattro Americhe di Fernanda Pivano.
Nickname: Genamore.
Grazia Volpi col Donatello vinto per "Cesare deve morire" dei Taviani. A DX: Mario Amura
O. e F. sono entusiasti e Panorama annuncia il film insieme a Serendipity, il nuovo album della PFM
che contiene Domo Dozo, una canzone, scritta e cantata dalla Pivano, che accompagnerà i titoli di coda di Genamore.
Nell'intervista per il settimanale Panorama, O. paragona il film sulla Pivano a una puntata speciale di Da Storia Nasce Storia, come il triplo psicodramma di Aldo Carotenuto sulla storia di Freud, Jung e Sabine Spielrein:
"Uno psicodramma nel quale Nanda non è solo protagonista, ma anche trama" spiega il regista Ottavio Rosati (autore delle puntate di "Da Storia Nasce Storia" trasmesse da Rai3). "Basta starle accanto e le cose succedono. Come quando siamo andati a girare a Piazza Navona e alcuni ragazzi, dopo averla riconosciuta, le hanno coperto le spalle con una bandiera a stelle e strisce... Una donna unica per humour e generosità" sottolinea Rosati. "Infaticabile anche nel caldo torrido, nonostante abbia superato gli ottanta anni"... La Pivano ammette di aver rischiato l'insolazione. E ostenta il solito understatement: "Hanno ideato tutto alle mie spalle Rosati e Grazia Volpi. Ma ne valeva la pena. Ci saranno autentiche sfide. Come quella lanciata da Tito Schipa, che vuole farmi leggere due poesie di Bob Dylan: secondo lui sono piene di analogie con La Traviata e il Rigoletto."
Rosati gira venti ore di interviste e psicoplay (clicca qui) in uno stato di entusiasmo e per dare al set la massima Spontaneità circonda Fernanda di animali: cacatoa, eclectus, scoiattoli, conigli, persino farfalle.
Ogni tanto entra nel set anche Ernesto, il figlio della loro colf, un bellissimo bambino di pelle scura con una T shirt con su scritto AMERICA. Quando la Volpi domanda che ci fa quel ragazzino nelle foto coi pet, Rosati risponde: L'ha chiesto lui e io sono uno che ama giocare! Voleva un pappagallo ma la madre ha detto di no. Gli abbiamo dato le fotografie, le magliette e un peluche di cacatoa.
Fernanda collabora alla produzione con le foto dell'archivio Sottsass jr. e quelle della famiglia Pivano alle quali si aggiungono le foto di infanzia che sua madre Mary ha regalato a Ottavio negli anni Settanta.
Le speranze di Grazia Volpi sembrano realizzarsi: Fernanda fa tutto quello che le propone il regista tranne che di farsi poggiare sulla testa un krameris giallo perché ha paura che le zampe del pappagallo le si attacchino ai capelli. E' felice e diventa solare. Quando la vede nella sequenza del giardino davanti a casa sua, Bertolucci dice: Complimenti. Fernanda sembra un'attrice di professione.
F. davanti alla Scacchiera con Teto, Arnoldo Mondadori jr. e Bernardo Bertolucci
Per non scatenare il Complesso Vittoriano della Pivano, Ottavio nella sceneggiatura evita qualunque riferimento al loro rapporto ormai trentennale. Addirittura la intervista dandole del Lei per mantenere una distanza professionale che non la metta a disagio.
Fernanda cede alla Volpi i suoi diritti di immagine. Legge il copione e lo firma per approvazione, pagina per pagina. Conclude scrivendo Grazie! bravissimi!.
Ottavio però osserva che i petali del quadrifoglio hanno la forma a gancio di una C anziché di una O. Nota che sono aperti come ami ma non capisce il perché.
Bernardo Bertolucci è tra gli amici della kasbah che nel documentario leggono i quadrifogli di Fernanda, come Alessandro Haber, Aldo Carotenuto, Valeria Moriconi, Piera degli Esposti...
Durante le riprese lei è instancabile. Sembra ringiovanita. Nonostante il giubileo, Rosati e Amura riescono a far entrare la troupe
a San Pietro senza avere il permesso, e riescono a girare la sequenza in cui la Pivano celebra la pace davanti al baldacchino di Borromini.
La Pivano invita Ottavio e i produttori di Genamore ad accompagnarla a Treviso alla grande festa per l'inaugurazione dello spazio culturale FABRICA di Luciano Benetton, disegnato dall'architetto Tadao Ando.
Quando viene a sapere che la fondazione Benetton ha realizzato la Biblioteca Pivano, Grazia Volpi spera di coinvolgerlo come co-produttore del film.
Durante la Festa, Rosati chiede a Benetton di collaborare a Generazioni d'Amore come attore, cioè leggendo il quadrifoglio dedicato a Gregory Corso. Luciano accetta volentieri ma affida le riprese a una sua troupe di Treviso e manda il girato a Roma.
Fernanda diventa la testimonial dell'evento affollato di personaggi. Per inaugurare FABRICA batte il tamburo a fianco del mecenate che ha realizzato il sogno della sua biblioteca. Ottavio è felice di vederla tanto felice.
Tornati a Roma, per celebrare il loro film Fernanda regala a Ottavio un esemplare di Eclectus femmina (rossa) che fa coppia con Cleck l'Eclectus maschio (verde). La chiamano Kasbah e nelle riprese appare durante la sequenza su Verdi e Bob Dylan con Tito Schipa.
Fabio e Ottavio trovano una femmina di Calosciurus Prevosti (chiamata subito Nanda)
per dare vivacità allo scoiattolo maschio che sembra vivere sempre in letargo e che, grazie all'accoppiamento, si euforizza e comincia a volteggiare tra i rami. La Pivano commenta:
E' la forza dell'amore! Lo vedi che adesso gioca, invece di accumulare noci dentro il nido? L'amore può tutto.
Un pomeriggio che la porta resta aperta, Nanda evade dalla gabbia e scappa sulla terrazza. Ottavio cade in una febbrile angoscia di separazione.
La insegue sui tetti della kasbah per un'ora finché scivola dalle tegole e cade in una terrazza slogandosi la caviglia. Però riesce ad afferrare la scoiattola a mani nude nella terrazza di Tito e Adriana e la avvolge dentro la camicia. Non sente nessun dolore.
Quando torna a casa con le dita sanguinanti, Fernanda lo disinfetta col profumo Caleche e citofona al portiere perchè le porti una bottiglia di whisky.
2001
(Nascita di Wikipedia)
Rosati scrive un’introduzione al libro della Schutzenberger La sindrome degli antenati e
pubblica sul Giornale Storico di Psicologia Dinamica di Aldo Carotenuto una storia vera di famiglia che ha ricostruito con un lavoro di detection che la Pivano definisce ossessivo ma che a lui serve per liberarsi da una serie di sogni tenebrosi e soffocanti:
Don Romeo Egizi, un suo prozio di Capestrano in Abruzzo, industriale e mecenate, intendeva costruire una magnifica cappella nel camposanto di Capestrano
ma fu ingannato da Annibale, un nipote fascista, suo erede universale, che si impossessò del denaro destinato all’impresa abbandonando sotto terra le spoglie dei suoi familiari.
Ottavio mette in scena il racconto in forma di reading psicodrammatico
durante il convegno "Sul Rinascere", alla facoltà di Sociologia di Roma Sapienza, utilizzando una marionetta di pappagallo e i quadri di Fabio sul volo dei cacatoa dall'alba al tramonto.
Don Alberto Roncoroni interpreta il ruolo di un maestro di Feng Shui che fa da consulente per i lavori di costruzione della cappella
con cui Ottavio, coinvolgendo anche suo padre e suo fratello, rende finalmente onore al prozio Don Romeo e ai suoi antenati.
Don Romeo Egizi - il gruppo con la Pivano e Carotenuto - Brandom Gregory film maker dell'evento - Don Alberto Roncoroni
Collabora al reading affacciata a una finestra Renata Biserni una delle prime allieve di Rosati a essere sia attrici che psicodrammatiste.
Ottavio nel finale lancia Teto da un albero del giardino. Il pappagallo, anziché ai piedi della Pivano, atterra davanti a una studentessa di sociologia.
Ottavio e Teto partecipano a varie puntate di Amici Animali di Alessandro Cecchi Paone e sono ospiti di trasmissioni televisive sulla pet therapy.
A Trastevere Teto diventa sempre più popolare. Ottavio ci gioca in chiave sociodrammatica per abbattere la noia, l'alienazione quotidiana e le barriere sociali di chi passa per la strada.
Teto è un pappagallo moreniano e promiscuo: non familiarizza solo con Stefania Sandrelli o col bambino che, a vederlo sulla spalla di Ottavio, grida mamma, guarda: un pirata! Gli piacciono anche le vecchiette dell'orto botanico. Da baci a tutti quelli che sono affettuosi con lui. Persino ai vigili urbani e alle mendicanti.
Durante una puntata del programma Alle falde del Kilimangiaro, due vallette entrano in scena e gli mettono davanti una zuppiera di spaghetti che Teto tira su con le zampe come fa Totò in Miseria e Nobiltà.
Poi Rosati dichiara in tutta serietà a Licia Colò che Teto si è specializzato in psicodramma al Moreno Institute e alla Tavistock Clinic grazie a una borsa di studio della Comunità Europea richiesta al CNR da Piero Angela.
Ovviamente Ottavio sta scherzando ma il pubblico non ride. Anche la conduttrice è impassibile.
Comincia ad avere qualche dubbio solo quando Rosati arriva a dire che Teto ha fatto anche un'analisi didattica a Londra con Anna Freud:
Ma dottore... che ci sta dicendo? Come è possibile?
Il cacatoa sghignazza, alza la cresta e fa Ciao, Teto! Fernanda segue il programma da casa e stavolta si diverte.
Suggerisce a Ottavio di portare avanti lo scherzo: "Perché non fai una cosa surreale? Scrivi tutto un programma dove Teto è la reincarnazione di Freud!"
Al programma di divulgazione scientifica La Macchina del Tempo Alessandro Cecchi Paone invita Rosati come autore di Da Storia Nasce Storia per commentare i vari esperimenti di reality e TV con riprese video nascoste (clicca qui per il video ).
Poco dopo la puntata de LMDT scoppierà la polemica di Cecchi Paone per l'assegnazione del premio di migliore trasmissione scientifica al programma Il Grande Fratello.
Fernanda accompagna Ottavio agli studi di Mediaset e rimane inorridita dall'aria che si respira:
"Ma è tutto pieno di "smutandate" come quando Fellini mi invitò a Cinecittà mentre girava Ginger e Fred. Solo che qui è tutto vero."
Dopo il mini bricconaggio in diretta di Teto terapeuta e il consiglio di Fernanda, Ottavio realizza per Rai Sat-Gambero Rosso ventuno puntate de Il Pappafreud una serie televisiva di blitz 'on the road' suoi e del suo cacatoa Teto, condotta col suo amico Alfredo Antonaros sulla psicoanalisi del cibo e delle abitudini alimentari. Ottavio aggiunge all'idea di Fernanda un riferimento a Melanie Klein col suo primato dell'invidia del seno anziché del pene. Ovviamente tutto in punta di forchetta. Lo studio televisivo sembra uno zoo pieno di pappagalli. Il programma andrà in onda ad aprile ogni mercoledì con repliche ogni quattro ore fino all'inzio del nuovo palinsesto.
Ottavio trasforma l'idea della Pivano in uno psico-scherzetto: il prof. Sigmund Freud (colpito da una maledizione della maga Melania) si è reincarnato in un Cacatoa e il suo karma è quello di incontrare in mercati e ristoranti persone da educare in fatto di cibo anziché di sesso. Il Pappafreud distribuisce biglietti con il tema della puntata e i passanti pongono una domanda.
Rosati e Antonaros rispondono con vignette cliniche e brani di film in uno studio dove Teto si aggira in compagnia dell'amazzone a testa azzurra Miss.
Con loro c'è anchela scoiattola Nanda, dentro una grande gabbia di lusso scenografata con rami di pino rinfrescati a ogni puntata. La somiglianza del Kallosciurus Prevostii con la Pivano è impressionante e colpisce tutti.
Igles Corelli, super chef del Gambero Rosso, la ribattezza Panza del Ventre per le quantità di frutta che sgranocchia e accumula.
A settembre Grazia Volpi, anche se le interviste fatte da O. le piacciono molto, tende a rimandare la postproduzione di Genamore, finché diventa impossibile portare il film al Festival del Cinema di Venezia. Rosati freme e accelera il lavoro mentre la Volpi tira il freno a mano. Perché?
Dopo mesi di attesa, la Volpi decide finalmente che il montatore del film non sarà Roberto Perpignani (suo ex marito e padre di Lorenzo) ma Anna Lisa Forgione, la nuova moglie di lui che al Centro Sperimentale è stata sua allieva.
Anche la Pivano crea problemi perché improvvisamente si preoccupa dei diritti musicali rilasciati suoi amici Lorenzo Jovanotti e de André.
Man mano che il film diventa più reale, Fernanda da una parte lo approva, dall'altra sembra fargli resistenza, come se qualcuno/qualcosa in lei non volesse farlo nascere. Ma perché?
Lo stress di Ottavio cresce ma anche la sua resilienza. Poi un colpo di scena.
La Pivano annunzia che sta per andare in America dove girerà "a malincuore" con la Fandango di Procacci un altro documentario su di lei,
"certamente meno bello" di quello che Ottavio ha fatto con gli psicodrammi ma più opportuno da un punto di vista editoriale.
Spiega che Procacci le ha chiesto di scrivere anche un libro che sarà venduto assieme al film:
Io non sono un'attrice ma una scrittrice... mi capisci, vero?
In questo contesto che lo costringe a fare sia il regista che il gruppoanalista, Rosati si sente tradito anche dalla Volpi ma tiene in mano il progetto.
Perché il passaggio dallo psicocinema di Moreno al cinema è diventato così difficile?
Più che una 'madre morta' Pivano ora sembra affetta da Munchausen syndrome by proxy. Oscilla tra voler fare il film/figlio e volerlo far fuori.
L'analista di Ottavio ipotizza che una terza persona invidiosa la stia sobillando contro la nascita di questo "bambino" frutto di un legame nato nel 1973.
Rosati è disperato e angosciatissimo. Che fare? Una strana risposta viene dall'inconscio.
Un giorno, nella bottega Polveri del tempo di Trastevere, tra bussole e clessidre,
trova una piramide di legno ispirata ai Solidi Pitagorici di Leonardo Da Vinci. E' un Tetraedro che simbolizza la Terra.
L'oggetto a quattro facce sembra una versione tridimensionale dei Quadrifogli di Fernanda. O. lo compra. La notte lo sogna come se il tetraedro fosse una cornice per quattro fotografie.
ph. Stefano Cavalli - © Plays
Sulla faccia frontale vede le foto a Trinità dei Monte che ha commissionato a Stefano Cavalli per festeggiare la medaglia di Fernanda.
Sulla faccia a sinistra invece c'è una foto della Pivano con Sottsass. Dall'altro lato una vecchia foto con Hemingway a Cuba.
Sulla base del tetraedro c'è la foto più importante: quella scattata sul set di Genamore dove O. e F. sono insieme a Teto e a Ernesto, il bambino di pelle scura che voleva in regalo un pappagallo.
A conti fatti, quel bambino alla base del tetraedro sembra un simbolo vivente del film col suo futuro: è come il piccolo 'bastardo' della Tamurriata Nera: È nato nu criaturo, è nato niro / e 'a mamma 'o chiamma Ciro.
ph. Stefano Cavalli - © Plays
Nel sogno questa foto piena di amore e di cuccioli pesa come piombo ed è schiacciata. E' in uno stato di inferiorità. Ottavio si risveglia piangendo.
Nel pomeriggio va a fare jogging al Gianicolo. Abbraccia un ippocastano, chiude gli occhi e, ancora una volta, fantastica di parlare con la Von Franz. La sua amica ci mette un po' ad arrivare. Stavolta sembra distante e quasi infastidita. Gli dice:
Invece di parlare con me, dottore, faccia un'immaginazione attiva sul suo tetraedro.
Rosati non sa che fare. Resta attaccato all'albero a occhi chiusi. Si sforza di visualizzare il tetraedro. Quando finalmente ci riesce, sente che la struttura di legno scotta anzi brucia però non stacca le mani e respira. Finché fa un urlo e riesce a mettere in piedi la foto di Genamore. Fine dell'immaginazione attiva.
Quando O. riapre gli occhi e si allontana dall'albero, si accorge che la gente intorno lo guarda perplessa. Si affaccia sul muretto del Gianicolo da dove si vede il panorama di Roma, proprio sopra il cannone che tutti i giorni spara un colpo alle dodici. Canticchia la canzone di Anna Magnani sulla Fioraia del Gianicolo, considerando seriamente la possibilità di ubriacarsi. Poi vede comparire in mezzo alle nuvole un'esagramma dell'I Ching fatto di linee trasparenti come vetro:
T'AI - LA PACE:
sopra KUN, IL RICETTIVO, LA TERRA - sotto CH'IEN, IL CREATIVO, IL CIELO
In mezzo alle tre linee spezzate del trigramma superiore compare un giocatore di pallacanestro che fa parte dei personaggi della Scacchiera.
Ed ecco che la Von Franz scende dal cielo di sua iniziativa, nelle sembianze di una Madonna junghiana con due boccali di birra nelle mani.
In questa (che non è un'immaginazione attiva ma una semplice immaginazione passiva) Marie-Louise dice a Ottavio:
Se proprio non ne può fare a meno, dottore, si nasconda pure, dietro o dentro il cannone a ubriacarsi, come fanno i contadini a Bollingen quando sono tristi. Però, come regista e come psicodrammatista, sarebbe meglio che lei non perdesse la presa sul pallone.
