QUATTRO DECENNI DI PLAYS (il Teatro del Tempo tra la Pivano e la Von Franz) un ipertesto di Ottavio Rosati - 1° parte
Plays e la Scuola di Specializzazion IPOD presentano questo ipertesto all'Istituto Italiano i Cultura di Vienna nel giugno del 2021
per la presentazione del remake di "Generazioni d'amore" (2020) di Ottavio Rosati,
prodotto da Plays e Jean Vigo Italia e distribuito dall'Istituto Luce Cinecittà.
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Questo ipertesto multimediale (con rimandi ad articoli, foto, video e musiche) fa la storia dei fatti e misfatti al centro della commedia 'Grandi Feste con Fuoco' su due innamorati, diversi per carattere e visione del mondo. E per età.
Il racconto parte dalla mia passione giovanile per l'americanista Fernanda Pivano e descrive i sentimenti che si intrecciarono ad avventure creative come la realizzazione dello Psicocinema e del Teatro del Tempo, un laboratorio terapeutico multimediale ispirato al Teatro di Psicodramma di Beacon (N. Y.).
L'ipertesto parla anche del ruolo svolto, in questa storia d'amore e tradimenti, dalla psicoanalista Marie Louise Von Franz (la geniale allieva di C. G. Jung, studiosa delle fiabe e dell'alchimia) che compare in un sub-plot come immagine guida di Ottavio e acquista sempre più importanza fino a rivelarsi un personaggio risolutivo nel finale della storia. Una Fata Custode saggia e amabile,
Tutto il racconto è vero e documentato (persino i sogni, le visioni e le sincronicità) ma potrebbe infastidire i lettori che avessero una loro immagine delle due grandi scrittrici, entrambe molto discrete sulla loro vita privata, non priva di eccentricità erotiche taciute nel segno del dio del silenzio Arpocrate. Perciò premetto il mio punto di vista: le persone di per se stesse non esistono; esistono solo gli incontri che fanno emergere diversi aspetti di una persona. Quelle del mio racconto non sono la Pivano e la Von Franz di Wikipedia ma la mia Nanda e la mia Von Franz per come le ho frequentate e amate io.
1958: Ottavio ha 8 anni. Fernanda 41.
Se il cuore della storia sta nelle migliaia di ore che ho vissuto dal 1973 a stretto contatto con la meravigliosa (e terribile) americanista italiana, la testa segue un'idea, espressa da Henry Ellenberger ne La scoperta dell'inconscio (1970) e da Aldo Carotenuto nel Discorso sulla metapsicologia (1982): le nuove frontiere della psicoterapia non partono tanto dall'ambiente culturale e scientifico in cui vissero i padri della psichiatria dinamica, quanto dai loro personali conflitti emotivi col loro carico di miseria e nobiltà. Dove non c'è tensione emotiva non c'è bisogno di ricerca e non nasce nessun progresso culturale.
Trattandosi di un diario di affetti oltre che di fatti, premetto che nel quarto decennio, quello della crisi, del tradimento e dell'angoscia di separazione, il tono lineare e umoristico della scrittura è lontano dalle condizioni di smarrimento e angoscia in cui sprofondai prima di guarire dal trauma e ritrovarmi. D'altra parte non possiamo descrivere una tempesta se non uscendone, man mano che la scriviamo. In questo psicoanalisi e scrittura hanno lo stesso obiettivo: emergere dalle paludi delle emozioni sotto-corticali per entrare nei giardini e negli orti del pensiero creativo. Non ho scritto questa storia per rivelare dei segreti ma ho scoperto le radici segrete di questa storia man mano che la scrivevo.
Le tappe di questo datario (un decimo di quelle vissute nella realtà da Ottavio e Fernanda) entrano in scena in ordine cronologico ma ho utilizzato anacronie (flash-back, flash-forwards) ellissi, sovrapposizioni e due sincronicità come l'incendio al Festival del Cinema di Torino e il secondo battesimo del 2018, che sembrano legate a premonizioni di molti anni prima. Infatti alcune pagine dell'ipertesto aprono e chiudono delle finestre sul loro sviluppo futuro, secondo un'esperienza atipica e una concezione quantica del tempo ispirata al pensiero di Jung e Von Franz. Concezione che oggi diventa sempre più chiara a tutti grazie a libri divulgativi come L'ordine del tempo pubblicato nel 2017 dal fisico Carlo Rovelli o a mostre straordinarie come Gravity tenuta al MAAXI di Roma tra il 2017 e il 2018.
In questo racconto (dove non risparmio nessuno, nemmeno me stesso) propongo una nuova accezione della parola psicodramma allargandola a esperienze di gioco, immaginazione attiva e psicomagia (il gioco terapeutico inventato dal genio di Alejandro Jodorowsky) con le quali la vita smette di essere mortificante e si fa più bella.