Un bravo giocatore gioca la partita con e contro gli altri.
Ciò detto, la Von Franz lascia cadere i boccali sui tetti di Roma e si dissolve nel cielo facendo ciao con la mano.
Rosati costruirà materialmente l'esagramma del giocatore nel 2005 quando installerà dentro i muri del suo studio gli otto trigrammi taoisti (fatti con lastre di cristallo) durante la sua lotta per salvare le riprese del sociodramma Il Piombo e l'Oro del Perdono.
L'immaginazione attiva della Von Franz del Gianicolo riporta Ottavio nel Tao e gli dà la forza per completare Genamore.
Altri due mesi e Ottavio riesce a concludere la post-produzione del lavoro mettendo Plays al fianco della Volpi.
Quando finalmente vede Generazioni d'amore in una moviola a Cinecittà, la Pivano all'inizio batte le mani come una bimba a Disneyland ma poi dichiara tra sospiranti arpeggi della voce:
Che bravi! Complimenti ma questo non è un semplice film: è un madrigale d'amore!
Bello, bellissimo ma incompatibile col mio personaggio pubblico. Si vede che il regista è innamorato della Pivano. Come facciamo ora? Bisogna che ci fermiamo.
Anche se ha firmato un contratto, Fernanda chiede alla Volpi di non vendere Generazioni d'amore a nessuna rete televisiva e di riservare la visione agli studenti del Centro Sperimentale. Dal punto di vista logico è una follia. Dal punto di vista produttivo e legale è una scorrettezza. Dal punto di vista psicologico è un trauma affettivo e professionale. I cristalli di Ottavio si spezzano.
E' uno dei dodici punti che Ottavio denuncerà e perdonerà con il bricconaggio del 2018
penetrando in quella che anni prima era stata la loro camera da letto.
Video del bricconaggio PERDO-NANDA PIVANO
Impossibile capire se il voltafaccia della Pivano le sia stato suggerito da qualcuno e a che scopo.
Rosati è furibondo e protesta che si tratta di un doppio legame. Anzi triplo. Ma si rende conto, come mai prima, di quanto le interpretazioni più giuste siano del tutto inefficaci in alcune situazioni della vita. Bisognerebbe far ricorso alla Legge ma questo spetterebbe alla produttrice, non al regista.
Ottavio inizia a pensare che uno dei limiti della psicoanalisi sia il fatto di muoversi in contesti lontani dai conflitti economici e di potere del mondo reale.
Decide di rispettare l'esagramma T'AI (il creativo) e giura a se stesso che, se non riuscirà a far distribuire Genamore, non dirigerà mai più uno psicodramma in vita sua. Ha fatto il film per amore di Fernanda. Ma ora sente di amare il film più di Fernanda. E, siccome la cosa è chiara a tutti, non si trova più in un doppio legame ma solo in un grande casino.
Un collaboratore definisce Fernanda una carogna ma la Volpi sembra subire il carisma della famosa scrittrice e non fa valere i diritti di esclusiva garantiti dai contratti firmati dalla Pivano.
Un giorno, Ottavio, passando dalla detection freudiana a quella marxista, le domanda:
Senti un po', Grazia: non è che ti sei messa d'accordo con Procacci? Fammi capire...
Non è che gli hai venduto i diritti di esclusiva senza dirmelo e lui ti ha rimborsato il cachet della Pivano?
Grazia Volpi corre in un'altra stanza senza rispondere.
Il giorno dopo, O. trova davanti alla porta di casa per la seconda volta un sacco di spazzatura alimentare con un messaggio anonimo che stavolta sembra prevenire da un collega psicologo:
raffigura lo schema del cosiddetto teatro greco di Karpman (Salvatore - Vittima - Carnefice)
secondo il quale una persona che ha subito un trauma tende a rimetterlo in atto ruotando i ruoli e diventando carnefice del suo soccorritore. Il biglietto sembra un invito alla riflessione ma chi può averlo mandato e perché?
Rosati lo butta via con la spazzatura ma poi va a riprenderlo e lo archivia tra i manoscritti suoi e di Fernanda.
Nel 2017, insegnando agli studenti della scuola di psicodramma le teorie di Jodorowsky e Schützenberger sulla trasmissione intergenerazionale dell'inconscio,
Luciana Santioli dirà che il sabotaggio del film da parte della Pivano potrebbe derivare dall'anniversario di un trauma da lei subito anni prima.
E Francesco Marzano aggiungerà:
Allora dovremmo scoprire che cosa è successo di traumatico alla Pivano quando aveva 51 anni come li ha Ottavio nel 2001.
Dietro la cancellazione che ha fatto lei, potrebbe esserci una cancellazione che lei ha subito. Un trauma di cui Fernanda si vendica.
A questo punto emerge un fatto strano:
Pivano accusa Sottsass di averla cancellata con suo grande dolore da una fotografia del 1967 scattata con Ginsberg ed Ezra Pound. Proprio a Spoleto dove Ottavio da ragazzo sarebbe riuscito a strappare a Pound qualche parola durate il Festival: un colpo giornalistico che nel 1973 spinse l'editore di beat hippie yippie a presentare il 'frugamenti' di Ciao2001 alla Pivano che era in crisi.
I Diari non dicono cosa abbia spinto Sottsass alla cancellazione di Fernanda ma lei scrive che la decisione la ferì profondamente perché per anni, Sottsass l'aveva fotografata accanto ai suoi scrittori americani.
Lo testimonia anche una nota sul Fondo Pivano-Benetton (approfondimento, pdf 27 kb)
Nelle due foto qui sotto con Pound, Pivano e Rosati si sporgono verso il grande poeta col suo walking steak. Colpisce una certa simmetria.
Torniamo ai due film del 2001.
Nel documentario "appropriato e corretto" di Procacci, agli antipodi di Genamore, una Pivano nero-vestita e fedelmente vedovile si aggira
in cimiteri americani dove riposano i suoi amici scrittori, muovendosi tra lapidi e coyote, con una commuovente zoppìa.
Con il blocco distributivo di Genamore Ottavio si trova di fronte alla stessa situazione che rischiava di fermarlo
al Teatro Carignano nel 1986 per il sociodramma pirandelliano con Zerka Moreno.
A settembre, in un'intervista sui giovani a Repubblica ("Generazione muta: anche l'amore è solo un gesto")
Nanda dichiara:
Questa generazione di adolescenti è sfortunata; perché si sente demotivata, offesa, tradita da troppe promesse, da troppe parole e dalla loro ambiguità. Non ha più sogni da sognare, perché li abbiamo già sognati tutti noi.
Ottavio però non si sente demotivato e decide di sfondare la porta chiusa con ogni Mezzo Abile. L'archetipo del Risorgimento passa da Torino a Roma.
Quando dichiara, in un'immaginazine attiva, alla von Franz che la sua fidanzara teologa è bella e intelligente e merita un matrimonio giudaico-cristiano senza conflitti erotici',
Marie-Louise lo esorta a fare per sé stesso quello che ha sempre fatto per Fabio:
"Caro dottore, consideri il rischio di aborto del film come se fosse il rischio di aborto di Fabio. Salvi il Puer dalla morte e salvi il film sulla Pivano dalla Pivano.
Salvi la vita.
Prenda forza dalla bellezza e si ricordi dei versi di John Keats: A thing of beauty is a joy for ever."
L'ambivalenza della Pivano su Genamore continuerà anche nelle dichiarazioni fatte dopo il Festival alternando
annullamenti retroattivi e ringraziamenti come quando Rossana Moretti, in un'intervista alla Pivano "Antiche amicizie", le fa delle domande sul film:
Quando e dove è iniziata la Sua amicizia con Ottavio Rosati?
Ottavio Rosati mi è stato presentato per un’intervista, dall’editore che è rimasto il più caro della mia lunga serie: alludo a Raimondo Biffi, editore dell’ARCANA che mi ha commissionato due libri rimasti nel mio cuore: C’era una volta un beat e Beat Hippie Yippie. Rosati che era molto giovane allora, palesemente molto più maturo della sua età, mi ha impressionato per la sua insolita genialità e mi ha intrigata con la sua conoscenza della psicoanalisi che io invece non conoscevo affatto. Ancora adesso si diverte a canzonarmi perché quando l’ho conosciuto usavo il termine freudiano di “Super io” sbagliandone il significato. Praticamente Ottavio Rosati mi ha insegnato il pochissimo che so della psicoanalisi, naturalmente da amico.
Da un gioco psicoanalitico tra Lei e Rosati che la porta a rovistare nella Sua infanzia e nei Suoi incredibili e straordinari ricordi, è nato un bellissimo e commovente ritratto cinematografico: “Generazioni d’amore”.
Non ne sono sorpresa. La nostra lunga amicizia gli ha permesso di conoscermi bene, anche perché, da quando l’ho incontrato, so con quanta passione svolge la sua attività di regista. Sia in ambito clinico con i suoi psicodrammi, sia nella divulgazione della psicoanalisi, sia in campo puramente creativo.
Le Sue emozioni nel vedere per la prima volta “Generazioni d’amore?”
Credo sia sempre emozionante vedere la propria vita raccontata da altri, tanto più quando è raccontata da amici. Per esempio solo Rosati poteva avere l’idea di circondarmi dei pappagalli di via Lungara o di inserire nel film una scena storica di Gregory Corso mentre legge davanti a una riunione anti-nucleare il suo storico poema BOMB nel quale diede un’interpretazione immortale della non violenza. Quella scena viene da un film sul Naropa Institute in Colorado girato da Costanzo Allione nel 1978: "Fried Shoes Coocked Diamonds". E Allione, che è una persona generosa, ha generosamente concesso a Rosati di inserirla.
E Lei faceva parte del film?
Allione mi aveva chiamata per intervistare Ginsberg e il Rimpoche. Ottavio, che era ancora un ragazzo, faceva parte della troupe dei tecnici, se ben ricordo per le luci.
Che cosa La diverte e che cosa La fa arrabbiare di Rosati?
Di Ottavio mi diverte molto il suo humor che spesso è irresistibile sia quando gioca a canzonarmi, sia quando gioca a canzonare gli altri.
Quello che mi fa arrabbiare non riguarda nessuno.
La Pivano vuole assolutamente evitare la partecipazione del lavoro al Torino Cinema Festival ritenendolo non appropriato.
La Pivano era irremovibile. Io ero furibondo, offeso e disperato. Finché pensai alla battuta de 'Lo Squalo': Ci serve una barca più grande.
Così organizzai una scacchiera nel mio studio con Bernardo Bertolucci che era uno dei testimonial e abitava anche lui nella kasbah. Quando Bertolucci vide la scacchiera disse: Nanda stai tranquilla, non abbiamo fatto 'Ultimo tango a Trastevere'.
Lei scoppiò a ridere e accettò di far partecipare il nostro documentario al Torino Cinema Festival insieme a Beat Film di Procacci.
La sera stessa, a cena, però pone a Ottavio una condizione: Giurami che al Festival non ti presenterai a tutti come il mio amante!
"Il tuo amante? E perché mai dovrei dire una cosa simile? Gli organizzatori del Festival mi conoscono da dieci anni per il mio lavoro.
Sono quelli di Cinema Giovani con cui ho fatto Giocare il Sogno col Teatro Stabile di Torino. Comunque stai tranquilla. Se ci tieni, dirò che noi siamo amanti ma odianti. Più estranei e ostili che in un dramma di Strindberg.
Quale preferisci: Il Padre o Danza di Morte? Scegli tu, Nanda."
Il Festival così programma entrambi i film ma annuncia che la Pivano presenterà solo Beat Film di Facchini che sarà proiettato in sala grande due giorni dopo Genamore.
Sul fronte della lotta spirituale con se stessi, il Maestro di meditazione Vipassana, Corrado Pensa, propone a O. di concentrarsi sull'impermanenza e il perdono. Lo invita a liberarsi dei minidisc dove Ottavio ha registrato i litigi atroci con la Pivano a metà strada tra Chi ha paura di Virgina Woolf e La guerra dei Roses. Ottavio ci pensa. Ci prova, si sforza, ci riprova. Poi finalmente li smagnetizza e butta via tutto.
Al Festival Alessandro Cecchi Paone fa una presentazione di Genamore che piace al pubblico ed entra nel mondo reale.
Fernanda non vuole nemmeno che giovedì Ottavio partecipi alla Grande Festa che Einaudi darà per lei in ricordo dei tempi di Pavese e Spoon River perché è sicura che lui prendebbe a pugni l'altro regista, scatenando una zuffa nello stile di Fight Club di Palahniuk. Perciò si fa promettere da Ottavio che lascerà Torino prima della proiezione del documentario di Procacci. Rosati accetta ma quando vede l'articolo di Maurizio Porro, sul Corriere della Sera si accorge che la sua amigdala è in fiamme e comincia a odiare il documentario concorrente come un primogenito odia il fratellino appena nato.
E si detesta (come scrive Roland Bathes in Frammenti di un discorso amoroso) perché sta cedendo a un sentimento banale e basso come la gelosia.
Ottavio cerca di calmarsi ascoltando in cuffia lezioni sul dharma ma, correndo al parco Valentino, inciampa e sbatte la testa su una pietra. Mentre tampona il sangue con la canottiera alza gli occhio su un grande "albero-antenna". Contatta d'urgenza la Von Franz in Svizzera. Lei gli dà una spiegazione sorprendente:
In realtà, Ottavio, iin questo momento la tipologia di Anima della tua amata non è quella di Sophia ma quella Elena con un pizzico di Kundri.
Il narcisismo di una donna-Anima come Elena di Troia fa in modo che due uomini si facciano a pezzi per lei.
Sia perché la lusinga il fatto di essere la causa di uno scontro scatenato dal suo fascino. Sia perché questo tipo di donna in profondo invidia l'amore tra maschi e lo tramuta in una lotta all'ultimo sangue. Di solito una donna così ha avuto un fratello maschio ammirato in modo esclusivo dal padre che la ha vista come una bambola.
Quindi tu non abboccare all'amo. Sforzati di non odiare l'altro regista e tieni presente che quel poveretto è manipolato anche lui. Fernanda non gli ha detto niente della storia tra te e lei. Comunque fai attenzione: siete passati dalle Generazioni d'amore alle Generazioni d'odio. E' meglio che te ne torni subito a casa.
Prima di lasciare Torino, Ottavio visita, per la prima volta in tanti anni, il Museo Egizio dove va in una mezza trance davanti a due sfingi.
Non sa come, ma quando riapre gli occhi si trova davanti ad una misteriosa statua di alabastro.
Per trascendere le miserie dell'Ego e dei suo inquinanti (attaccamento, ignoranza, collera) Ottavio passa al Centro Studi del Teatro Stabile
per inviare a Fernanda un fax ispirato alla Mettā buddhista (benevolenza e generosità altruista) facendo alla Pivano e al suo nuovo regista i migliori auguri.
Miracolosamente i sistemi emotivi arcaici di rabbia, paura, panico del cervello primario sembrano tranquillizzati dalle regioni superiori del Cervello terziario, Neo Corticale.
Durante il viaggio in aereo per Roma Ottavio legge il Sutra del Loto cercando di tenere a bada l'angoscia di perdita e separazione. E la Rabbia.
Arrivato a casa, è così stanco che crolla su una poltrona e si addormenta. Sono le otto di sera.
A Torino intanto il Festival continua con ''Beat Film'' il documentario prodotto da Procacci, presentato da [[Fabio Fazio]].
Tutto sembra andare per il meglio. Ma non appena la Pivano mette piede sul red carpet tra applausi e fotografi si verifica uno strabiliante fenomeno di sincronicità che blocca la serata e ferma il Festival:
il cinema ha preso fuoco. Tutti scappano.clicca qui)
Fernanda, sullo sfondo sonoro delle sirene di Pompieri e Polizia, telefona subito alla kasbah:
Ottavio, dove sei?
"Dove vuoi che sia, Nanda se mi hai chiamato tu al telefono di casa mia? Sono a Roma. Come hai voluto tu!"
Lei, ansiosa, gli racconta dell'incendio: Ti rendi conto? La proiezione del mio film è stata annullata! Anche alla Einaudi hanno cancellato la festa.
Ottavio risponde che è un vero peccato e che gli dispiace. Ma naturalmente si sente felice come un bambino che apre a calza della Befana accanto al caminetto acceso.
Dietro il telefono di Fernanda la cantante Dori Ghezzi (vedova di De Andrè) incalza: "Controllalo se sta davvero a Roma..."
Rosati suggerisce: "Spiega alla tua amica che mi hai chiamato al numero fisso. Magari si calma..."
E Pivano: Ma l'ho chiamato a casa sua, Dori...
"Ah sì? Ma lui lo sa quanti film di giovani registi sono andati bruciati? Diglielo... diglielo... poveretti..."
La telefonata continua: "Ottavio, lo sai che Luca Facchini, povero ragazzo, mi si è messo in ginocchio dicendo: non sono un regista menagramo, Nanda... credimi: non sono un menagramo...".
"Ma certo, Nanda. Luca è un portafortuna. Confortalo. Dagli un tranquillante o un wisky e andate tutti a cena. Io torno a dormire."
Intervistata dal telegiornale, la Pivano parla di un attentato politico contro il suo pacifismo. Ottavio raccoglie nell'archivio di Plays tutti gli articoli sull'incendio
e ritaglia una dichiarazione di Fernanda (di involontaria comicità) citata in un articolo su La Stampa.
Mi pare una casualità troppo grossa, per essere davvero una coincidenza.
Non credo a un fatto personale contro di me ma forse contro quel che rappresento.
Sono cosi poco importante, che nessuno può averla con me come persona. Ma forse dà fastidio il mio buddismo: il mio pacifismo ad oltranza, il pacifismo non violento che rappresento.
Non tutti amano gli scrittori che ho glorificato con questo film, non tutti amano questo paese, l'America.
Forse, chi ha fatto tutto questo non sa che a essere distrutta non è stata la pellicola di Facchini, ma l'intero magazzino che custodiva le pellicole del Festival.
Sono addolorata, avrei fatto qualsiasi cosa per evitare questo trauma agli amici che sono venuti per me. (La Stampa, 23 novembre 2001 p.11)
Dal diario di Rosati:
Ho appena messo il ritaglio tra le pagine del libro di Jung sulla sincronicità
quando nella mia mente un po' troppo bicamerale compare il personaggio della von Franz che mi invita a fare un'immaginazione attiva.
Corro all'Orto Botanico, abbraccio la vecchia quercia Tolkien umida di pioggia e mi concentro. La intravedo che tiene in mano la scure per fare la legna ma sparisce subito.
Finalmente il fantasma della von Franz prende voce nella corteccia della quercia e sussurra:
So che la tua signora dopo l'incendio ha dichiarato: 'Mi pare una casualità troppo grossa, per essere davvero una coincidenza.' Ma cosa ne sa lei della differenza tra cause e coincidenze? E' come se io parlassi della differenza tra un beat e uno hippie. Ascoltami: l'incendio scoppiato al festival dopo il tuo film e prima dell'altro è una sincronicità. Ed è legato all'archetipo dell'amore proibito. L'Animus della Pivano legato al padre Riccardo, il banchiere, aveva tradito il vostro film, fatto a Roma con due soldi, con quello milanese costato 250 milioni. Ma poi la parte amorosa di Fernanda, la sua psiche nascosta ha costellato il fuoco di Eros per disobbedire al padre e salvare te e le vostre generazioni d'amore. Lei però questo non lo sa.
Tutto questo era anticipato in un tuo vecchio sogno di molti anni fa.
Che sogno?
Il sogno dell'incendio ad Anacapri del 1987.
Cercalo nel tuo piccolo archivio. E se non lo trovi, cercalo nel grande inconscio.
Svegliati! Rifletti! Ragiona! Non fare il Buddha dal cuore d'oro. Idiota!
Il sogno era con te venerdì mattina a Torino quando hai chiuso gli occhi davanti a una sfinge al museo degli Egizi. Ma tu non l'hai visto.
Non lo so. Non ricordo niente.
Il sogno dove Pivano ti disse la strana frase: "Mi piacque il fuoco ma non lo saprò."
Ma che faccio ora? Potrei spiegare a Fernanda la teoria della sincronicità...
E perché mai? Se non è lei a chiedertelo, no! Lascia andare... in ogni caso lei non capirebbe.
Come quando le spieghi per ore la differenza tra proiezione e ldentificazione proiettiva:
alla fine lei ti dice che sei tanto bravo e ricomincia da capo.
E tu ti avvilisci.
Sarà anche un genio letterario, ma non capisci che il pensiero introverso della tua signora/Anima è la sua funzione in ombra?
Ma Jung invita ad integrarla, la funzione in ombra.
La propria, non quella degli altri.
Jung dice anche che, alla fine della vita, il meglio che ci può succedere è di essere decentemente inconsci.
Figuriamoci in questo caso.
Mi sento solo. Sono stanco ma ho voglia di giocare a tennis.
Vuoi giocare a tennis prima di tutto per muoverti su un campo sicuro. Vai a giocare e pulisci bene le linee con la scopa.
E adesso torna a casa e metti sopra i tuoi ritagli stampa la foto di te e lei scattata ad Anacapri.
Ho una domanda... ma posso darLe anche io del tu?
No. Io a te, sì. Tu a me, no. Qual è la domanda?
Mi può dire cosa mi succederà ora?
Non lo so. Sono una psicoanalista, non un oracolo.
Me lo dica per gioco. Se questa è un'immaginazione attiva, ho anche il diritto di influenzarLa. Finora mi sono limitato ad ascoltare...
Va bene. L'hai voluto tu: temo che ora succederanno le cose peggiori.
Alcuni, anzi alcune, diranno alla Pivano che sei stato tu a commissionare l'incendio, come in un film giallo.
Da ieri i due Pivano (lei e suo padre Riccardo dentro di lei) hanno paura di te e un po' alla volta ti faranno sparire dalla circolazione.
Il tuo tempo è scaduto anche perché ricorre l'anniversario della fine del matrimonio col marito archistar.
Inconsciamente lei farà a voi due ciò che Sottsass ha fatto a loro due.
Inversione di ruolo? Mi sento male.
Non c'è bisogno che ora ci pensi.
Però ti posso anticipare i futuri sviluppi del pensiero introverso della tua signora/Anima.
Si tratta di questo: l'ultima cosa che la Pivano scriverà saranno, anzi sono, otto pagine di pensiero introverso.
Le scriverà per te e un giorno le riceverai da un comune amico.
Io e Barbara le abbiamo già lette...
Barbara?
Sì, Barbara, la mia compagna... le abbiamo lette e francamente ci sembrano un po' naif .
Ma secondo noi, a te sembreranno capolavori. Barbara dice che piangerai come un vitello.
Una pagina è intitolata 'La Dolcezza'.
E ora vado. Fa freddo a Bollingen e devo fare legna per il fuoco: il nostro camino non si accende da solo come un festival italiano.
I pompieri di Torino comunque smentiranno l'ipotesi dell'attentato: l'incendio non è doloso ma è causato dall'autocombustione di una pellicola
chiusa dentro un magazzino.
Il produttore esecutivo di Grazia Volpi, amareggiato dal tradimento di lei, commenta: Dio si è espresso! Non ci sono dubbi.
Dalla calza della befana spunta fuori un secondo regalo.
In un'intervista rilasciata a La Stampa, la Nanda ricorda un curioso episodio accaduto a Torino durante la guerra:
un giorno, dopo un bombardamento, Fernanda esce di casa insieme a suo padre, il banchiere Riccardo, e vede due ragazzi su una panchina che si baciano davanti a un incendio.
Fernanda grida Bravi!. Suo padre, anziché unirsi a lei o elogiarla, la sgrida: Tu sei pazza!
Ottavio pensa che quel bravi! corrisponde al bravissimi! con cui Fernanda aveva approvato il copione di Genamore.
E che il suo tentato filmicidio corrisponde al rimprovero del banchiere vittoriano che tradiva la moglie nel demi-monde ma non dava mai scandalo in pubblico: il padre modello.
Tra le foto che la Pivano gli ha regalato, Ottavio comincia a distinguere i ritratti di Fernanda Anima da quelli in cui emerge il suo Animus ricalcato dal padre.
Naturalmente resta innamorato della Fernanda trasgressiva, la giovane e appassionata scrittrice che ama il bacio dei due ragazzi sulla panchina.
Interpellata a Roma, chiamata dal Grande Tiglio di piazza Trilussa (Pronto? Pronto, Marie Louise! Mi senti?) Von Franz risponde subito e suggerisce a Ottavio di rileggere il suo libro Psiche e Materia (1988).
Lui lo rilegge varie volte. Poi ritrova in un'agenda la misteriosa frase del sogno fatto a Capri nel 1987:
Mi piacque il fuoco ma non lo saprò.
Ma che fuoco? Quello della guerra o quello dell'Eros?
Forse il fuoco del Festival li comprende entrambi?
2002
(Nascita di Linkedin)
Siamo a un punto di svolta. Come nello psicodramma, da storia nasce storia.
Dopo l'incendio, esattamente a trent'anni dal loro incontro a Roma, il rapporto tra F. e O. si incrina, come si era incrinato quello tra Fernanda e Sottsass negli anni Settanta.
Un giorno alla kasbah Ottavio, mentre sale le scale col Teto in spalla portandole una merenda di cocomero, sente Fernanda che sussurra a qualcuno per telefono:
Mi pare di vederti, caro, mentre guidi la tua auto da corsa a piedi nudi. E la barca a vela? Quando vai a Portofino?
Uomo e pappagallo si guardano negli occhi, sgomenti sia per il testo che per la modulazione della voce. Lasciano il cocomero ed escono senza spulciare i semi col becco e senza fare domande sul misterioso caro.
La storia ricomincia? Possibile mai? E perché? E da quando? E con chi?
Parafrasando una frase di Allais, Rosati guarda il Teto negli occhi e dice: Caro Teto, è impossibile dire la sua età: cambia tutti i giorni.
2 novembre: Pivano lascia la kasbah
Il giorno di Halloween, sotto una pioggia fredda e livida, Fernanda circondata da una corte di donne (tutte piccole, brune e vestite di nero) trasloca dalla Kasbah senza nemmeno salutarlo.
E si ritira a Miano nell'appartamento annesso alla Biblioteca Pivano di piazza Guastalla.
Uno scherzetto senza dolcetto commenta Fabio.
Prima di partire la Pivano lascia da Grazia Volpi una scatola per Rosati. Quando la aprono ci trovano i gioielli che Ottavio ha regalato a Fernanda nel corso degli anni.
Grazia Volpi resta esterrefatta.
Ottavio reagisce con una sbornia e distribuisce i gioielli in una sola notte a giovani escort in cambio di alcuni acting out freudiani e kleiniani che ovviamente non riescono a consolarlo. Si salva da questa fine solo la collana precolombiana con l'uccello d'oro. Ottavio la regala alla sua amica Rossana che ha organizza i suoi psicodrammi alla Ferrari.
Per superare il suo PTSD, Ottavio inizia una nuova analisi con Nadia Neri
(autrice del libro Un'estrema compassione: Etty Hillesum e di Oltre l'Ombra: donne attorno a Jung).
La Neri, rovesciando il modello della Klein, evidenzia nella Pivano il complesso di una "madre ingrata cioè invidiosa".
Un collega completa l'interpretazione dicendo:
Peggio ancora! Questa Madre Morta dentro la Pivano è un complesso affetto dalla Sindrome di Munchausen by proxy: è una madre che vuole uccidere il figlio.
Fatto sta che L'AMIGDALA nel cervello limbico di Ottavio ha registrato un colpo terribile.
Ottavio rischia la vita facendo alcuni atti mancati. Un giorno sulla strada dell'aeroporto chiude gli occhi e sta per uscire di strada; un amico salva tutti prendendo in mano il volante. Una sera va a dormire lasciando aperto il gas in cucina ma se ne accorge il portiere Gustavo.
Deo Concedente, la serie degli incidenti finisce dopo diversi ritiri intensivi di meditazione Vipassana diretti da Corrado Pensa.
Un amico artista cerca di confortare Ottavio mandandogli un disegno satirico ispirato a La Vedova Allegra di Lehar.
O. ricostruisce il muro tra le due terrazze: per fortuna il nuovo inquilino del n.20 è il musicista e showman Lelio Luttazzi che diverrà amico suo e di Teto
e gli fa conoscere, tra gli altri, Armando Trovajoli, l'autore di Rugantino che una sera gli darà la gioia di intonare al pianoforte:
Nanda non fa la stupida stasera...
Luttazzi e Rosati faranno insieme la canzone "Pappagalli Pappagà" per il teaser del film Cacatoa girato tra Roma e Vienna sulle nozze proibite di due Cacatoa, Romolo e Sissy,
che appartengono a un neuropsichiatra italiano e a un baritono austriaco.
il soggetto di Cacatoa (clicca qui per i teaser del film) costituisce un nuovo genere di eleborazione creativa di socioplay che Plays ha già realizzato in Italia anni prima. La sceneggiatura del film, ambientato tra Roma e Vienna, costituisce, per certi versi, un bricconaggio perché parte da un falso servizio televisivo del TG3 con la vera voce di Margherita Ferrandino che annuncia il sociodramma ecologico Gli Sporcosauri prodotto dalla CE al Teatro Stabile di Catania.
Il protagonista della storia è il baritono Christopher Gluck che porta a Roma la celebre cacatoa "lirica" Sissy per maritarla al cacatoa italiano Romolo di proprietà dello psichiatra Otto Trevi. Il loro obiettivo è produrre una nuova specie di Super Pappagalli capaci di prestazioni eccezionali, sia artistiche che terapeutiche.
Pivano fa sapere di aver nominato suo erede universale Michele Concina, il giovane "architetto mancato" (come egli stesso si autodefinisce) al quale Ottavio a Roma aveva prestato una cravatta di Hermes.
O. reagisce dedicandosi alla produzione di due corti musicali in 3D che Fabio realizza con il programma MAYA. Uno è sulla canzone Kamikaze di Lucio Dalla; l'altro I've got life in Jesus è un gospel dei Rainbow Six dove a cantare sono dei pappagalli inseparabili.
I due video sono presentati a Dalla e al Festival del cortometraggio Arcipelago al cinema di Trastevere.
'Kamikaze' di Lucio Dalla - © Fabio Bonvicini
Quando si accorge che rischia di dare a Fabio l'appoggio che non ha ricevuto dalla Pivano, Rosati torna a fare l'immaginazione attiva con la Von Franz abbracciando la più vecchia quercia dell'Orto Botanico.
'I've got life in Jesus' dei Rainbow Six - © Fabio Bonvicini
La von Franz tarda a rispondere.
Sta cucinando una minestra di legumi sul camino, si gira e, muovendo il mestolo in aria.
Dice che nell'inconscio il percorso più breve tra due punti non è mai la linea retta.
Non consola Ottavio e nemmeno lo rimprovera. Gli parla di un modello archetipico di negazione del tempo dovuto all'amore tra generazioni diverse. Tre e non due.
Spiega che in una coppia di amanti con una forte differenza d'età, può accadere che sia il più giovane a sparire per primo, quasi che non potesse diventare adulto davanti agli occhi dell'altro.
Poi Marie-Louise fruga nella pentola e tira fuori un topolino coperto di fagioli. Lo rinfresca con l'acqua, lo rianima, lo asciuga, gli dà un pezzetto di formaggio e dice:
Nel tuo caso invece non è il giovane che si sacrifica come Antinoo per Adriano, nell'illusione di fermare il tempo. Ma è l'archetipo del vecchio Saturno che divora il giovane. Devi capirlo, anche se ti sembra inconcepibile. Per ora ti servirà a salvarti. In futuro ti servirà a non fare a tua volta quello che ti ha fatto lei. Le stelle sono cadute a terra. Salvati.
La von Franz porta il topolino sulla porta e lo fa uscire con dolcezza. Poi riprende il discorso.
Dovresti pensare che la scelta di Fernanda non deriva da un pensiero vero e proprio. Considerala un'emozione arcaica legata al terrore di morire e alla fantasia preistorica di incorporare la vitalità del Puer divorandolo. Il terrore di morire è di tutti ed è cosciente. La fantasia di divorazione è inconscia, orribile e rettiliana. La Pivano non sa e non capisce quello che fa. E nemmeno tu lo capisci. Lo capirai quando sarà il tuo turno di amare una persona più giovane di te facendo un'inversione di ruolo: a quel punto saprai cosa è l'invidia per ciò che si riceve e dovrai evitare di far vivere a un altro il trauma che vivi tu oggi.
Intanto vi capisco io che amo da anni una compagna più grande di me. Una donna che, a differenza della tua, non mi divora.
La mia compagna Barbara non mi farà mai del male perché conosce sé stessa, conosce me, le fiabe e i miti che parlano dell'inconscio collettivo.
Mentre Fernanda conosce più la psiche dei suoi amici scrittori che la sua.
Quanto a te, hai fatto bene a salvare il tuo Fabio coi pappagalli. Ma pure a restare vicino a Fernanda, perché da qualche parte esiste un tempo e uno spazio in cui lei ti ha amato e ti amerà per sempre. E anche un tempo in cui avete la stessa età nello stesso momento.
Adesso aspetta: il peggio deve ancora venire. Ma, se sopravvivi, dopo potrebbe venirti anche il meglio. Dipende da te.
SX: Barbara Hannah - DX Marie Louise Von Franz
La lunga immaginazione attiva lascia Ottavio esausto. Dorme dieci ore consecutive.
Quando si sveglia chiede a Fabio di cambiare il finale del video dei 'Take Six' inserendo l'immagine di un santino di San Francesco che cade dal cielo su Ponte Sisto mettendo in fuga tutti gli inseparabili tranne uno.
Non sa dire perché ma ci tiene e Fabio lo accontenta.
Il Santino Deus ex Machina, sembra una premonizione del futuro arrivo di quel giovane Francesco, complice attivo e sorridente di Plays che, molti anni dopo,
darà a Ottavio il sostegno affettivo e pratico che Ottavio ha sempre dato a Fabio. In una salutare inversione di ruolo.
Il finale del corto sui Rainbow Six - © Fabio Bonvicini
Per il momento con la produzione dei lavori di Fabio, O. sembra un tentativo di tenere in vita (a ruoli invertiti) l'immagine benevola di Fernanda nei primi decenni.
Questo meccanismo di difesa manderà in esilio in remote regioni dell'inconsciola la rabbia e la frustrazione che solo nel 2018 Ottavio riuscirà a esprimere nei suoi primi bricconaggi.
Perdo Nanda Pivano denuncia una decina di passi falsi e di contraddizioni di Fernanda.
Ne I Cani dell'Acqua Marcia Rosati rivela finalmente, dopo anni di pseudo-perdono, confusione e rabbia implosa, un doppio tradimento.
IL CASO TREVI
Un giorno Ottavio scopre che il suo giovane compagno Fabio durante le sedute di analisi, pagate da Ottavio, fa sesso col prof. Mario Trevi
che per undici anni è stato il didatta di Rosati e che aveva preso in terapia Fabio per curarlo dei suoi (di Fabio) disturbi depresssivi e delle sue (di Fabio) compulsioni gay.