Perciò l'iper-testo affettuoso e furibondo sulla nascita dello psicodramma in Italia costituisce a sua volta uno psicoplay narrativo dove - come mi diceva Fernanda - l'azione è personaggio e il personaggio è azione.
Agli eventuali lettori normotici che fossero assolutamente incapaci di sbagliare ma propensi ad accusare, ricordo che in psicodramma la platealità non è un peccato ma un lusso che non tutti si possono permettere: la virtù che Pirandello ha chiamato Il piacere dell'onestà. La sincerità è fragile ma permette di raggiungere modelli esplicativi dove la lettura psicoanalitica (col suo prudente culto della privacy) si colloca accanto a quella socio-economica, esistenziale, sistemica, scientifica, artistica ed etica per accendere nel buio tante luci diverse che, messe insieme, danno una certa idea della realtà. Secondo Confucio l'uomo che fa molto fa molti errori, l'uomo che fa poco fa pochi errori. Chi non fa nulla non commette errori ma non è un uomo.
Ringrazio Pier Luigi Luisi, Michela Land ed Enrico Santori (il mio primo allievo) per aver collaborato alla revisione con la loro accorta lettura.
Ringrazio soprattutto il giovane psicodrammatista Francesco Marzano per come (tra analisi attiva e analisi reciproca alla Sandor Ferenczi) si è fatto i muscoli come Ego Ausiliario in alcuni miei terribili psicoplay. E soprattutto per essermi stato accanto come Psico-attore in alcuni enactment clamorosi "in piazza" in cui ho fatto la catarsi di molte furie che erano destinate alla Pivano, scomparsa anni prima. Grazie alla forza e al coraggio di Francesco ho potuto esprimere diversi furori omicidi derivati dal rapporto con Fernanda. Furori che abbiamo poi elaborato in colloqui analitici, nello studio di Stefano Carta, nel convento-atelier di Sidival Fila, nella cucina alchemica di Patrizia Burdi. Tutto ciò è confluito negli psicodrammi didattici della Scuola di Specializzazione in Psicodramma dove l'inversione del ruolo terapeutico tra me e gli studenti realizzava un setting psicodrammatico atipico (di cui mi aveva parlato negli anni Ottanta Cesare Musatti) in cui sono stato l'unico protagonista-paziente in un gruppo fatto di psicologi. Sarò sempre riconoscente dell'intelligenza con cui i miei allievi hanno gestito i derivati del mio PTSD pivanesco imparando e insegnando una nuova tecnica di lavoro terapeutico che abbiamo presentato anche all'Ordine degli Psicologi del Lazio con il sociodramma L'amore in piazza, e alla Facoltà di Psicologia di Roma Sapienza.
Gli acquerelli di Roma (tra grandangolo e aperture alla Piranesi) sono dell'architetto Jean Pattou. Li ho presi in prestito perché descrivono il clima romantico, entusiasta e fremente della storia d'amore tra Ottavio e Fernanda nei suoi primi decenni.
Per le foto dei pannelli letterari in rovina sul Lungotevere Castello (che ho utilizzato a commento del quarto decennio) ringrazio Luciana Santioli che ha saputo cogliere la sovrapposizione di cultura, natura e vandalismo che scorre lungoi il fiume di Roma.
Ringrazio Cristiano Pinto videomaker di Perdonando Fernanda Pivano, il "bricconaggio" in appendice a questo ipertesto che ho realizzato nel 2018 penetrando dal tetto, nell'appartamento sfitto della Kasbah che per trenta anni fu teatro di questa storia. E ringrazio Elda Ferri (produttrice de La Moda Proibita) che, dopo aver visto il video-bricconaggio, mi ha detto: "E' fortissimo e mi ha commosso. Non toccate niente. Lasciatelo così."
Ringrazio il mio attuale analista Stefano Carta per avermi aiutato a rinascere nel corso del quarto decennio. E per avermi segnalato il lavoro di Jaak Panksepp (il grande psicobiologo candidato al Nobel) sulle origini neuroevolutive delle emozioni umane. La ricerca di Panksepp sui sette sistemi neurologici sottocorticali responsabili degli stati affettivi di base, ha rappresentato per me una rivoluzione culturale e umana di prima grandezza in cui il suo allievo Antonio Alcaro mi ha fatto da scout.
Soprattutto la definizione dei sistemi neurologici di Collera e Paura mi ha fatto comprendere cosa è accaduto nel quarto decennio pieno di Tristezza della mia love story con la Pivano dove. nei primi decenni, i sistemi della Sessualità e della Cura erano intrecciati a quelli della Ricerca e del Gioco. E mi ha chiarito come e perché il Teatro del Tempo da realizzare a Roma, potrà contribuire alla terapia dei traumi affettivi. Il modello teorico di Panksepp mi ha spinto a riscrivere molte pagine di questo ipertesto alla luce di una nuova visione che scioglieva interrogativi irrisolti, come il sole scioglie il ghiaccio. Grazie dunque al grande scienziato candidato al Nobel, ai suoi topolini che ridono e ai suoi assistenti che li solleticano.
Il ringraziamento finale va a Marie-Louise von Franz.
Come Rita Levi Montalcini, la von Franz era una donna totalmente incapace di seduzione femminile il che non le impediva di lasciare tutti incantati dalla sua intelligenza, dalla sua cultura, dalla sua saggezza. Era anche generosa, intuitiva e capace di humour. Era tra le dieci donne peggio vestite e pettinate d‘Europa ma, mentre la Montalcini ritirò il Nobel nel suntuoso abito con coda di Roberto Capucci, non riesco a immaginare Marie-Louise nemmeno nel più sobrio tailleur di Chanel. Per molti versi lei era il controtipo della Pivano nella cui tipologia il pensiero introverso era la funzione in ombra. Ho incontrata la von Franz pochissimo: una volta in Italia e cinque volte in Svizzera ma in questo ipertesto diventa la star di una serie di immaginazioni attive dove mi salva la vita citando i suoi libri. Grazie a lei ho evitato che la Pivano abortissse il nostro docufilm La moda proibita nel 2001 e ne ho fatto il remake per l'Istituo Luce nel 2020. La comicità non manca. Se l'archetipo della damnatio memoriae è Arpocrate, quello dei bricconaggi è Pasquino.
Primo atto (con Grandi Feste e Rivoluzioni): GLI ANNI '70
Musica: sulla scia della rivolta del Sessantotto, impazza tra i ragazzi italiani la passione della musica rock, delle grandi discoteche alternative, dell'underground e della controcultura americana. Rispetto agli anni Sessanta (quando era percepita come una minaccia…) la musica rock entra definitivamente nel costume sociale, mentre il jazz ne esce. Il percorso di Herbie Hancock diventa per gradi una rivoluzione. Non c’è nessun pericolo ad ascoltare i Pink Floyd, gruppo simbolo del periodo. Persino l’urlo di rivolta del punk, alla fine di quella stagione, verrà presto ridimensionato. Si afferma invece il disimpegno della Disco-music.
Titan Avant Garde e Ciao2001 - Gianni Ottavio ed Ezra Pound a Spoleto - "Il Mondo" - Beat Hippie Yippie - L'intervista all' Hotel Hassler - Il club del Nembutal - Tenente frugamente - Ettore Sottsass - Io ti salverò - L'alchimista Silvano - Milano/Roma, Roma/Milano - Via della lungara - I poeti dell'autostop - Hermes e le cronache del nuovo sesso - Carotenuto, Hillman e la Von Franz - Lezioni di bicicletta - La Rivista di Psicologia Analitica e Atti dello Psicodramma - Terza pagina di Radio3 - Ginsberg e la controcultura americana - Jung e la cultura europea - L'uomo del magnetofono - Un lutto molto anticipato - Il cavolo di Natale - Feste fitzgeraldiane - Il Naropa Institute in Colorado - Plutonian Ode - Psicodramma lacaniano a Saint Tropez - Ginsberg a Castelporziano - I gatti di Sinè.
1972
La casa editrice ArcanA pubblica 'beat hippie yippie' di Fernanda Pivano, l'americanista allieva di Pavese,
traduttrice del best seller Antologia di Spoon River e di tre generazioni di scrittori americani.
Per il lancio di beat hippie yippie l'editore Raimondo Biffi organizza a Roma un'intervista con Ottavio Rosati,
un ragazzo di 22 anni che è redattore capo di Titan AvantGarde e critico teatrale di Ciao 2001,
la rivista musicale che considera la Pivano un'ambasciatrice delle avanguardie americane.
Ottavio ha preso la maturità classica al Mamiani di Roma con dieci in italiano e zero in matematica: suo padre Giovanni era Ispettore generale del Ministero delle Finanze,
Scrive: Mia madre Mirella non si era laureata in lingue con una tesi su Moby Dick.;
come per caso, il primo libro che Fernanda Pivano mi dedicherà è una copia del suo primo libro La Balena bianca ed altri miti (Mondadori, 1961).
Fernanda vive a Milano, ha 55 anni. Non ha figli. Nelle 3700 pagine dei suoi Diari (Bompiani) la scrittrice non dà nessuna notizia delle famiglie dei genitori e non fa mai il nome di sua madre (Mary) e di suo padre (Riccardo). E' affascinante e fragile come una vetrata d'arte, creativa e forte come il legno d'ulivo ma dopo la crisi del suo matrimonio con l'architetto Ettore Sottsass jr. (nato anche lui nel 1917 e considerato uno dei più importanti designer del mondo) è così disperata da proporre a Biffi di fondare un Club del Nembutal per aspiranti suicidi. Pivano e Sottsass, col loro matrimonio (fortemente voluto da lei) senza figli ma ricco di complicità, collaborazioni, viaggi, grandi incontri internazionali e imprese culturali eroiche, hanno conquistato insieme, passo dopo passo, la notorietà e la libertà creativa uscendo dalla guerra e dalla povertà.