Fabio confessa che gli incontri accadono, oltre che nello studio di Trevi ai Parioli, anche nella casa a Trastevere di Ottavio e Fabio quando Rosati lavora fuori Roma.
Ottavio per anni evita ogni tipo di reazione polemica, anzi (in chiave buddhista) riesce a minimizzare i sensi di colpa e vergogna di Trevi,
Uno sceneggiatore ha fatto notare a Rosati che il giorno in cui in cui Trevi aprì finalmente la porta dello studio con i capelli in disordine, sapeva che Rosati era venuto a prendere Fabio con la moto e lo aspettava in strada da due ore.
Perché i due scopatori segreti si erano fatti cogliere sul fatto come in una commedia di secondo ordine?
Per un banale senso di colpa inconscio o per provocare malignamente un disastro?
Rosati risponde:
La generazione di Trevi (1924) era stata (soprattutto in una provincia come Ancona dove era nato) ancora più persecutoria e sessuofobica rispetto alla mia (1950), a quella di Fabio (1968)
e alla libertà di oggi che Francesco Marzano (1988) descrive sorridendo napoletanamente nel finale del bricconaggio.
In un certo senso, l’unico coming out Trevi l’aveva fatto con me mentre [come paziente e allievo] io cercavo una guida da lui.
Questa storia mi ha confuso e mi ha bombardato di doppi legami. La mia analisi personale e didattica con lui erano durate 11anni!
Per anni ho sentito che non solo dovevo tacere ma dovevo anche proteggere Trevi da sentirsi troppo in colpa per il suo passo falso perché era un uomo coltissimo ma fragilee
Al tempo stesso mi sembrava che mi prendesse in giro. una cosa mi è chiara:
ho fatto questo outing contro l'omofobia in generale non contro le sue vittime, Trevi compreso.
La scuola di Specializzazione in Psicodramma ha pubblicato le reazioni e i commenti degli spettatori al bricconaggio arrivati per mail.
Un docente universitario apertamente gay ha scritto a Rosati:
All’inizio del tuo cortometraggio tu ricordi che molti anni prima Trevi in un’occasione ti aveva proposto di condividere con lui le sue dimensioni gay e che tu avevi rifiutato.
Aggiungi che una notte lo vedesti passare in un luogo di cruising della città.
Su questa base non hai mai pensato che suggerire a Fabio di fare analisi con Trevi fosse, a dir poco, imprudente?
Rosati ha risposto così:
No. Non l’ho mai pensato. Anzi pensavo che Trevi avesse una sensibilità gay che l’avrebbe aiutato a comprendere Fabio.
Come intellettuale, come analista e come uomo nutrivo per il mio ex didatta stima e affetto.
Non ho mai pensato che potesse manipolare e farsi manipolare da Fabio che era in condizioni psicologiche fragili.
Mi sembrava inconcepibile ma mi sbagliavo.
Va detto che la generazione di Trevi (1924) era tragicamente sessuofoba e ipocrita rispetto alla mia (1950) e a quella di Fabio (1968)
e alla libertà di oggi che Francesco Marzano (1988) descrive sorridendo nel finale de I cani dell'acqua marcia.
In un certo senso, l’unico coming out Trevi l’aveva fatto con me mentre, come pazente e allievo, cercavo io una guida da lui.
La mia Anima (Maria) inconscia si è commossa. Forse per questo ho atteso la morte di Trevi per fare il suo outing?
Fabio continua (o meglio inizia) l'analisi con una donna. L'Eros tra lui e Ottavio torna a farsi sentire nello chalet in Sabina dove restaurano un piccolo anfiteatro di tufo.
Qui Ottavio reailzza, con la partcipazione di Teto nel ruolo di Trevi, un nuovo tipo di psicodramma all'aria aperta che chiama
sessodramma alla luce del sole.
Ottavio rivela il doppio tradimento sette anni dopo la morte di Trevi e dopo il matrimonio gay di Fabio in Canada dove gli farà da testimone.
Dopo la pubblicazione sui social del bricconaggio emerge che a Roma, alcuni amici e colleghi erano già a conoscenza della bisesssualità di Trevi
anche se l'analista non aveva mai fatto coming out.
I cani dell'acqua marcia non fa solo l’outing di Trevi gay, ma pure del fatto che nel doppio gioco dell'analisi Fabio, come paziente, e Ottavio, come allievo erano stati traditi.
A chi ha detto che fare outing significa dare la verità in pasto ai cani, Rosati ha risposto:
Voglio troppo bene ai miei cocker per nutrirli con croccantini falsi e adulterati e, quando posso, li disseto e li lavo con acqua corrente. L’acqua Marcia a Roma è tra le migliori.
Nel 2021 la storia del doppio tradimento compare nelle voci OUTING E COMING OUT di Wikipedia che, in seguito sarà cancellata da certo Arturo Benanati un operatore
dell'enciclopedia che dichiarerà di agire per conto della famiglia Trevi.
Uno strano biglietto, inviato a Ottavio e Fabio, dove Trevi confonde San Francesco per San Giuseppe e non capisce chi sia Otto.
La formula dei bricconaggi, in particolare I CANI DELL'ACQUA MARCIA, deve molto, in termini umani e teorici, alla Psicomagia di Alejandro Jodorowsky
che per Ottavio prende il posto di Trevi come maestro,
sia per la sua dimensione creativa anziché saggistica, sia per la sua onestà e trasparenza.
La teoria della tecnica della psicomagia si differenzia dallo psicodramma perché il paziente agisce fuori del gruppo terapeutico
ed è diversa dall'immaginazione attiva di Jung perché Jodorosky risponde alla richiesta di aiuto, come sceneggiatore e regista della performance di cui il consultante sarà l'attore protagonista
Così come Trevi dichiara di amare le zone d'ombra dell'esistenza,
Jodo pone al centro della sua ricerca artistica e terapeutica valori come: Giustizia, Forza, Sopravvivenza, Verità e Coraggio,
tanto nei suoi libri quanto in film come La Danza della Realtà, Poesia senza Fine e Psicomagia.
La locandina di "VIVE LES FEMMES" la psicomagia ideata da Jodorowsky per Rosati nel 2007.
In primavera negli allevamenti di montagna del Loro Parque a Tenerife, col supporto di Marco Fiori del CITES italiano
O. conduce uno psicoplay animalista (con musiche, quadri e immagini 3D di Fabio) sui pappagalli parlanti secondo il libro della Von Franz L'individuazione nella fiaba.
Partecipano all'evento Lorenzo e Marcella Crosta, vet ufficiali dei programmi di recupero dei pappagalli più a rischio di sopravvivenza nel mondo:
l’Ara di Spix a l’Ara di Lear.
Ottavio e Fabio concludono così la prima parte dell'esperienza romana al centro del saggio "Uomini e Pappagalli".
Rosati elabora un progetto televisivo dello Studio Pool di Roma: la serie Portius ideata con Alfredo Antonaros e basata su un gruppo di socioplay.
Siamo al Colosseo con ragazzi che interagiscono con un gladiatore realizzato in 3D. I rumori della città che entrano nel Colosseo a 360° impediscono di realizzare un audio accettabile. Il socioplay si ferma.
Rosati lavora anche al trattamento di un film su Don Benzi scritto con Tania di Martino ma le due produzioni non vanno avanti.
Un virus colpisce l'allevamento di Gudy Landi e un po' alla volta fa fuori tutti i pappagalli.
Dopo essersi rivolta invano a scienziati, biologi e veterinari di tutto il mondo, una notte Gudi muore di dolore stringendo tra le braccia Pilù, il suo Molucche preferito.
A salvare Ottavio con un colpo di scena pirandelliano arrivano Ezio Donato e il Teatro Stabile di Catania che lo invitano a realizzare con l'Università Fantasmi un socioplay sui Sei Personaggi in cerca d'autore dove Rosati interpreta il ruolo di J. L. Moreno e Leo Gullotta quello di Luigi Pirandello.
La post-produzione di Fantasmi con Cinecittà Holding si concluderà nel 2012 con un sociodramma di Pier Luigi Pirandello (nipote di Luigi) al Teatro Valle di Roma dove ebbe luogo la prima del capolavoro di Pirandello.
Per la prima volta in trent'anni O. e F. non passano il Natale insieme. Lei gli fa gli auguri con un quadrifoglio sbilenco.
Ottavio le manda tre copie del DVD di Fantasmi che, prima dei titoli di testa, porta la dedica:
A Fernanda per i fantasmi che abbiamo visto insieme.
Rosati cura per Di Renzo editore l'edizione italiana dell'autobiografia di Moreno
2003
(Arriva sul mercato il Blackberry Quark)
Il silenzio di Fernanda è una forma di aggressione passiva agli antipodi della catarsi e dello sharing in psicodramma.
Non consente risposte e sfocerà nella damnatio memoriae dei Diari che rende impossibile commenti e riflessioni di terzi.
Eppure una parte di O. continua ad amare Fernanda. Come è possibile?
Fabio pubblica con le edizioni Lindau, Incontri Ravvicinati, un libro-inchiesta sul cinema di animazione digitale e parte da Roma per il suo primo contratto di lavoro a Londra. L'ultimo lavoro che Fabio realizza insieme a Ottavio è la favola in 3D I Frulli una tribù di piccoli pappagalli che vivono a bordo di una nave volante.
Nei paesi del mondo in cui lavorerà con crescente successo nel cinema di animazione (Londra, Glasgow, Dublino, Singapore, Montreal, Monaco, Sinouville, Copenhagen, Vienna, Dublino, Dubai, Francoforte, Londra, Vancouver, Toronto) Fabio terrà sempre sulla scrivania una cartolina del prof. X. protagonista del caso I cani dell'acqua marcia.
Il video del vetrinaggio
PDF del commento di Stupiggia e degli studenti IPOD durante una lezione sul trauma
Nel 2017, in occasione di una sua visita in Canada come testimone del matrimonio gay di Fabio (durato tre mesi),
Ottavio la macchierà accidentalmente con l'inchiostro di una penna stilografica. In quel momento si renderà conto di quanto l'acting sessuale di Trevi nel 1994 sia stato dannoso per Fabio.
Nel 2003 aumenta il prestigio della Pivano (sempre più mitica, fragile e babish) in contesti letterari e mondani dove si muove con un corteo di fotografi, segretari, assistenti e ammiratori.
In occasione della prima edizione dei Premi Pivano a Santa Margherita Ligure (assegnati a Renzo Piano, Alessandro Cecchi Paone e Riccardo Muti) F. invita Ottavio a proiettare finalmente Genamore in sua presenza. Poi esita. Il giorno dopo si convince. Ma il giorno prima dell'evento, ci ripensa ancora una volta dicendo che il sindaco le ha chiesto di soprassedere.
Durante la cena che segue il premio, Rosati non riesce a dire una parola. Dopo i brindisi se ne va da solo, senza salutare nessuno.
E' uno dei punti della catarsi psicodrammatica che O. realizzerà nel 2018 penetrando, nel segno di Hermes, in quella che era stata per anni la loro camera da letto.
Video del bricconaggio "Chat Steté"
Nonostante l'analisi gli abbia dato una conoscenza intellettuale del suo stato, O. alterna stati di sconforto e di estrema disponibilità a esplosioni di rabbia e panico di separazione da persone che ama e lo amano. Spesso si infuria per situazioni che lui stesso ha contribuito a creare.
Mentre legge Il Buddha Vivente, il Cristo Vivente (un libro di Thích Nhất Hạnh) in uno stato di mindfulness,
O. avverte un indebolimento dei sistemi sottocorticali che sono sempre stati il suo forte: quelli del GIOCO, della RICERCA e della ATTRAZIONE.
Non si rende affatto conto (gli ci vorranno anni per concettualizzarlo e sentirlo grazie al modello di Panksepp) che in realtà soffre per una iper-attivazione a senso unico, del suo circuito istintuale della CURA-ACCUDIMENTO in risposta ai continui segnali del PANICO- ANGOSCIA DI SEPARAZIONE emessi sistematicamente da Fernanda e Fabio.
Da questo punto di vista Ottavio è uno psicodrammatista a 360 gradi, con la batteria scarica, che continua a fare da carica-batterie alle persone che ama.
(videointervista a Jaak Panseek "How many basic emotions are there?")
Il suo Arlecchino si è preso un'infezione e si è ammalato di vergogna. Anziché saltare, servire e giocare, zoppica e si sente inadeguato.
Ottavio inizia a fare una serie di sogni in cui si trova a vagare, orfano e lost, per stazioni e aeroporti, disperso e senza casa. Li chiamerà i sogni dell'esilio e dureranno anni fino allo studio di Panksepp e a un socioplay. Breve PDF di approfondimento.
Dal 2003 Ottavio pulisce tutte le mattine all'alba il sagrato di Santa Dorotea che di notte diventa un letamaio.
Non può non farlo. Lo considera un piccolo psicodramma teologico. E' all'angolo del Teatro in Trastevere che ospitò la presentazione de La mia kasbah col pazzariello. Qualcuno nel quartiere lo prende per matto. Qualcuno inizia a imitarlo. I frati della chiesa naturalmente lo benedicono ma questo non gli impedisce di polemizzare su decine di questioni religione. Comunque la pratica di ripulitura del sagrato è una delle cose che lo fanno stare meglio.
Dal punto di vista di Panksepp sembra una manifestazione dell'istinto del prendersi cura di qualcuno-qualcosa in mancanza di Fernanda e Fabio.
Rosati passa l'estate da solo, a studiare la letteratura scientifica sul PTSD e ad annaffiare le piante del centro storico che rischiano di morire di sete.
In un lungo momento di disperazione si sente fallito e spregevole, gli sembra che tutto il suo lavoro non abbia nessun senso e valore.
Toccato il fondo, torna nel Parco Nazionale dell'Abruzzo dove era stato con Fernanda nel 1974 ad avvistare orsi, camosci e lupi ma non riesce a scorgere nessun animale. Sembra essere diventato un altro posto: prima sembrava uno scenario di Myazaki ora è una cartolina.
Trascorre una notte nel faggeto, stretto nel suo impermeabile. All'alba abbraccia un albero e inizia a fare immaginazione attiva con la sua amica svizzera.
Marie-Louise arriva sorridendo, come un mentore saggio e cordiale.
Lui le grida che la sua vita gli sembra una serie di frammenti scomposti come il costume di Arlecchino fatto di pezze a brandelli. Dice che si sente come un servitore di due, tre, quattro padroni: un cialtrone che in vita sua non ha mai concluso niente di unitario.
La Von Franz si prende CURA di Ottavio come una madre. Lo ascolta mettendo in ordine dei ciocchi di legna da fuoco. Poi gli risponde:
Caro e fedele amico, ma non vede che questi frammenti sparsi sono gestiti da un personaggio unico?
Il costume di Arlecchino le sembra un patchwork o la coperta all'uncinetto di sua madre. Ma Arlecchino come personaggio è molto di più del suo costume.
Come Le disse anni fa la Sua amica scrittrice, il personaggio è azione e l'azione è il personaggio.
Arlecchino è un mandala vivente, è il Briccone che tiene insieme i pezzi del gioco.
E' lo Spirito Mercurio, il gestore del caos, l'archetipo del teatro.
E' l'impresario magnifico della vita, il regista che organizza tante storie.
E' il giovane eroe che, saltando ovunque, se la cava e aiuta gli altri.
E ora si tiri su e mi dia una mano con questa legna, che l'inverno è alle porte.
E' una questione di integrità. Non stia lì ad autocommiserarsi come un idiota. Con tutto quello che abbiamo da fare... Su, coraggio.
"Arlecchino servitore di due padroni" di Goldoni nella regia di Giorgio Strehler - ph Luigi Ciminaghi - © Piccolo Teatro di Milano.
Quando riapre gli occhi, Ottavio è esausto. Torna a Roma. Si fa una lunga doccia ascoltando le ouvertures di Rossini.
Invita a cena un'amica con cui, il giorno dopo, gioca a tennis. Fa la comunione. Fa sesso. Scrive. Riprende lentamente a lavorare.
Mette in ordine i libri di Fernanda in uno scaffale della libreria, accanto a quelli di Bion, Klein, Ogden e Meltzer.
E li bonifica con un sacchetto di peperoncini.
Rosati conduce una seconda serie di psicoplay aziendali per la Ferrari a Maranello accarezzando la fantasia di guidare a piedi nudi un'auto da corsa come il misterioso Gatsby di Fernanda ma riesce solo a migliorare le prestazioni di chi lavora in un'azienda straordinaria dove gli operai hanno piccole aiuole con alberi accanto alla catena di montaggio.
2004
(Nasce Facebook)
Un cerchio di nuove amicizie milanesi si interpone tra F. e O. e gli altri amici romani.
Lei ogni tanto gli telefona di nuovo e con emozione, come se fosse il suo compleanno o quella sera ci fosse una delle feste alla kasbah.
Una volta lo prega di controllare se hanno consegnato a casa la scatola di vino Berlucchi da portare a Tito e ad Adriana. Poi chiama Adriana e le domanda se ha abbastanza dolci. O. un po' si infuria del doppio legame, un po' si commuove.
2005
(Nasce You Tube)
Ormai Ottavio ha la stessa età che aveva Fernanda quando si incontrarono la prima volta.
Lui si sente tradito come si sentiva lei nel 1973 nei confronti di Sottsass.
Pensando a una gag di Woody Allen, O. decide che dopo tanta analisi non gli resta che andare a Lourdes in cerca di compassione per tutti.