La crisi è arrivata quando Ettore, ormai famoso, ha una breve storia con una ragazza spagnola che descriverà nel suo libro Scritto di notte (Adelphi).
Il primo micro trauma di Fernanda però risale al giorno di matrimonio quando Ettore, portandola in casa tra le braccia, scoppia di colpo a piangere all'idea di dover passare tutta la vita con lei.
Ai tempi di beat hippie yippie Pivano ha appena inscenato a Milano un suicidio in un bagno con la porta a vetri.
Sottsass l'ha salvata in tempo ma poi ha avuto uno strano episodio di paralisi alle braccia.
Tra l'altro hanno fondato le edizioni 'East 128' dal nome della stanza dell'ospedale americano in cui Fernanda salvò la vita di Sottsass avvelenato da un virus che, a detta di alcuni storici, gli era stato inoculato dalla Cia per colpire l'utopia politica di Olivetti e dei suoi giovani talenti.
I due sposi belli, instancabili ed estroversi introducono paradigmi che infuenzano a fondo la cultura del loro tempo.
Non procreano ma creano. Sono i coniugi meno cattolici e più creativi di Italia. Lui come architetto e lei come ambasciatrice della letteratura americana, ispirano migliaia di giovani in cerca di nuove visioni del mondo, in un'epoca in cui non ci sono ancora Internet, i computer e i cellulari.
Secondo un articolo di Vogue sono tra le dieci coppie più smart del mondo.
Ottavio ha conseguito la maturità classica al Mamiani di Roma con quattro dieci e zero in matematica:
suo padre è Ispettore generale del Ministero delle Finanze, sua madre non si è laureata in lingue con una tesi su Moby Dick di Melville
(il primo libro che la Pivano gli dedicherò è La balena bianca e altri miti).
Il ragazzo è allievo dell'ingegnere-scrittore Juan Rodolfo Wilcock, che come esercizio gli fa leggere tre volte l'Aleph di Borges al contrario, un paragrafo alla volta.
Ha 22 anni ed è nato in una famiglia medio-borghese, normotica e segretamente folle, che gli sta stretta.
Vive a Roma e sta per laurearsi in filosofia
con una tesi in psicologia sulle varianti teatrali del trickster come Arlecchino. Sta pure finendo il servizio militare come sottotenente in Aereonautica.
Ama il cinema, il tennis e si appassiona agli scritti di Jung sui fenomeni di sincronicità.
Per avvicinare la creatività e confrontarsi con l'inconscio, non sa ancora utilizzare le immagini ma solo il pensiero.
Si sente inquieto e curioso, alla ricerca di mentori che gli insegnino a scrivere.
Wilcock lo prende affettuosamente in giro. Gli insegna l'amore per i cani e il sarcasmo per i luoghi comuni:
Sai che mi ha detto oggi tua madre al telefono? "Signor Wilcock, sono preoccupata: mio figlio non mi mangia..." Tu lo capisci in che guaio ti trovi?
Una volta Wilcock gli dice: Vai a salutare Carmelo Bene in camerino, dopo lo spettacolo da parte mia. E digli subito che non sei il mio ragazzo, a parte che non lo sei... Ricordati di non mettere la cravatta. E allacciati le scarpe.
Il padre Giovanni è un Ispettore Generale delle Finanze. Vuole molto bene al figlio ma gli ha dato tre nomi pericolosi (Gianni, Giuseppe, Annibale)
corrispondenti a tre suoi familiari (il nonno, il padre, il fratello primogenito capitano delle SS italiane fucilato dai partigiani l'ultimo giorno della guerra).
I tre nomi sono in conflitto tra di loro: praticamente un nome-gruppo. Una folla. Una follia.
Il problema inconscio del padre messo dentro il figlio. Come disse Aldo Carotenuto: non hai un nome di battesimo ma uno psicodramma da fare.
Giovanni è generoso e attento ma ogni tanto dà di matto. In politica è liberale tuttavia i signori Rosati si rifiutano di chiamare il figlio Gianni col nuovo nome Ottavio che lui si è dato da solo, a dieci anni (osservando l'Uomo di Vitruvio)
e che cerca invano di imporre alla famiglia.
Anzi. Nonostante le sue proteste, Mirella continua a chiamarlo mammina, il cavalier Giovanni lo chiama babbone.
Il disegno di Leonardo ha fatto sentire a Ottavio che solo un nuovo nome può salvargli la vita e che in futuro capirà come e perché.
I genitori mettono al mondo anche Gianpaolo tre anni dopo O. Non scrivono, non disegnano non creano
ma entrambi leggono molto.
Secondo un tema di Gianni/Ottavio, i suoi sono tra le dieci coppie più litigiose del palazzo.
A diciotto anni, turbato da fantasie gay non egosintoniche, Ottavio è andato a cercare il mitico analista Ernst Bernhard nella sua casa di via Gregoriana
e ha fatto le sue prime quattro sedute di analisi con la vedova Dora Bernhard che gli dice una frase inquietante:
Perché Lei si vergogna di fare qualche sogno omosessuale? La psiche è complessa e ricca di sfumature.
Non lo sa che un uomo sposato può avere una relazione omosessuale con la moglie?
Ottavio onora le sedute con trentamila lire e una rosa rossa che, secondo un biglietto della Bernhard, resterà fresca per due settimane.
A vent'anni Ottavio esce di casa e va a vivere con la sua ragazza
in una meravigliosa casa di via della lungara al di là di Ponte Sisto: Palazzo Torlonia a Porta Settimiana che gli sembra di conoscere da sempre:
Per pagare l'affitto scrive, oltre che su Ciao 2001, sul settimanale Il Mondo (Rizzoli) per cui intervista Italo Calvino, Aldo Fabrizi, Paolo Poli, Eduardo de Filippo, Carmelo Bene, Marlene Dietrich, Ennio Flaiano e altri.
Raimondo Biffi, il direttore della casa editrice ArcanA, considera Rosati "esperto nell'arte di frugare le menti" perché
al Festival di Spoleto, come inviato di Ciao2001, è riuscito a far parlare il grande Ezra Pound che non apriva bocca da anni (clicca qui).
Biffi lo chiama per intervistare Fernanda Pivano al Grand Hotel Hassler a Trinità dei Monti nella speranza che Rosati faccia un altro miracolo.
Infatti il ragazzo (anti-Nembutal) di Ciao 2001 si innamora di lei nel giro di un'ora. E le resterà accanto sempre aiutandola a vivere fino a cento anni.
L'intervista per ArcanA, Dalla Pivano a Fernanda attraverso la Nanda, esce a dicembre su Cia Cook Book
e sfocerà in un'altra intervista assai più lunga sulla controcultura e i movimenti underground, destinata a Il Mondo
che però si rifiuterà di pubblicarla perché la Pivano ha una visione dell'America troppo alternativa e complessa per i lettori del settimanale di Rizzoli.
Ottavio esce dallo Hassler, a sua volta frugato anzi frugatissimo nella mente e nel cuore.
Nota:
Da questo punto in poi dell'ipertesto scriverò alternando la prima e la terza persona.
Mi sono innamorato alla follia della grande scrittrice piena di meraviglie che è bella e bionda come mia madre Mirella.
Ma molto più forte perché ha basato la sua vita sul lavoro. Le due donne sono l'una l'ombra perché Mirella, anziché dare la sua tesi di laurea e lavorare, ha obbedito al marito, salvo poi sentirsi vittima del matrimonio e del ruolo di casalinga di cui colpevolizza i figli.
Bibì e Bibò, figli di Capitan Cocoricò, con la madre Todella, sul Corriere del Piccoli
Da questo punto di vista l'innamoramento per la Pivano ha delle implicazioni edipiche atipiche e specifiche legate non tanto alla pulsione ma al modo in cui il complesso di Edipo si combina al mio sistema familiare.
Io non voglio rubare la Regina Giocasta al Re Laio facendolo fuori. Anzi. Quando trovo la bellissima Fernanda lei è stata già abbandonata da Sottsass e faccio di tutto per curarla e vederla felice, completa e realizzata. Per il mio inconscio rimettere in piedi la Pivano è un atto riparativo col quale sento di far felice la Grande Madre Morta dandole tutto: sia il Lavoro e la Creatività che i Figli e l'Attaccamento Affettivo.
La presenza del geniale Sottsass accanto alla Pivano per me non costituisce affattoun problema ma un ulteriore motivo di felicità e orgoglio.
Rientra in una fantasia inconscia di riparentificazione in una coppia bellissima dove i coniugi sono entrambi persone creative che si esprimono coi loro giochi e giocattoli e non solo vivendo per i figli.
Un role playing archetipico, non una pulsione freudiana. Tanto più che l'architetto (padre) e la scrittrice (madre) si sono sposati nel '49: giusto un anno prima della nascita di Ottavio.
Dunque alla perfezione per cambiare storia. Non a caso la parola STORIA è un anagramma di ROSATI
(Ottavio se ne ricorderà nel 1991 quando intitolerà la sua trasmissione di Rai3 "Da Storia Nasce Storia".
Gli altri anagrammi che Fernanda si diverte a ricavare dal cognome di Ottavio sono: Satiro, Satori, Trio-Sa, Sa-Tori, Si-Rota, So-Arti).