E ci va davvero dicendolo a tutti. Qualcuno lo prende in giro ma dopo il viaggio lui si sente decisamente meglio.
Il produttore Domenico Procacci rivolge al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
un secondo appello per la nomina di Fernanda Pivano a Senatore a vita.
La proposta è appoggiata da nomi illustri del mondo della cultura, dello spettacolo, dell’industria e dell’editoria
ma è sabotata da un personaggio del mondo Beat che accusa follemente la Pivano
di essere stata, ai tempi della contestazione, una spia della CIA e della Questura di Milano.
Anche stavolta la Presidenza della Repubblica respinge la richiesta, per un esubero di senatori a vita.
Fernanda riceve un'altra onorificenza: la Medaglia d'oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte e Ottavio si felicita facendo un sogno
e facendole arrivare dal fioraio di via Manzoni un mazzo di fresie.
O. invita Fernanda al sociodramma del Parents Circle di Tel Aviv su "Il Piombo e l'Oro del Perdono"
(organizzato dal Ministero degli Esteri sul disgelo tra Israele e Palestina) per narrare l'incontro del 1988 a Gerusalemme in occasione del film di Roberto Faenza su L'amante Perduto di Abraham B. Jehoshua. Ma per la prima volta lei non risponde (o qualcuno fa in modo che non le arrivi l'invito).
Anche stavolta le riprese video del sociodramma realizzato tra Roma e Tel Aviv, non sono regolate da un contratto e questo scatena un conflitto tra Plays e un imprenditore che cerva di usarle per pubblicizzare una scuola di alta cucina.
Rosati si infuria e risolve il problema con l'aiuto di un avvocato internazionale che scopre che il suo nemico ha dei precedenti penali.
Ottavio si chiude in casa per un mese e installa nelle pareti dello studio gli esagrammi dell'I Ching con delle lastre di cristallo che fanno passare la luce da una stanza all'altra.
Il sociodramma su Il Piombo e l'Oro del Perdono prevede una seconda parte imperniata sul libro Il Girasole di Wiesenthal che nel 2018 resta ancora da realizzare. Ottavio tornerà sul tema del perdono dieci anni dopo in una "lettera aperta" alla Pivano in cui la perdona di alcune cose e chiede perdono per altre.
2006
(NasceTwitter)
Fernanda pubblica Pagine americane, (Frassinelli) e I miei amici cantautori (Mondadori) dove non menziona la PFM e nemmeno Tito Schipa jr. autore delle musiche di Genamore e dell'album Dylaniato.
Subito dopo, in piena notte, Fernanda, in preda al panico, telefona a Ottavio, gridando.
Gli chiede aiuto perché accanto al suo letto vede un volto misterioso, nitido e reale, un mascherone che la fissa con una lingua di fuoco:
No. Non è una mia fantasia. E' vero. Se ne sta lì. Mi fissa e mi prende in giro. Non se ne va via... aiutami.
Ottavio pensa che il misterioso visitatore "sfottente" abbia la funzione che caratterizza quei sogni di compensazione:
dove l'inconscio ridimensiona un Ego fuori misura, ipertrofico.
In quel momento la Pivano (dopo i due documentari fatti su di lei mentre è in vita) vive nel palazzetto di una Biblioteca a lei dedicata, con una segreteria e uno stuolo di giovani ammiratori che la idealizzano proiettando su di lei l'archetipo della Grande Scrittrice Nazionale, un ruolo rimasto scoperto dopo la morte di grandi autrici della sua generazione come Elsa Morante, Natalia Ginzburg, Lalla Romano.
Il visitatore derisorio potrebbe essere un ambasciatore della psiche profonda con un messaggio: ridimensiona il tuo Ego.
Ma come dirlo a Fernanda mentre è in un momento di panico? Ottavio prova a leggerle per telefono una frase del nipote di Jung, Dieter Baumann:
Il conscio è già nell’inconscio e nasce dall’inconscio. Per esempio, se uno sogna e incontra nel sogno una persona che gli dice qualcosa che egli ancora non sa, questa persona da chi l’ha saputo? A chi appartiene questa consapevolezza? Chi è stato conscio? L’inconscio. Da questo punto di vista, si può dire addirittura che, quando interpretiamo i sogni, in realtà non interpretiamo i nostri sogni ma aiutiamo i nostri sogni ad interpretare noi.
Fernanda risponde che è una frase bellissima ma che non le serve a niente. Grida:
L'uomo che mi deride è ancora nella stanza e mi fissa. Fai qualcosa... ho paura.
Ottavio la invita a fare immaginazione attiva col personaggio, chiedendogli chi è, perché è venuto a trovarla e cosa vuole dirle.
Ma Fernanda non riesce a interagire con l'immagine. Vuole solo che sparisca. Che fare? Ottavio, scherzando, le dice:
Va bene. Passamelo al telefono...
Fernanda scoppia a ridere e si calma. Il personaggio è improvvisamente sparito dalla stanza.
Due giorni dopo, mentre corre a Villa Pamphili, Rosati si ferma ad abbracciato a un pino e nell'Immaginazione Attiva racconta l'episodio del mascherone alla Von Franz. Lei gli dice:
Caro Ottavio, in questo caso Lei è stato teatrante non analista. E nemmeno psicodrammatista.
Si è fatto prendere la mano dal suo gusto per la battuta, come Pulcinella. Non avrebbe mai dovuto dire alla Sua amica: passamelo.
E' stato imprudente da parte Sua... Potrebbero esserci delle conseguenze. Staremo a vedere...
Non ci si deve mai intromettere nelle immaginazioni attive degli altri. Soprattutto quando non funzionano. Il mascherone della Pivano non rientra in uno psicodramma di gruppo!
Non ci si deve far carico di un altro. Glielo dissi anche nell'intervista che mi fece in casa di Carotenuto ma Lei continua a farlo...
Lei è rimasto il ragazzo italiano che pensa: "Proibito ma Possibile!" e si getta nell'impresa come un Deus ex Machina.
Rilegga il mio libro su L'Ombra e il Male nella fiaba. Si ricordi sempre che il confronto tra Io e Inconscio deve essere assolutamente individuale. Senza interferenze. E non dica mai più passamelo a nessuno. Non è mica Gesù Salvatore.
Quando Jung si è fatto carico di quella insopportabile russa isterica... Sabine Spielrein, ha visto cosa è successo?
Lei uscì dalla psicosi e si prese la laurea in medicina. Poi lo accoltellò e lo tradì con Freud.
Nemmeno Ottavio sta bene. Anzi sta malissimo.
Il trauma affettivo crea nella sua mente un impasto di ricordi senza cronologia. Dalla sua memoria spariscono molti episodi soprattutto dei primi due decenni vissuti con Fernanda. Non trova più libri, appunti, fotografie.
Non ricorda di aver collaborato per anni a Chi è di Scena, la rubrica del TG3 del suo amico Moreno Cerquetelli e nemmeno alla Rivista di Psicologia Analitica di Carotenuto.
Alcuni eventi della sua vita gli sembrano essere accaduti molto tempo prima o dopo la data reale. Un caos.
Dovrà ricostruire la sua memoria a lungo termine, pezzo per pezzo creando nuovi circuiti neuronici.
Un paio di giovani intelligenti e generosi lo aiutano a mettere in ordine nei quaderni, le cassette e i diari raccolti a Santa Dorotea. Rintraccia diversi articoli e video negli archivi digitali dei quotidiani e di Rai Teche. Con loro ricostruisce il puzzle del suo lavoro e della sua identità e un po' alla volta recupera la sua storia.
In questi amici trova gli stessi slanci e la stessa semplicità con cui lui ha aiutato Fernanda a uscire dalla sua crisi con Sottsass. Nei suoi archivi emozionali però O. ha interiorizzato non solo la gratitudine di lei ma anche tracce di invidia e intolleranza di limiti e confini. Emerge il rischio di oscurare con la sua Ombra chi fa tanto per lui. E questo lo terrorizza.
Ottavio elabora nell'analisi con Stefano Carta il suo PTSD: qualche volta fallisce ma, tutto sommato, ci riesce. Per un'impresa del genere Roma coi suoi ruderi e la sua bellezza è la città giusta.
In un'immaginazione attiva via-albero, ai fori romani la Von Franz si fa aspettare a lungo.
Quando arriva dice a Ottavio:
Hai perso il filo, ragazzo mio, e devi ricucire i pezzi della tua vita come un sarto. Il sartorello delle fiabe è un Briccone Divino, un personaggio eroico che cuce i pezzi di un fagiolo esploso. (Pdf di approfondimento)
E' lo spirito Mercurio, la funzione trascendente che unisce gli opposti: amore e odio, morte e vita, intelligenza e ottusità...
Dovresti allearti con un sarto. Il sarto. Cerca un sarto, piccolo di statura ma che sia più grande di tutti. Cerca il Dio dei sarti. Diventa suo amico.
E Leggi il Libro Rosso di Carl Jung. E' un grande lavoro di sartoria.
SX: Disegno di Jung per IL LIBRO ROSSO - DX: Roberto Capucci, "Nove Gonne", !956 - © FONDAZIONE CAPUCCI
Il messaggio è incomprensibile anche se l'inconscio sembra padroneggiarne il senso. Ottavio inizia il progetto Capucci sette anni dopo con un montatore esordiente, Filippo Orrù, l'assistenza di Francesco e tre studenti di IPOD. Nel corso degli anni collaboreranno alla produzione di Plays la Fondazione Capucci, Jean Vigo Italia e l'Istituto Luce.
Sempre nel 2006 Rosati inizia una ricerca triennale sul racconto più celebre di tutti, A Christmas Carol e sui reading con cui Dickens passò dal ruolo di scrittore a quello di attore con una dedizione così forte che lo stress delle tournées finì per ucciderlo.
A Cambridge Ottavio intervista Malcolm Andrews, autore del libro Charles Dickens And His Performing Selves.
A Londra assiste a un reading del Canto di Natale realizzato da Patrick Stewart all'Aldwich Theatre con esito trionfale.
SX: Malcolm Andrews - DX: Patrick Stewart è Scrooge nel film del 1999 di David Hugh Jones
Vedendo che tra tutte le versioni ricavate dal racconto (teatro, cinema, musica, balletto, cartoons...) manca quella in forma di psicodramma, O. decide che Plays potrebbe farla in Italia in una chiave popolare, quella del consumismo eno-gastronomico.
Sul piano culturale scopre un legame tra Christmas Carol e la parabola di Epulone dal Vangelo di Luca e mette in cantiere il primo socioplay televisivo del Canto di Natale basato su una versione di Alfredo Antonaros che fa di Scrooge un vecchio avaro proprietario di ristoranti di lusso.
Insieme propongono il progetto a Rai Sat Gambero Rosso che accetta.
La produzione è ambientata in vari spazi della Basilica di S. Maria in Trastevere: dal controsoffitto in cui compare il fantasma di Marley, al giardino, dalle navate ai sotterranei dove i partecipanti incontrano i fantasmi del Natale Passato, Presente e Futuro. (Playlist dei video)
Per mesi O. si cala anima e corpo nei panni di Dickens secondo la scuola dell'attore di Stanislawsky:
Esce di casa in mantello, bastone e cilindro finché nessuno a Trastevere ci fa più caso. Don Mario Zuppi, parroco della basilica, con perfetta letizia francescana, lo autorizza a fare la comunione in costume e con Teto sulla spalla.
Un giorno che Zuppi è fuori Roma, il sacerdote sostituto, sgrana gli occhi a vederlo in maschera davanti all'altare e gli intima di uscire subito dalla chiesa. Rosati non si muove e risponde:
Brother, relax! We love San Francesco and San Francesco loves birds.
Teto fa su e giù con la cresta. Gli altri fedeli approvano muovendo anche loro la testa. E' già socioplay.
Canto di Natale di Rai Sat va in onda dal 24 al 26 dicembre con nove repliche e una regia televisiva disastrosa
perché il direttore decide di spostare le riprese dalla Basilica al Teatro del Gusto di Gambero Rosso dove né i partecipanti né i cameramen hanno abbastanza spazio per muoversi tra i tavoli.
Fernanda è la grande assente di questo sociodramma. Come è assente alla festa di Natale da Tito e Adriana.
Però l'ultimo giorno dell'anno O. trova alla portineria della Kasbah una busta recapitata a mano
che contiene un'edizione inglese di A Christmas Carol illustrata da Arthur Rackam e un ritratto di Dickens su cartolina. Non c'è nessun biglietto di accompagnamento.
Ottavio si accorge di un piccolo quadrifoglio che Fernanda ha disegnato sulle ultime parole del racconto:
God Bless Us. Every One!
Come direbbe Jung, Anima sta per essere straziata da quel tipo di sentimento di rimpianto che i Greci chiamavano Pothos
ma Rosati cerca di mantenere la mindfulness. Il quadrifoglio non ha più la bella forma di un mandala come nel 1977.
In un'immaginazione attiva realizzata abbracciando (a stento) un albero di Natale addobbato, la Von Franz fa notare a Ottavio che la Pivano ha disegnato il quadrifoglio accanto a una bugia e conclude:
Lei, dottore, in questo momento mi sta immaginando. Ma non riesce a immaginare che la sua amica sia
una brava saggista incapace di immaginazione. Del resto neanche io sono Agata Christie. E adesso perché piange come un bambino? Non sia puerile. La smetta o sparisco anche io.
Il socioplay del Canto di Natale tornerà per tre anni in contesti molto diversi da quelli di RaiSat, a partire dal Teatro Moncada a cura dello Stabile di Catania fino all'AIPA di Roma.
In ogni edizione Plays proietterà l'immagine del quadrifoglio accanto al video-karaoke del fantasma di Marley
interpretato da Francesco Carnelutti che durante le riprese girate nel controsoffitto della Basilica fa qualcosa di eccezionale per un attore:
per tutta la durata del monologo non batte mai le palpebre.
Nel marzo del 2006, a due giorni dalla Festa del Padre, entra nel gruppo romano Luciana Santioli di Siena. L'incontro ccoincide con l'ingresso di un pettirosso nella scuola.
2007
(Amazon lancia Kindle, un lettore di e-book)
Muore a Milano Ettore Sottsass jr.
Al di là della stima artistica e culturale, Rosati si domanda perché la sua scomparsa gli dispiaccia tanto
non avendolo conosciuto di persona ma solo come personaggio centrale nella vita di Fernanda.
Inizia a ipotizzare che possa esistere, accanto al classico albero genealogico, un albero fantasmatico,
una rete non solo dei ruoli ma pure delle immagini di quello che Moreno chiamava "l'atomo sociale" di una persona e di un sistema.
Anche questa rete, per quanto fatta di illusioni e immagini, è reale e influisce sulla vita di un soggetto.
Da questo punto di vista le identificazioni proiettive che il soggetto A opera su B corrispondono a ruoli che il regista dà agli attori.
I quali però possono subire i ruoli passivamente o modificarli. Giacché ciascuno di noi vive un oggetto o un personaggio a suo modo.
Un avvocato che colleziona dei vasi di Sottsass, dice a Ottavio:
Non ti è mai venuto in mente che la Pivano ha bloccato il vostro film per evitare che il marito scoprisse una Fernanda amata e felice nella sua vita a Roma?
In pubblico e nella sua politica di divorzio lei voleva rappresentarsi fedele, infelice e vittima del tradimento di Sottsass.
Di cose del genere nel mio mestiere ne vedo tante. Per te che la ami, la Pivano è solo una grande scrittrice ma lei era anche una moglie.
E il problema delle mogli durante una pratica di divorzio sono gli alimenti. La psicoanalisi e il talento non c'entrano niente.
O. fa un sogno. Cammina con Teto sulla spalla e incontra Sottsass in una specie di paradiso degli architetti. C'è pure Fernanda che ha portato un cestino per il picnic. Rosati saluta Ettore come un vecchio amico e, mentre la Pivano apparecchia, lo invita a disegnare per l'Ordine degli Psicologi il Teatro di Psicodramma italiano. Una voce fuori campo rivela che Ettore è un anagramma di Re Teto. Un ideale dell'Io. Non un nemico.
Mettendo in scena questo sogno in un setting di formazione con una ventina di allievi, O. è sopraffatto dall'emozione.
Nel gruppo si verifica una reazione psicosomatica:
la ragazza che interpreta il ruolo della Pivano, nel momento in cui avviene l'incontro tra i due uomini
sente che il braccio destro diventa caldo e quello sinistro freddo ed è sul punto di svenire. Fioccano sharing e interpretazioni di vario genere.
Michela dice che il trauma può essere vissuto nel corpo ma non detto. Lo svenimento è una dissociazione.
O. e Alfredo Antonaros scrivono con Tania di Martino lo script di Ciao Teto una commedia
ambientata in un allevamento sul Delta del Po', protagonista lo chef Igles Corelli.
Mario Amura e Rosati realizzano con la Commissione Cinema Emilia-Romagna, lo storyboard fotografico del film. La produzione però non parte. Pitch: si amavano tutti perché tutti erano innamorati di lui.
La Pivano invia a Ottavio (senza nessuna dedica) il suo nuovo libro edito a Napoli dal loro amico Tullio Pironti
Lo scrittore americano e la ragazza perbene. Storia di un amore: Nelson Algren e Simone de Beauvoir.
Per fortuna la busta arriva alla kasbah poco prima che O. sta per inviare a Fernanda una copia di Tutto per bene, di Pirandello insieme a un biglietto sarcastico per il fatto di non aver ricevuto da lei il libro su Algren e de Beauvoir.
Intanto Alfredo e O. creano anche per un'azienda consociata SKY (che si gioverà delle loro idee) il palinsesto di ARCA, una nuova rete televisiva dedicata agli animali edi compagnia, per la quale inventano dieci nuovi format di programmi.