Dal diario di Rosati:
Quando parla dell'amante spagnola di Sottsass, Fernanda dice 'La puttana Barcellona di mio marito'.
Una delle frasi che Pivano ripete di continuo come un mantra è Giuro che, se rinasco, rinasco puttana! Io lo chiamo il Mantrananda.
Lei è una donna elegante con un solo difetto di origine complessuale.
Non appena una cameriera sexy le passa davanti, il suo complesso la costringe a dire:
Quella ragazza è una puttana e fa benissimo a esserlo.
Sono convinto che con la filosofia di Bertrand Russell, le teorie di Erich Fromm e il mio amore riuscirò a tirar fuori dalla disperazione questa grande scrittrice
che non dovrebbe rovinarsi gli occhi a piangere solo perché il marito ha una giovane amante spagnola.
Per me l'infelicità di Fernanda è assurda, straziante, insopportabile. Irragionevole.
Lei deve reagire. Ottavio la aiuterà con tutte le sue forze, come nel film di Hitchcock Spellbound: io ti salverò.
Da tutto e tutti. Anche dal senso di colpa che tormenta la Pivano per non aver corrisposto all'amore di Cesare Pavese che si era tolto la vita lasciando scritto:
Perdono a tutti e a tutti chiedo perdono...
1973
Esce Amarcord di Fellini
A novembre Pivano invita il giovane Rosati per il lancio di beat hippie yippie con Piero Verni e Dario Salvatori a Torino
(dove lei lo presenta a Nico Orengo di Einaudi e ad Angelo Pezzana della Hellas) e alla libreria ArcanA di Roma (clicca qui)
O. invita F. a venire più spesso a Roma dove parlano per ore di filosofia, politiche culturali.
Quando la Pivano gli domanda chi sono i suoi scrittori preferiti, lui risponde: G. B. Shaw, B. Russell, Sciascia e Pirandello.
Poi si accorge che nessuno di loro è americano e aggiunge Mark Twain e Conrad.
Fernanda passa ore a insegnare a Ottavio i segreti della scrittura narrativa
e a correggere molte cose sbagliate che gli hanno insegnato al liceo dove Ottavio ha superato la maturità con dieci in italiano, latino, storia dell'arte e inglese ma zero in matematica e fisica.
Pivano gli spiega la differenza tra una pagina di Faulkner e una di Hemingway
e ascolta le obiezioni più ingenue con la stesso humour con cui le manda all'aria.
O. impara che il personaggio è azione e l'azione è il personaggio. Gliene sarà eternamente grato anche quando capirà che non è sempre così.
Qualche volta Fernanda inverte i ruoli facendosi spiegare da Ottavio Freud, Jung, Moreno. Lo psicologo che piace di più a tutti e due è Winnicott.
Anni dopo capirò il perché:
con lei Ottavio passa dalla fantasticheria solitaria alla possibilità di vivere in modo immaginativo
uno spazio tra la realtà e la fantasia in cui ciascuno dei due cerca e trova sé stesso e l'altro.
Nonostate la differenza di età, i due sentono forti emozioni e si amano per giochi.
E una parte di questi plays mobilita la realtà del corpo e dell'incontro che sono al centro dello psicodramma di Moreno.
Ottavio fa di tutto per ricambiare i tesori di Fernanda e le traduce il teatro di Eduardo de Filippo dal napoletano.
La porta al Testaccio a mangiare la minestra d'arzilla e le mostra le meraviglie della Roma barocca e dei suoi angoli segreti.
Davanti ai resti del Tempio di Esculapio all'isola Tiberina, lei si inchina pregando per la Pace nel Mondo
come farà nel 2001 a San Pietro davanti al Baldacchino di Bernini.
E' la prima volta che vedo piangere Fernanda di commozione anziché di tristezza.
Il servizio militare di Ottavio come sottotenente in aereonautica termina con una nota di valutazione che Fernanda trova molto divertente:
Rosati è un soggetto che, sebbene dotato di vasta cultura, si è dimostrato poco adatto alla vita militare.
Quando vede la bibliografia di F., O. resta sconvolto
dalla mole e dalla qualità del suo lavoro. Scopre che da anni lei scrive otto ore al giorno. La ammira e la ama sempre di più.
Quando lei arriva a Roma tocco il cielo con un dito. Mollo tutto e corro da lei:
Fernanda è bella, dolce, spiritosa, intelligente, coltissima, emozionante, femminile e musicale.
In questa fase della storia lei non ha difetti e quelli che ha non contano. Solo a vederla in foto, Ottavio si eccita.
Secondo il barman sono tra le dieci coppie più romantiche della casina Valadier.
Mi sforzo di comportarmi come uomo adulto e serio: non mi passa per la mente che i miei vent'anni siano una qualità anziché un difetto. Un mattino, mentre facciamo colazione in un piccolo albergo dietro i Fori Romani, si verifica un episodio che sembra uscito da un film di Proietti:
Un cameriere (senza nessuna scuola alberghiera) si china verso la signora con un vassoio di cornetti e bisbiglia:
A Signo', prima l'ho vista che scenneva le scale; era spezzata in due, attaccata 'a ringhiera. Siete en "luna de miele", giusto?
Poi si gira verso Ottavio ed esclama Bravo, eh! battendogli una mano sulla spalla.
La Pivano, abituata alle cinque stelle del Grand Hotel Hassler, è esterrefatta.
Ottavio mormora: Mi dispiace Fernanda. Mi scuso per lui.
Lei ride e conclude:
Come abbiamo fatto a cadere così in alto, tesoro? Affittiamo una casa. Non possiamo continuare in albergo o dagli amici.
Dal diario di Ottavio:
Fernanda dice sempre che la letteratura italiana era ed è "tutta una fanfaronata" di sogni e pensieri
rispetto a quella pragmatista americana che invece parla della RE-AL-TA' QUO-TI-DIA-NA!.
Oggi, mentre la portavo in auto all'aeroporto, abbiamo litigato. Lei non tiene conto che in Italia non c'è solo la prosa lirica di D'annunzio
ma anche il realismo di Pirandello, Verga, Tommasi di Lampedusa, Rigoni Stern, Sciascia...
per non parlare di Belli, Trilussa e Salvatore di Giacomo. Nanda citava Fitzgerald: l'azione è personaggio e il personaggio è azione
e ha detto: "L'azione! Capisci? L'azione! Non è per questo che tu preferisci lo psicodramma alla psicoanalisi?"
Lì per lì sono rimasto senza parole. Poi le ho detto: "Però adesso hai vinto con un pensiero!"
Lei è scoppiata a ridere. Ha battuto le mani e mi ha dato un bacio. Ha detto che ero un furbacchione.
Quando sono tornato da solo a casa, ho dovuto fermare la macchina perché piangevo.
Ma perché piangevo? Perché non sono mai stato così felice
o perché un giorno lei morirà e mi lascerà solo?
Ottavio e Fernanda a ventidue anni. Lui nel 1972. Lei nel 1938.
Fernanda regala al tenente-tennista tutti i suoi libri e le traduzioni di Faulkner, Fitzgerald, Hemingway che O. ha già letto da bambino negli Oscar Mondadori di sua madre.
A casa Rosati il nome Pivano è sempre stato di casa.
A marzo O. presenta F. al suo primo Maestro Spirituale: l'avvocato Silvano Uttinacci,
studioso del Corpus Hermeticum di Ermete Trismegisto e di Giuliano Kremmerz
che, dietro una parete scorrevole di uno studio in bianco, disegnato da Paolo Tommasi, nasconde un laboratorio di alchimia.
Silvano ha sempre aiutato Ottavio come un Padre Spirituale, incoraggiandolo a fidarsi delle sue doti intuitive e non solo del pensiero altrui.
A suo parere la Pivano arriva come un Dono del Cielo che va accolto.
Prepara un profumo d'ambra per Fernanda e la invita a non privare quel ragazzo dell'occasione che il destino offre a entrambi.
Per celebrare "le nozze mistiche" il Maestro consegna a Rosati e Pivano due piastrine quadrate di Rame e Ferro con la sua benedizione. In futuro Fernanda dirà a Ottavio:
Povera me... per sedurmi mi hai portato perfino dal tuo mago.
Durante un rito improvvisato al Fontanone del Gianicolo (dove nel 2001 Ottavio girerà la scena Mani del docufilm Generazioni d'amore)
i due immergono i piedi nella fontana, poi Fernanda infila le piastrine di metallo dentro due sacchetti di velluto cuciti da sua madre Mary che ha sempre detestato Ettore Sottsass.
In quel momento, sotto la statua di Garibaldi, esplode il rituale colpo di cannone di mezzogiorno. Fernanda sobbalza stupefatta e dice:
Ma come ha fatto il tuo Silvano? E' proprio un mago...
F. regala a O. una splendida sfera di cristallo con una bolla al suo interno.
Lui crede che sia un simbolo junghiano del Selbst ma F. gli spiega che è un semplice presse papier di Venini.
O. dice "Ah, già!" ma in realtà non sa cosa sia un presse papier. Così come Fernanda non sa che Selbst vuol dire il Sè.
Comunque sia, quel fermacarte diventa il suo simbolo di totalità.
E' solo la prima delle mille cose reali che O, scoprirà grazie a F. come:
i corrieri, l'Eco della Stampa, una paillard di vitello, le matite 4B, gli ibischi, l'acqua minerale Evian che costa più del vino...