Questo lavoro finisce nel nulla e qualche format viene imitato da altre reti perché Rosati e Antonaros si sono mossi in totale spontaneità senza preoccuparsi di depositare il loro lavoro alla SIAE.
Da questo momento Rosati affiderà ogni idea alla consulenza legale dell'avvocato Luca Patruno, suo caro amico,
tradendo lo spirito di Moreno nel mettere le iniziative del Puer Aeternus che vive in lui sotto la tutela di uno dei più importanti studi d'Italia specializzati in diritti d'autore.
In ottobre Plays acquisisce dalla Ager3 di Grazia Volpi i diritti di commercializzazione e distribuzione di Genamore.
Una sua antica e cara fidanzata, scrittrice di soap, rivela a Ottavio di essere madre di una figlia avuta da lui.
Ma, proprio come in una soap, si rifiuta di fare accertamenti del DNA della ragazza. Vuole tenere all'oscuro per non turbarla.
Per superare la situazione di stallo e migliorare il suo rapporto con le donne, O. chiede aiuto ad Alejandro Jodorowsky
che, dopo aver ascoltato la sua storia, gli propone una complessa psicomagia in tre tempi.
O. realizza la psicomagia in un angolo segreto del Gianicolo dietro l'Orto Botanico (dove anni prima portava Fernanda e dove ora Dario Argento sta girando un film)
con la partecipazione di Teto che segue da un albero mentre Fabio gira un video dell'evento.
Come O. temeva, la scrittrice di soap decide di andarsene non appena vede Fabio, protestando che lei si aspettava un gruppo solo di donne.
Ottavio la rimpiazza con una Vice che teneva di scorta, come ha imparato dal mondo della lirica.
Il gioco suggerito da Jodo produrrà un profondo effetto non solo su Ottavio ma su tutte le amiche che vi hanno partecipato.
Nel 2012 Rosati a Firenze parteciperà con Jodorowsky a un convegno su Art-È Cura:
gli dirà che la sua psicomagia ha funzionato ma che gli sembra il momento di farne una nuova perché è di nuovo nei guai:
si è innamorato alla follia di Carmen un'americana bionda che si è laureata in archeologia a Parigi ed è venuta a vivere con lui alla kasbah. E' preoccupato perché qualche volta, per lapsus, gli scappa di chiamare Nanda.
Ottavio fa di tutto per farla felice e cerca anche di giocare e lavorare insieme a lei in diversi set, a partire da "Fantasmi" su Moreno e Pirandello.
SX: Carmen ride in una scena di "Fantasmi" alla sartoria del TSC - DX: Carmen, sul set de "La Moda Proibita" gioca con abito da sera di Capucci.
Ma non è facile. Carmen ha sofferto di gravi trascuratezze e ha lasciato la famiglia a quindici anni senza smettere di lavorare un solo giorno, rifiutando varie offerte di matrimonio tra cui quella che le ha fatto Ottavio a S. Dorotea. A misura che Ottavio le si lega, spunta fuori da lei una personalità oppositiva che Antonio Bertoli (studioso di psico-genealogia) chiama Lady No e che Rosati tenta invano di risolvere dicendo no al no anziché trovare una Lady Sì.
Se il passato difficile ed eroico della ragazza commuove molto Ottavio, la reazione di lei lo frustra moltissimo. Per sei anni fa qualunque cosa concreta e mentale per lei (compreso il fatto di andare per una terapia a tre da un analista (che purtroppo manipola il setting) prima di rassegnarsi al tradimento di Carmen che - ovviamente - è una replica del tradimento fatto da Fernanda.
Dopo una caduta dalla bicicletta che lo mette in carrozzella, come ne La finestra sul cortile di Hitchcock, O. tocca il fondo e passerà al contrattacco dedicando a se stesso e a Carmen un bricconaggio in chiave di Play Back Theatre dove diventa spettatore, oltre che attore, della sua dipendenza erotica.
Rosati chiamerà una giovane attrice bionda, a fare il ruolo della sua fidanzata americana in una serie di video clip autoironici realizzati negli orari, nei luoghi e negli abiti che ha regalato alla vera Carmen.
A una cena di Art-È Cura, quando Ottavio gli presenta la sua fidanzata definendola La mia donna che visse due volte, Jodorowsky alza un dito e (senza sapere che lei fa il lavoro che avrebbe voluto fare la madre di Ottavio) dichiara:
Non sono due volte, Ottavio. Sono tre! Anche se siete entrambi innamorati, il peso di questo rapporto ricade tutto su te.
Una delle migliori conseguenze dell'amore per Carmen sarà l'adozione di Winnie che nel 2015 mette al mondo nove cuccioli tra cui Duffy. Il destino ha parlato: Ottavio, non potendo risolvere la sua coazione a ripetere l'innamoramento per bionde hitchcockiane che lo massacrano, la sposta sulle Cocker Spaniol.
Con questo turning point, due dolci mammifere (dalle grandi orecchie che sembrano chiome) prendono il posto di Teto e Iside.
Rosati e il suo amico vet Amerio Croce sistemano i mitici cacatoa in una tenuta per pet therapy in Ciociaria dove i pappagalli fanno amicizia con cani, gatti, asini, papere, capre e psicologi. E sono finalmente liberi di scartocciare alberi e gridare tutto il giorno senza scatenare le proteste dei vicini della kasbah.
Per festeggiare la nascita dei cuccioli O. trasforma La Finestra sul cortile di Hitch in un omaggio alchemico al Grande Vetro (che è tra le opere più complesse e affascinanti di tutta la storia dell'arte occidentale) inserendolo nella terrazza di Romolo alle spalle degli undici cocker.
Un giorno del 2018 che vanno insieme alla videteca di Rai Teche, Francesco gli domanda che rapporto corre tra Duchamp e lo psicodramma e Ottavio gli risponde:
Devi sapere che, durante un trasporto, il Grande Vetro si ruppe. Si spaccò come si dissocia un soggetto a causa di un trauma, ma Duchamp preferì non ripararlo, accettando che anche il caso e gli incidenti attivati dalla realtà dell'opera concorressero alla sua creazione.
Ho pensato a Carmen: senza di lei i nove cocker non sarebbero mai nati ma lei li ha abbandonati a causa di un grossolano acting out dello psicoanalista al quale ci eravamo rivolti per una terapia di coppia. Tutto questo, nel bene e nel male, fa parte del Ready Made e dell'Assemblaggio e per accettarlo non bastava l'amore terapeutico che ci insegna Moreno. Perciò ho trovato aiuto nel genio alchemico di Duchamp.
Col biglietto di auguri del 2015 volevo dire che lo psicoplay non può sempre riparare i danni del paziente ma può sempre mostrare l'amore dello psicodrammatista e gli incidenti del transfert e del trasporto.
Questo la psicoanalisi tradizionale non te lo dà.
Perché l'Hermes psicodrammatico è essoterico e spalancato come una finestra sul cortile e mostra tutto a tutti. Ne fa un play.
Invece il Mercurio della psicoanalisi ha una s in meno: è esoterico ed ermetico.
Il culto della privacy può essere solo opportunismo e ipocrisia. Nasconde i suoi limiti e, non potendo farne un'opera, ne fa una prudente virtù.
Si sbaglia sempre a porte chiuse. Non osa. Non esagera. Non si espone.
2008
(Gli americani scelgono Barak Obama come presidente)
Nuovo colpo di scena. Bompiani pubblica il primo volume dei Diari della Pivano (1917-1973) dove non figura il nome di Ottavio che, a partire dal 1973, le ha visto scrivere per quasi trenta anni con la sua matita a punta morbida.
Qualcuno ha influenzato Fernanda oppure si tratta di una fantasia di sparizione creata dal pensiero magico di una bambina vittoriana che gioca con le bambole, come un complesso autonomo e fuori controllo?
I fatti della realtà sono cancellati da una damnatio memoriae che su Rosati ha una ricaduta traumatica così forte che resta ammutolito e non dice niente alla Pivano, quando lei gli telefona.
E' uno dei dodici punti che Ottavio denuncerà (e perdonerà) nella catarsi psicodrammatica che realizzerà nel 2018 penetrando in quella che anni prima era stata la loro camera da letto.
Clicca qui per il bricconaggio "Chat Steté per Pivano Silente"
Nei Diari così mutilati non figurano centinaia di episodi ed eventi vissuti insieme da F. e O., nemmeno quelli descritti in molti suoi libri, lettere e articoli reperibili negli archivi digitali di giornali e riviste. Sono tutti spariti nel nulla.
In netto contrasto con quella che la biblioteca Pivano-Benetton definisce l’acribia di Fernanda Pivano nel conservare carte personali e di lavoro.
Le pagine traboccano del name dropping di celebrità con cui la Pivano ha avuto incontri sia importanti che fugaci, mentre fatti ed eventi di rilievo vissuti insieme, mancano oppure sono attribuiti ad altre persone o a un figurante anonimo.
Quando menzionano Generazioni d'amore, i Diari non ne indicano l'autore, come se il film fosse un figlio senza padre. Il "ragazzino" degli anni Settanta e pure l'adulto degli Ottanta e dei Novanta non sono discussi o criticati,
sono annichiliti nel segno archetipico di Arpocrate che in area greca e romana, rappresenta il dio del silenzio, con il dito alla bocca e cinto di un mantello cosparso di occhi e orecchi.
Rien ne va plus in un nuovo gioco di prestigio dove è il cilindro del prestigiatore a sparire nelle orecchie di un coniglio.
E' possibile che questa disintegrazione sia (esclusivamente) opera della Fernanda che raccomandava di mettere l'integrità al primo posto? Ma quale integrità? Quella dell'Ego o quella del Sè?
C'è forse sotto la regia di qualcuno? Impossibile capirlo.
Per quanto desaparecido, Ottavio è vivo. Ogni tanto Fernanda lo chiama al telefono come se niente fosse.
Oltre che un danno (vero o presunto) all'immagine pubblica di Ottavio, la damnatio crea un grave problema psicologico.
Il persecutore interno di Rosati ha modo di insinuare che gli saranno attribuite azioni vergognose e indicibili: la sparizione del suo nome nei Diari, costituisce un doppio legame, visto che nei Quadrifogli Fernanda ha scritto di lui:
Ventisette anni, tu diventato famoso ma senza più i ricciolini neri. Hai 50 anni, non è possibile.
Per me ne avrai sempre 18 a spiegarmi cos'è il Super io, a dirmi senza ridere che l'uomo è cacciatore,
a chiedermi cosa vuol dire "he took my cherry" di Ginsberg.
Quanti ricordi, quante birbonate, quanti petali dolcissimi della tua gentilezza, quanto dolore per le tue scelte,
quante speranze per il tuo futuro di intelligenza e bravura.
Grazie, Ottavio, Dio ti protegga sempre.
Interi episodi della vita di Ottavio scompaiono anche dalla sua mente. La sua memoria si impasta e si riempie di buchi.
Per mesi non è in grado di lavorare e, per vivere, inizia a svendere le sue proprietà alla metà del loro valore. Patisce una dispersione dell'identità e una malattia fisica per cui viene operato. Si sente disperso e triste e (sedondo la fenomenologia del trauma) continua a proteggere Fernanda, iniziando a vergognarsi di se stesso.
Gli capita spesso che alla cassa di un negozio o di un cinema gli diano un resto inferiore a quello giusto. Ottavio si rende conto dell'imbroglio ma si sente bloccato e non riesce a dirlo perché un'altra voce insinua che potrebbe essersi sbagliato.
Dopo un anno di analisi il sintomo si riduce e sparisce. A quel punto Rosati osserva un dettaglio: se chi è alla cassa è in malafede, corregge il resto immediatamente, non lo guarda mai in faccia e non chiede scusa.
Gli amici di Ottavio sono preoccupati. Soprattutto quando lui reagisce al trauma con improvvisi e compulsivi scoppi di collera pieni di sarcasmo e disprezzo o manifesta attacchi di gelosia immotivati di cui, subito dopo, si dispiace e chiede scusa.
Ottavio studia la letteratura scientifica sul PTSD, a partire dagli studi dell'analista junghiano Donald Kalshed, di Philip Bromberg e Bessel Van der Kolk.
In futuro queste letture sfoceranno in una ricerca della scuola di formazione Ipod
con lezioni di Maurizio Stupiggia
sull'efficacia terapeutica dello psicodramma e dell'EMDR per i soggetti traumatizzati dal tradimento di persone amate o degne di fiducia.
Stupiggia collaborerà, con un commento al bricconaggio di Plays I cani dell'acqua marcia del 2018
in cui Rosati, a distanza di 24 anni, elabora una manipolazione traumatica aggredendo in chiave psicodrammatica i responsabili di un doppio tradimento.
PDF della lezione di Stupiggia - Il video di Cristiano Pinto
Queste ricerche insegnano che la vischiosità di alcuni sintomi può far emergere antichi e catastrofici "vissuti non pensabili" in attesa di consapevolezza, catarsi e lavoro creativo.
Così nel 2017 Ottavio metterà in cantiere due nuove tecniche di psicodramma.
La prima IL VIDEO PLAY è un'estensione della Scacchiera con varie funzioni analitiche e terapeutiche.
Dopo che il paziente concretizza metafore dei suoi oggetti interni grazie ai modellini, l'analista amplifica e chiarisce le sue interpretazioni creando giochi di specchi e luci
e propone al paziente di fotografarli e/o inquadrarli con dei piani sequenza realizzati col suo smart-phone.
La tecnica del videoplay si basa su un giocattolo terapeutico (ispirato alle teorie sulla funzione riflessiva di Fonagy e Target)
dove l'analista muove, come uno scenografo, un parco di piccole luci e puntatori laser su diverse quinte mobili fatte di specchi unidirezionali.
Davanti e dietro al primo vetro-specchio il paziente colloca delle miniature corrispondenti a se stesso e alla persona con cui sente di avere dei problemi di rispecchiamento:
caregiver, coniuge, amante...
L'analista interviene con un gioco delle luci che aiuta il paziente a fare una serie di scoperte corrispondenti a verie propri insight.
Facciamo un esempio.
La foto qui sotto rappresenta la fase di dispersione dell'identità di Ottavio causata dalla damnatio memoriae (cioè dalla cancellazione radicale) operata nei Diari della Pivano dove o l'autrice o i curatori dell'edizione (?) hanno fatto sparire nei trenta anni il nome di Rosati dall'indice, a dispetto degli articoli, dei testi e dei manoscritti in cui Fernanda lo ringrazia di averle salvato la vita.
In questa scacchiera di vetro Ottavio si rappresenta come non inquadrato da una damina livida e ricciolente con una sua scia di ombre vaghe e fredde.
Per quanto rimosso e negato, Ottavio (il cavaliere marrone e bianco di spalle) non si rappresenta come assente o inesistente ma come un uomo desaparecido.
Riesce a vedersi, sia pure sfocato.
E vede che da questo specchio unidirezionale e rifiutante emerge solo la donna infiocchettata che (tenendo uno scrigno sotto il braccio) gira la testa a sinistra con gli occhi chiusi
che la Klein definirebbe in-vidianti.
La foto coglie solo un aspetto del quadro. Il piano sequenza del video play, cambiando l'inquadratra, rivela ciò che il cavaliere sta offrendo alla dama infiocchettata: la propria spada.
Questa metafora a sua volta divnt suscettibile di una interpretatio duplex.
La seconda tecnica terapeutica è un nuovo tipo di catarsi che Ottavio sperimenta con l'aiuto di un terapeuta esperto e corazzato come Io ausiliario.
La chiama IL GIOCO DEGLI OCCHIALI ® (pdf di approfondimento)
Si tratta di uno psicoplay in cui il soggetto indossa diversi tipi di occhiali con montature simili a maschere corrispondenti a vari stati d'animo. Il paziente, con l'aiuto di un abile antagonista, può rivivere sul piano teatrale le catastrofi vissute e non pensate di cui parla Winnicott. Questo gioco non è facile ma è efficace. Fa pensare che il vero perdono non sia solo un'operazione filosofica e spirituale ma debba fare un ricorso omeopatico a una catarsi forte e aggressiva per prendersi gioco della rabbia arcaica attivata nei sistemi sottocorticali.
Il gioco degli occhiali non è proponibile a tutti. Richiede terapeuti e pazienti in grado di gestirlo. (pdf di approfondimento)
SX: Il giovane Moreno negli anni dello Stegreiftheater - DX: la famiglia di Pirandello alla nascita del primogenito Stefano. Al centro un teatro moderno a pianta centrale.
In ottobre il MIUR approva finalmente la Scuola di psicodramma IPOD PLAYS come Istituto di Formazione in Psicoterapia con presidente garante il prof. Vincenzo Caretti al quale subentrerà il prof. Vezio Ruggieri in seguito a un conflitto sorto tra la logica universitaria e i teatri a pianta centrale fatti per le Maschere Nude.
2009
(Nasce WhatsApp)
Il giorno del suo compleanno, come se niente fosse accaduto, Fernanda chiama Ottavio al telefono per fargli gli auguri per la scuola di psicodramma e conclude la telefonata dicendo:
Tesoro mio. Auguri... Che dici? Vuoi che facciamo uno psicodramma col pianoforte per la tua festa?
La prima domanda per il riconoscimento della scuola di psicodramma è respinta dal MiUR.
Un professore, forse ignaro del libro di Caillois I giochi e gli uomini, confonde PLAY con GAME e spiega accademicamente a O. che il nome PLAYS farebbe pensare a una scuola di videogiochi.
O. ricorda di averlo incontrato (il professore, non Caillois) con Fernanda a cena da una giornalista dove lui raccomandava a tutti una cartomante romana abilissima in questioni di cuore.
Il suo amico Vinicio, custode dell'Orto Botanico dopo una grande nevicata invita Ottavio a fare un video nei viali con Teto e Iside, lasciando le orme sul manto di neve intatto.
O. fa un sogno dove la Von Franz sorridente suona il pianoforte portando sulle mani i gioielli di F. e una penna del Teto
mentre la Pivano spacca la legna con una faccia lamentosa. I volti delle due donne si confondono finché Ottavio grida:
Siete due grandi scrittrici! Fate pace, se non volete farmi impazzire!
Ad agosto Fernanda Pivano muore a Milano lontana da Ottavio. Lui lo viene a sapere dalla radio e si sente straziato e avvilito.
Al termine del funerale celebrato da Don Gallo a Genova, Ottavio e Tito Schipa jr., a nome di tutta la Kasbah, portano la bara sulle spalle per il suo viaggio di Addio. A Roma organizzano una Messa di suffragio a S. Dorotea a fianco del Cinema in Trastevere dove il pazzariello presentò Amici scrittori.
F. ha vissuto (con qualche aiuto) 92 anni. O. ha 59 anni (e non si sente benissimo)
La Fandango di Procacci pubblica il DVD di Farewell to beat di Luca Facchini insieme al libricino della Pivano Un po' di emozioni.
Poco dopo un avvocato da Milano scrive a Plays di non vendere Generazioni d'amore né alla Rai né a Sky.
Una telefonata di Michele Concina, erede della Pivano intima a Ottavio:
Senti bene Rosati: se fai circolare il tuo documentario ti faccio causa e ti porto via un sacco di soldi.
Ottavio risponde:
Mi sembra difficile perché non li ho. Comunque grazie, Concina: stai lavorando per me e non lo sai.
In un sogno ambientato all'Harris Bar di Venezia, O. si trova in compagnia di Jung e del couturier Roberto Capucci.
Jung dice: L'Animus di una donna è una volpe abilissima a cancellare le sue tracce con la coda.
Capucci risponde: Certo, professore. Nell'Alta Moda la coda è indispensabile. L'ho messa anche alla professoressa Montalcini quando le ho fatto l'abito per il Premio Nobel.
Un cameriere porta dal bar tre bicchieri di Martini usando il Libro Rosso come vassoio e Jung osserva:
Manca un bicchiere per fare un quadrato. Non possiamo brindare finché non arriva il dr. Moreno.
I funerali della scrittrice di cui è innamorato dovrebbero essere finiti. Ora sta reggendo la sua bara. Ma dovrebbe arrivare da un momento all'altro.
Il significato sogno è abbastanza comprensibile.
In realtà non si tratta di aspettare un momento. Passeranno nove anni prima che Ottavio riesca a fare il lutto di Fernanda andando per la prima volta nel 2018 al cimitero di Genova dove la Pivano riposa accanto a sua madre Maria.
In una giornata di pioggia e neve, Ottavio le porterà due pagine di questo ipertesto
per fare la psicomagia di liberazione suggerita da Jodorowsky in casi del genere.
Invece del filo di lana rossa legato alla tomba che Jodo consiglia di tagliare con le forbici, Rosati strapperà con le mani una striscia dei sacchetti di plastica nera che tiene in tasca quando porta a spasso i suoi cocker. E lascerà sulla lapide due foglie di ortica e due fiori bianchi.
La foto con Winnie e Duffy al centro (tra le due torri di Bollingen) è del marzo 2018. © PLAYS
Nel 2009, dopo il sogno del Libro Rosso, Ottavio va in pellegrinaggio psicoanalitico alle torri di Jung e Von Franz a Bollingen dove trova una certa pace. Passeggiando lungo il lago Ottavio capisce che lo psicodramma di cui parla il sogno,
è un'operazione psichica che non passa solo per il pensiero e per il sentimento che hanno caratterizzato la relazione con Fernanda.
Il futuro gli richiede l'integrazione della funzione rimasta in ombra: la sensazione estroversa che nel sogno è simboleggiata da Roberto Capucci.
Per inaugurare la scuola IPOD, PLAYS organizza nell'ottobre del 2009 un incontro alla Casa del Cinema dove finalmente proietta Generazioni d'amore a Roma, con una presentazione di Italo Moscati, Moreno Cerquetelli e Giuliano Montaldo (Clicca qui).
Segue una Grande Festa nella sala della terrazza della di Santa Dorotea vicina alla Kasbah, che ospiterà le lezioni della scuola per i primi tre corsi.
Rosati inizia una nuova analisi con Stefano Carta che lo rimette in piedi. E' l'ottava terapia perché dal 1972 non ha mai smesso la sua analisi rivolgendosi a :
Dora Bernhard, Aldo Carotenuto, Paolo Aite, Mario Trevi, Giusy Cuomo, Claudio Modigliani, Nadia Neri
ai quali vanno aggiunti il Maestro Silvano Uttinacci, Gennie e Paul Lemoine, i suoi insegnanti di tennis e Corrado Pensa Maestro della meditazione Vipassana.
Tre mesi dopo, il 15 novembre, muore anche il padre Giovanni a 98 anni, circondato da nuora, governante e i due nipoti (Claudia e Giovanni) figli di Gianpaolo che fa il medico e ha dato al figlio maschio il nome di suo padre. Tutto per bene, direbbe Pirandello.
Il sociodramma del funerale avviene alla Chiesa di S. Dorotea a Trastevere. Sul feretro Gianpaolo appoggia la bandiera con lo stemma dei Savoia e la sciabola di capitano dell'esercito. Ottavio posa sulla lama una penna bianca e gialla di cacatoa
e racconta che, durante la guerra Giovanni salvò gli archivi del Registro spostandoli nei sotterranei del Teatro dell'Opera di Sulmona, con un colpo di Spontaneità che, invece di una medaglia, gli portò la sospensione dello stipendio.
E per finire cita il suo Papà-mantra: Tutto sommato la cosa più importante nella vita è la bontà.
2010
(Nasce Instagram - Nasce Snaphat - L'uso delle App supera quello del web)
A un anno di distanza dalla sua morte, Bompiani pubblica il secondo volume dei Diari della Pivano (1974-2009)
dove continua la damnatio memoriae. Rosati stringe i denti e si sforza di ignorare il fatto di essere ignorato. Continua a presentare Genamore alle rassegne e agli incontri dove lo invitano, soprattutto quando può dare all'evento una dimensione psicodrammatica.
A marzo O. realizza al Teatro Valeria Moriconi di Jesi con Teto e Iside il video "Stelle Sopra Stelle Sotto" in occasione dello spettacolo La canzone di Nanda con la regia di Gabriele Vacis dove Giulio Casale lo invita a proiettare il film e a condurre un socioplay sulla poesia femminile. L'evento infatti coincide col giorno della Festa delle Donne.
A maggio O. registra con Milena Vukotic il video-poem La mia Nanda nel corso di un reading psicodrammatico a cura di Enrico David Santori.
Tra gli amici al fianco di O. c'è il dr. Lucente, un mentalista conosciuto al Teatro Stabile di Catania che legge le ultime pagine e lettere scritte da Fernanda su Ottavio e le interpreta in termini di suggestione ipnotica su come Rosati si dovrebbe comportare per sentirsi amato e apprezzato da lei: togliersi di mezzo uscendo di scena.
Il mentalista si domanda se la Pivano (e qualcuno accanto a lei) abbiano praticato intuitivamente le strategie e i trucchi dei prestigiatori, senza rendersi conto della loro pericolosità. Di fatto Rosati, dopo la rottura, ha rischiato di perdere la vita in un incidente.
Come ha già fatto Stefano Carta in analisi, anche il mentalista spiega le ricadute della damnatio memoriae operata nei Diari di Bompiani, nei termini di Jaak Panksepp (1943 - 2017) lo psicobiologo che ha coniato il termine "neuroscienze affettive" per indicare il campo delle neuroscienze che studia i meccanismi neurali dell'emozione nei mammiferi, dai topolini agli uomini.
Nella sua lettera Lucente dà alcuni consigli su come risolvere situazioni simili a quella di Ottavio. (Pdf di approfondimento 98 kb)
Negli anni futuri la scuola Ipod Plays studierà un nuovo tipo di psicoplay sulla base della teoria dei sette sistemi sottocorticali del CervelloMente di Jaak Panksepp: SESSUALITA', COLLERA, PAURA, SOFFERENZA, CURA, GIOCO, RICERCA.
Colpisce che alcuni di loro coincidono con i personaggi del film della Disney-Pixar Inside Out. (video di Panksepp)
PAURA, RABBIA, GIOIA, TRISTEZZA, DISGUSTO. Rispetto ai sistemi di Panksepp non figurano nel film: CURA, SESSUALITA' e RICERCA
Un po' alla volta Ottavio si accorge che nella sua mente i sistemi istintivi di Paura, Collera e Sofferenza si attenuano mentre si riattivano finalmente quelli di Ricerca e Gioia-Gioco. Sia in ambito creativo che nelle conversazioni col suo allievo storico Enrico Santori e i nuovi studenti della scuola IPOD PLAYS.
Un segno di questa rinascita è la teorizzazione dei Giochi di Bricconaggio (File di approfondimento)
esposta durante un seminario sul pensiero positivo di Seligman e la Spontaneità di Moreno, tenuto alla Facoltà di Psicologia di Roma Sapienza
dal prof. Accursio Gennaro.
Rosati fa vari esempi clinici tra cui un video-bricconaggio dedicato a uno studio romano che ha scritturato Teto e Iside per realizzare con Plays e l'attrice Valeria Solarino delle foto 3D per il Corriere della Sera.
Dopo un sociodramma sul caso Pivano, realizzato alla scuola di formazione di IPOD, Francesco (giovane psicologo specializzato in cartoons, pupazzi e orsi di vario genere) invia una mail con la foto di un orsetto viola sotto un dito che fa passare il suo colore dentro un orsetto giallo:
Salve Ottavio, questa foto mi ha colpito. Mi sembra che raffiguri benissimo il meccanismo dell'identificazione proiettiva di cui parlavamo ieri. Che ne dici?
A differenza della semplice proiezione, l'Identificazione proiettiva si può verificare solo tra persone che sono in stretto contatto.
Dunque, la Pivano è l'orsetta viola. Tu sei l'orsetto giallo. Lei ti ha trasferito come un veleno, la sua depressione per il divorzio dal marito. Ha fatto a te quello che lui ha fatto a lei. E nelle date corrispondenti. Il dito che preme sull'orsetto viola, allude a qualcuno che ha tutto l'interesse a favorire questa scarica per usarti come "orso espiatorio". Calcola pure che gli scrittori di talento riescono ad influenzare i giri frontali inferiori del cervello e soprattutto l'amigdala del lettore. Fernanda Pivano era molto brava in questo, anzi era geniale. Tu però non dovresti farti più violare!
Rosati gli risponde con questa mail:
Bravo! Mi ha colpito il gioco di parole sul fatto che l'orsetta viola stia violando l'orsetto giallo.
La metafora può essere utile per chiarire le idee ai pazienti che subiscono una manipolazione affettiva o un'identificazione proiettiva.
Dopo la tua mail, ho fatto un po' di immaginazione attiva che sembrava un'animazione digitale 3D. Ti racconto cosa mi è passato per la testa, tra immagini e pensieri:
1. Quel cordone fisso tra orsi esiste solo nei rapporti madre-bambino.
2. I due orsetti, più che collegati, sembrano "orsetti siamesi".
3. L'orsetto giallo per fortuna conosce e gioca anche con altri orsi e orse.
4. Ho visto l'orso giallo che respingeva il colore viola indietro verso il mittente.
5. Ho immaginato un nuovo dito che spezzava il cordone.
7. Ho immaginato che il colore viola usciva dal giallo e diventa inchiostro.
8. Poi ho immaginato che l'inchiostro collaborava con altri inchiostri per scrivere una storia policroma.
Grazie di tutto e ciao!
Rosati invia a tutti gli studenti della scuola di formazione lo scambio di mail. Nella lezione seguente dirige lo psicoplay winnicottiano Orsetti transizionali.
Pochi giorni dopo, in un articolo su La Repubblica del 14 luglio, Quando ho tenuto per mano un mito,
Sandro Veronesi descrive un impressionante episodio di identificazione proiettiva attivato da un contatto con la Pivano.
La storia di Veronesi, oltre a essere un bel pezzo giornalistico, ha una notevole valenza clinica.
Teto e Titti nello studio della Scacchiera - ph Enzo Bitonti - © PLAYS
Nuovo colpo di scena: Arnoldo Mosca Mondadori durante un viaggio a Roma consegna a Rosati otto pagine della Pivano intitolate:
Presunzione - Maldicenza - Invidia - Ipocrisia - Rancore - Violenza - Ingiustizia e La Dolcezza
Sono un dono per Ottavio che risponde alla Pivano scrivendo una breve lettera di Perdono.
Di queste pagine Plays pubblica solo La Dolcezza in questo ipertesto (la tastiera aveva scritto per lapsus: iperteto).
Dal punto di vista letterario, le otto lettere di Fernanda sembrano dei Minima Moralia minimalisti. Più commuoventi che illuminanti perché (come direbbe la Von Franz) il pensiero introverso non è la funzione dominante della Pivano.
In un primo momento, Ottavio, tenendo in mano quei manoscritti, si emoziona e li accarezza. Poi è tentato di buttarli via come i minidisc dei loro litigi. Ma non lo fa perché sarebbe una reazione/collusione con l'annullamento fatto nei Diari.
Alla fine decide che quelle pagine entreranno nella commedia Grandi Feste con Fuoco insieme alla coppia più romantica della Casina Valadier.
Sempre nel 2010 il Prefetto di Roma registra finalmente il nome Ottavio come nome anagrafico a tutti i titoli.
Nel 2017 dopo uno psicoplay Martino Zarebsky, il primo psicologo sacerdote iscritto alla scuola di formazione, proporrà a Ottavio di celebrare il suo nuovo nome con un nuovo battesimo fatto alla sua parrocchia di Palestrina.
Ottavio accetta con entusiasmo sia dal punto di vista jodorowskyano che da quello religioso.
Subito dopo il ri-battesimo una signora bionda che ha partecipato alla Messa, si avvicina a O. per fargli gli auguri e gli domanda:
Ma voi lo sapevate o no che oggi è il giorno di Sant'Ottavio?
Quando O. esclama che nessuno lo sapeva, nemmeno don Martino, e che si tratta di un vero fenomeno di sincronicità, la donna risponde:
Come sarebbe, sincronicità? E' una Dio-coincidenza!
A cena tutti diranno che sono due modi di dire la stessa cosa.
A Natale il Comune di Milano onora Fernanda Pivano proiettando una fotografia del suo volto sulla facciata del Duomo.
O. scrive che questo omaggio è il contrario di quello che è successo a Berlusconi quando gli hanno tirato in faccia una statuina del Duomo.
Per la prima volta da quando Fernanda è morta, O. fa un sogno dove c'è lei:
Sono insieme a Nanda su un treno che arriva a stazione Termini e, per parlare,
non ci accorgiamo che tutti i viaggiatori sono già scesi dai vagoni (come nel film "Lion" di Garth Davis).
E' un po' come nell'episodio del 1981 quando restammo chiusi dentro al Teatro San Carlo di Napoli.
Mentre prendo tutti i bagagli e aiuto F. a scendere, il treno parte verso il deposito con lei a bordo.
Sola. Le luci sono spente.
Sono disperato perché so che Fernanda si sentirà come una bambina spaventata.
Urlo per richiamare l'attenzione dei ferrovieri. Poi lancio una lucciola dentro il vagone per tenerle compagnia.
La lucciola si poggia sulla spalla di Fernanda e fa sempre più luce. Il treno si allontana.
Mi sveglio col cuore in tumulto.
Alla fine del 2000, la scuola PLAYS inizia un seminario sulla tipologia junghiana secondo la Von Franz
(pensiero, sentimento, sensazione, intuizione) centrato sui disegni del Libro Rosso di Jung e sul saggio di James Hillman su Afrodite e la funzione della bellezza.
Inizia così lo sviluppo del Progetto Capucci finalizzato alla produzione di un documentario e di un film con la consulenza di Adriana Mulassano, scrittrice e storica della moda, per molti anni cutarice dell'ufficio stampa di Giorgio Armani.
La Mulassano, amica comune di Fernanda e Ottavio, sarà tra le prime scrittrici a leggere questo ipertesto e lo commenterà con queste parole:
Penso che ognuno di noi sogni la propria vita. Ero intima di Nanda quando finì con Sottsass e lei stava per morirne. Ora che so quel che ha fatto Ottavio, per salvare la vita, trovo straordinario il modo in cui Nanda l'ha messa in scena e la ha interpretata per darmi/ci la chance di capire ciò che Fernanda Pivano di lei vuol dirci e cosa no.
Adriana Mulassano - foto di Viviana Berti
Il lavoro su Capucci inizia col cortometraggio Le Code Le Ali (con il montaggio e le animazioni di Filippo Orrù e un commento psicoanalitico di Claudio Widmann) prodotto da Plays e la Fondazione Capucci, che nel 2017 sfocerà nel documentario televisivo La moda proibita realizzato in collaborazione con la Jean Vigo Italia di Elda Ferri e la Oh!pen di Mauro Calevi.
Tra i personaggi che intervengono come testimonial: Anna Fendi, Sidival Fila, Maria Pace Odescalchi, Pier Luigi Luisi, Sylvia Ferino (direttore del Kunsthistorisches Museum di Vienna) ed Eike Schmidt (direttore degli Uffizi a Firenze).
La giovane psicodrammatista Gina Cimmino partecip come attrice in vari set tra cui
l'Accademia di Ferentino, lo studio di Anna Fendi, Palazzo Odescalchi, la Reggia di Venaria, l'Atelier Capucci e il Convento romano di San Bonaventura.
Plays presenterà anche il progetto di una sceneggiatura e la Commissione Cinema del MIBACT riconosce la qualifica di valore culturale per il suo sviluppo. La storia narra le disavventure di uno studente ossessionato dal Libro Rosso che vuole, a tutti i costi, laurearsi in psicologia con una tesi che accosta i disegni di Capucci a quelli di Jung.
Il film si conclude con un set-setting inedito in cinema: un socioplay con studenti e docenti che esplode nell'Aula Magna di Psicologia a Roma Sapienza.
Urbano Barberini (che ha già collaborato con Plays per Fantasmi al Valle) entra nella storia nel ruolo di se stesso: l'attore arriva all'università fingendo di essere il famoso couturier mentre il vero Roberto Capucci osserva il socioplay di nascosto, insieme alla prof.ssa Anna Maria Speranza.
Rosati e Marzano realizzeranno nelle stazioni artistiche della Nuova Metropolitana di Napoli, con la Campania Film Commission,
un teaser del film con gli attori Anna Lia Perna e Nick Rizzini.
La scuola IPOD riprende gli incontri per realizzare il Teatro di Psicodramma con una ricerca congiunta tra le facoltà di Psicologia e Architettura di Roma Sapienza. Intanto Rosati e Luciana Santioli sperimentano col comune di Siena, in vari contesti sanitari, le riprese multiangolo in IPOV 3 curate da Antonio Rossi. Questo sistema video su piattaforma Apple mantiene integralmente le riprese video di cinque videocamere puntate su un gruppo e consente di studiare le interazioni dei partecipanti in ogni momento egli incontri.
Dopo aver realizzato a Siena con Luciana Il Rischio della Felicità, Ottavio recupera altri ricordi tra cui la promessa fatta nel 2000 a sua madre di spargere le sue ceneri in una distesa di papaveri durante una giornata di sole.
Così un giorno di primavera (in cui si sente in pieno inverno) porta su un prato il vecchio televisore di Mirella, lo collega a un DVD col soprano Leontyne Price che canta l'aria di Verdi (Pace, pace, Mio Dio), lo sistema sul cofano della macchina e accende i fari. Riesce finalmente a spargere le ceneri di sua madre guardando La Forza del destino.
Quando lo psicodramma delle ceneri è concluso, Ottavio si accorge che, grazie alla musica e alle immagini, depressione e angoscia sono sparite. Si sente solo un po’ stanco e sudato.
Mentre ricarica tutto nel portabagagli della sua vecchia Panda gli viene in mente che i repertori e gli apparati tecnici del TDT dovranno essere flessibili e caricabili in un furgone. Spostandoli da un setting a un altro si realizzerà in piccolo quello che fanno i Grandi Teatri in tournée nel mondo.
Infatti un laboratorio del genere non dovrebbe essere realizzato dentro le mura di un ospedale ma in un edificio localizzato nel suo giardino, come il teatro di psicodramma che Moreno sistemò nel bosco di Beacon accanto al suo Istituto.
A Roma uno spazio ideale sarebbe l'Ospedale Forlanini chiuso da anni, per il quale la Regione Lazio cerca nuove destinazioni.
Il gruppo di studio del TDT lo visita nel febbraio del 2018 con la guida del prof. Massimo Martelli (primario di chirurgia toracica) che ne conosce ogni metro quadro e lo ama come si ama una creatura vivente.
La guida istituzionale della visita è il giovane Filippo Chiesa, il funzionario che per conto della Regione ha avuto l'idea di affittare gli spazi del Forlanini per locations di cinema e televisione ricavandone una somma utile ai costi della manutenzione dell'enorme parco.
Naturalmente il progetto del TDT implica che lo spazio del Forlanini per la realizzazione del TDT sia concesso dalla Regione in comodato e che le strutture siano realizzate con la consulenza di un comitato scientifico e culturale.
Rosati va a trovare a Milano, Massimo Giacon l'artista autore del libro a fumetti ETTORE: Mr. Sottsass jr. e il mistero degli oggetti.
Gli descrive La Scacchiera e Il Teatro del Tempo e gli chiede di entrare nel progetto del TDT disegnando i personaggi che devono dargli vita:
un'architetta, uno psicologo, un medico. Ciascuno dei tre ha un suo animale totemico: il Castoro, il Pappagallo, l'Orso.
Dopo diversi bozzetti, Giacon e Rosati decidono di aggiungere al disegno un quarto personaggio che rappresenti il progetto terapeutico Wois messo a punto dall'antropologa Patrizia Burdi. E' una farfalla che rappresenta la Scrittura.
Nel 2017, durante una riunione del gruppo di studenti che lavora al progetto da presentare alla Regione Lazio per gli spazi del Forlanini, emergerà l'idea di creare in collaborazione con i principali Enti Lirici italiani un archivio digitale dei bozzetti delle grandi opere per proiettarli sullo schermo del Teatro del Tempo durante i giochi e le catarsi dei pazienti. Non sarebbe per Plays la prima collaborazione del genere: l'ha già fatto a Torino col Teatro Regio, a Roma con l'Opera e a Catania col Teatro Stabile.
Due notti prima del Natale del 2017 Ottavio fa un sogno che associa a una profezia fatta dalla Von Franz (Se sopravvivi al peggio, arriverà anche il meglio...)
Vede Fernanda nella cucina dell'appartamento romano dove O. ha vissuto da bambino.
Lei è bella e amabile come è sempre stata prima della crisi di Genamore. Tiene in mano una copia del Corriere della Sera con gli articoli commemorativi in suo onore che ricordano il suo lavoro per la controcultura, le avanguardie e la pace nel mondo.
Le sue foto però appaiono a strisce bianconere come nei codici a barre.
Fernanda apre il rubinetto del lavandino e fa scorrere l'acqua. Sorride e dice:
Ciao, tesoro. Stai tranquillo: sono uscita dal mondo ma volevo dirtelo di persona perché sai quanto ti voglio bene.
Sono venuta a salutarti. Ho solo pochi attimi prima di sparire ma ti lascio l'amore di tutti i miei libri e li dedico a te che non mi hai mai lasciato sola.
Dio ti benedica. Sempre.
Ottavio porta il sogno in analisi e registra la seduta:
Mi sono svegliato in lacrime. A leggerlo in chiave freudiana, direi che il sogno è semplicemente l'espressione di un desiderio infantile:
Fernanda si ricorda di me e ripara la sua vergognosa Damnatio Memoriae.
Vergognosa per chi?
Per lei, ovviamente, per come si è comportata con me. Anche se oggi io l'ho perdonata.
E in che altro modo potresti leggere il tuo sogno?
Per esempio nella chiave spirituale di Gustavo Rol. L'uomo che diceva a Fellini: "Io sono solo la Grondaia che raccoglie l'acqua che cade dal Cielo".
Ti senti una grondaia anche tu?
Figurati! Al massimo io sono un ombrello a scatto. Però Rol faceva parte della stessa Torino bene da cui veniva Fernanda e da cui partivano tutti i suoi problemi nevrotici. La Torino dove ci è successo sempre di tutto. Nel bene e nel male. Nel male e nel bene.
Quindi?
Quindi Rol non escluderebbe che, a dieci anni dalla sua morte, mi sia arrivata nel sogno una Fernanda ripulita dalla Tintoria Astrale "Spirito Santo S.p.A."
S. p. A.?
Certo! Lo Spirito si esprime sempre per azioni. Si sa.
A Natale Fernanda-Scrooge si sveglia redenta dal suo viaggio nel tempo e va in giro a fare buone azioni per tutti.
E io sono il primo della lista.
Per la verità il sogno dice che sei l'unico.
Davvero? Non ci avevo fatto caso.
Comunque sia, la Fernanda del mio sogno, è piena di amore e non dice bugie. Anzi mi vuole bene come quando alla Kasbah le facevo il Cavolo di Natale
per farla ridere.
(Attacco di tosse. Pausa)
Stai bene?
Sì. Benissimo. Mi è venuto in mente che da bambino, quando i miei si dopo pranzo si ritiravano in camera da letto a fare l'amore o a litigare, in quella cucina del sogno io lavavo i piatti cercando di non fare rumore.
Perché?
Non so. Per fargli una bella sorpresa...
Appunto. Io non scomoderei il signor Rol. C'è una terza chiave di lettura.
Tu, che hai sempre amato persone in difficoltà piene di ferite da curare, cominci a riparare il tuo mondo interno e a sentirti benvoluto e in pace, a tua volta. E poi stai per concludere il tuo ipertesto senza aver scritto una spiegazione finale.
Infatti non vorrei farlo. Una storia si dovrebbe spiegare da sé.
Però ci si aspetta sempre che l'autore tiri delle conclusioni teoriche.
Questo lo dice anche il sogno: le foto (emisfero destro) vanno lette anche con la logica dei codici a barre (emisfero sinistro).
Tu nel finale dovresti chiarire ai lettori a cosa serve il Teatro del Tempo e perché hai scritto l'Ipertesto sullo psicoplay. A che scopo.
Allora lo farò raccontando un fatto che è accaduto sabato alla scuola di psicodramma.
Francesco diceva di aver visto un film sul rapporto padre-figlio che portò alla creazione di "Winnie The Pooh".
Era infelice perché suo padre invece non ha mai letto la sua tesi sullo psicoplay. E nemmeno il libro dove Francesco racconta il suo Coming out e un suo mandala di esperienze e sentimenti. Come psicodrammatista e come scrittore.
Io l'ho confortato dicendogli che suo padre gli vuole molto bene ma ha paura di leggere il libro:
è troppo per lui, non lo capirebbe e se lo capisse andrebbe in crisi.
E allora?
Lunedì arriva alla scuola una mail di Iris.
Chi è Iris?
Iris è una studentessa della scuola di formazione, che ha fatto anche lei Coming out dicendo alla famiglia che si era innamorata di una ragazza.
Nella mail a Francesco Iris lo ringraziava di tutto quello che lui le ha dato col suo libro e i suoi psicoplay.
Mi immagino che a quel punto la tristezza di Francesco sia scomparsa!
Infatti. Gli brillavano gli occhi. Il suo libro e i suoi giochi, grazie a Iris, trovano finalmente qualcuno che li capisce, li apprezza e li rispecchia.
E che non è solo l'analista...
Appunto. Il Teatro del Tempo serve proprio questo. A rendere possibile questo genere di incontri: a ottenere e a dare a tutti il tipo di sguardo pacificante di cui tutti abbiamo bisogno. Serve a farsi capire dai genitori. Ma pure a farsi capire dai figli. Dagli amici o da nuovi amici. Serve ad avere la forza di cambiare lavoro o amore o il coraggio di sposarsi o di mettere al mondo un bambino. O di adottarlo.
Il Teatro del Tempo ci fa passare dallo sguardo deformante che ci ha mortificato per anni, a un nuovo sguardo Natalizio. Come l'acqua che Fernanda fa scorrere in cucina.
Serve a non morire di vuoto...
Offre a tutti la speranza e il Rischio della Felicità. Ciascuno a suo modo.
Il quarto decennio si conclude così: con il sogno del rubinetto, un omaggio a Gustavo Rol e l'incontro di Iris e Francesco, due pronipoti di J. L. Moreno proiettati nel futuro.
Dieci anni dopo, Ottavio si troverà in una situazione simile a quella vissuta con Fernanda ma a ruoli invertiti.
La sua amigdala lo spingerebbe a replicare il trauma sul piano della vendetta. La sua mente invece preferisce una ristrutturazione
e in una pagina del suo diario gli detterà queste parole:
Se hai un amore molto più giovane dovresti accettare che il tempo passi per entrambi e i ruoli cambino.
Non devi farlo soffrire distruggendo ciò che il giovane, sempre meno giovane, ama e sta costruendo con qualcun altro.
Dal punto di vista morale sarebbe infame visto che il giovane ti ha sempre aiutato a realizzare i tuoi progetti. Ma sarebbe anche stupido perché non possiamo pretendere che un giglio mantenga il suo profumo e i suoi colori se gli strappi i pistilli
perché non è un garofano.
Se lo maltratti il giglio ingiallisce, non diventa rosso; si ferma ma non ferma il tuo tempo.
Il giovane sempre meno giovane non è il ritratto di Dorian Gray. Se ci tieni a te, a lui e a voi, lo devi amare in modi nuovi.
Ciò detto, Plays si augura che questo Ipertesto sul Teatro del Tempo incontri i suoi lettori
e, tra medici, psicologi e architetti, li saluta con le parole finali dell'Ipercanto di Dickens: God Bless Us. Everyone!
POST SCRIPTUM DEL 2020
Con Ettore, Fernanda era riuscita a creare qualcosa di più di un matrimonio: la fusione di due ideali creativi in uno. Emisfero destro ed emisfero sinistro: un matrimonio di due talenti e due arti nel senso che Julian Jaynes illustra nel suo libro sulla mente bicamerale che regalai a Nanda nel 1980 pochi anni dopo la prima edizione in inglese. Perciò scrissi che la loro unione era un nuovo archetipo sorprendente e che dava gioia a chi lo vedeva.
Marie Louise Von Franz (nelle mie immaginazioni attive) mi diceva spesso che non era d’accordo con questo mio punto di vista.
Un giorno che ero all’orto botanico, dove immaginavo di parlare con lei sotto la grande quercia storta alla Tolkien, mi disse:
Vai all’ingresso dal tuo amico Vinicio e fatti dare carta e penna. Voglio che scrivi una cosa importante che potresti dimenticare.
Feci come aveva detto e passò più di un’ora prima che lei tornasse a parlarmi:
Tu dici che il legame tra Sottsass e Pivano è un archetipo nuovo, Ottavio. Ma nessun archetipo è nuovo. Se mai, questa è la versione nuova di un mito che Ovidio descrisse nelle Metamorfosi: la storia di Ermafrodito. La conosci?
Non molto. So solo che era il figlio di Ermes e Afrodite.
Per essere nato a Sulmona, la stessa città di Ovidio, dovresti vergognarti. Comunque ora scrivi con attenzione, ragazzo mio, perché non capirai subito quanto sto per dirti.
Sto scrivendo, sì.
Il fascino del bellissimo Ettore/Ermafrodito ha scatenato il desiderio appassionato e divorante della Naiade/Nanda, la ninfa Salmace che resiste al rifiuto di lui e lo avviluppa in un laghetto dove gli Dei le concedono di fondersi per sempre con lui. Come l’edera al tronco.
Non ho capito.
Capirai. Se vuoi capire.
Va bene, sì. Scrivo anche se non capisco.
Ti ripeto che nel mito gli dei concedono alla Naiade di fondersi per sempre con il figlio di Ermes e Afrodite e di non esserne mai separata. Sottsass però è riuscito a staccarsi dalla Nanda. Adesso il problema ricade su di te che sei entrato in quelle acque e hai preso incautamante il suo posto.
Incautamente?
No, scrivi ‘incautamante’. Un’immaginazione attiva non è una lezione di ortografia.
Va bene. E allora?
La Pivano ti tradirà dopo 27 anni il tempo esatto che corrisponde a quando Sottsass ha tradito lei rompendo il matrimonio che doveva durare per l’eternità. Attento a non restare avvinto al ricordo del suo amore come lei restò avvinta a Ettore anche dopo il divorzio. Sarebbe molto triste per te.
E questo sarebbe per tutta la vita?
Sarebbe la vostra morte per tutta la tua vita. Sì.
Come faccio a uscirne?
Monta una nuova versione di ‘Genamore’. E poi… potresti fare un sogno.
Un sogno? Cioè mentre faccio questa immaginazione attiva sotto la quercia, dovrei fare anche un sogno?
Sì. Vai verso quella palma davanti alla serra. Sdraiati ai suoi piedi e fai un sogno.
Aprii gli occhi in stato di semitrance e mi spostai verso la palma. Rischiando di inciampare. Mi venne in mente una cosa che non c’entrava niente: il berretto a sonagli di Pirandello e il protagonista Ciampa che cade e si rompe la fronte. Una volta avevo scritto di lui: Ciampa inciampa. Però non c’era nessun nesso col discorso della Von Franz o per lo meno io non lo vedevo. Scivolai a terra sul prato ai piedi della palma in un piacevole torpore. C’era un sole tiepido di pomeriggio e mi addormentai subito. Feci questo sogno:
Ero in un aeroporto all’estero in attesa di tornare in Italia. Stranamente ero seduto al bar accanto a Sottsass. Io avevo 30 anni circa. Lui una sessantina. Eravamo amici.
Non c’era traccia di Fernanda e non pensavamo in nessun modo a lei. Mostravo a Sottsass le foto dei miei film e delle scacchiere mentre Sottsass mi parlava dei suoi disegni e delle sue fotografie. Mi metteva la mano sulla spalla ridendo. Io lo chiamavo zio. Lui mi chiamava Ottavio, non Rosati.
Poi dovevo fare i biglietti per l’aereo ma non trovavo la mia carta di credito. Per fortuna avevo in tasca delle banconote guadagnate col lavoro clinico e il bancomat del conto dei diritti d’autore.
Il sogno finì. Quando riaprii gli occhi mi ritrovai abbracciato alla quercia. E la Von Franz mi disse:
Scrivi anche il sogno e fai 5 fotocopie. Mettile in busta con la data e sparpagliale in giro nel tuo studio. Danne una al tuo amico, custode dell’Orto. Per oggi basta e avanza. E ora faresti bene a fare sesso o a disegnare o a giocare a tennis. O tutte e tre le cose. Arrivederci, Ottavio. Ora devo andare.
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