Nelle centinaia di viaggi in auto Ottavio, tra baci e abbracci, offre a Nanda serenate caloriche del Mediterraneo
a base di monologhi di Totò ed Eduardo e canzonissime come Granada di Claudio Villa
che la Pivano non ha mai sentito e che le piacciono un mondo.
Anche perché, quando Rosati scoppia a ridere negli acuti e resta senza fiato, lei batte le mani e lo bacia.
Ottavio non ha ancora esperienza clinica e non dispone dei giusti riferimenti teorici,
però intuisce che la causa profonda della sofferenza della Pivano non è che Sottsass l'abbia tradita con la ragazza di Barcellona ma un nucleo persecutorio inconscio.
Un oggetto interno, un Alien occulto che la invidia, la tormenta e rischia di distruggere la sua parte creativa e vitale.
Molti anni dopo, metterò a fuoco questa intuizione grazie al modello teorico de La Madre Morta di André Green:
inconsciamente F. ha interiorizzato la rigidità vittoriana del padre Riccardo banchiere e la lamentosità della madre Mary
che piange sempre perché non vorrebbe vivere lontano dalla figlia.
F. si sente perseguitata dall'infelicità di Mary. Quando si sfoga con O. lui la rassicura con un torrente di parole e lei torna a sorridere
più per lo sforzo che per l'analisi.
Ottavio porta Fernanda a vedere il palazzo di Trastevere di via lungara dove ha abitato da solo per un anno all'interno 18.
A Pivano il posto piace e anche lei piace all'amministratore che le offre un contratto di affitto.
Prende l'interno 20 che è identico al 18: una casa a tre piani con una scala interna e una terrazza che guarda sul giardino di ingresso.
Stabiliscono che lei farà su e giù con Milano mentre Ottavio ci vivrà pagando metà dell'affitto e delle utenze.
Per la loro prima festa di Natale affollata di amici, poeti e musicisti,
per evitare sbronze beat, Fernanda offre solo the al gelsomino
Ottavio chiama un caldarrostaio di piazza Trilussa che piazza al centro del soggiorno il suo fornello a carbone con un piatto che sembra un mandala.
Per fare spazio agli ospiti Ottavio sospende l'albero di Natale nella tromba delle scale.
Anche quando Ottavio prenderà in affitto l'interno 19 collegandolo al 20,
terrà sempre sospese tutto l'anno in mezzo alle scale un grappolo di luci di Natale.
F. viene a Roma sempre più spesso, anche due volte in una settimana.
A capodanno Maria Signorelli (la Regina dei Burattini) li invita a pranzo nella sua casa-museo di via Corsini
dove Fernanda incontra il coreografo Aurelio Millos, Paolo Tommasi e Lina Wertmuller
e scopre i carciofi alla giudia di Romolo che per trent'anni sarà il suo ristorante quotidiano.
Quando la Pivano torna a Milano, mi incupisco o mi ammalo. Resto senza saliva in bocca.
Un giorno che ho la febbre alta ed è solo, lei mi manda un pacco espresso che sembra A Casciaforte di Carosone. Dentro c'è di tutto:
dall'edizione americana di The Old Man And The Sea alle sue foto di ragazza,
dal cioccolato del Sant Ambroeus alla sua bibliografia, dall'aspirina alle uova.
Ci sono anche i due numeri di Pianeta Fresco l'introvabile rivista underground con i disegni di Sottsass.
Pivano è direttore responsabile e Allen Ginsberg direttore irresponsabile.
Quando Ottavio sfoglia Pianeta Fresco, la febbre mi passa di colpo. Quella rivista è un capolavoro.
Quaranta anni dopo, Ottavio ipotizzerà che sul piano inconscio
i due pianeti freschi usciti dalla coppia corrispondono ai due giovani figli/amanti della coppia:
una femmina per lui, un maschio per lei.
Pivano e Rosati dall'anno dell'incontro, 1972, si telefonano mattina, pomeriggio, sera. Ogni giorno. Per anni. Prima dell'avvento dei cellulari.
Per dirla nei termini di Jaak Panksepp: il sistema neurologico Panic/Grief della scrittrice,
col suo bisogno vitale di attaccamento a una figura amorosa,
attiva nel ragazzo innamorato il sistema di Care, oltre che di Lust, Play and Seeking che lo spingono a darle tutto sé stesso. Senza riserve.
45 anni dopo, Adriana Mulassano, commentando questo ipertesto, mi scriverà:
Ero intima di Nanda quando finì con Sottsass a via Manzoni e lei stava per morirne. Ora so che hai fatto per salvarle la vita.
Dal punto di vista emotivo il "frugamenti" diventa il caregiver di Nanda non solo il suo ragazzo.
Ad esempio, quando Ottavio è in viaggio per lavoro, scende dal treno, la chiama col telefono a gettoni e risale di corsa.
Fernanda lo chiama anche in piena notte e lui la tranquilizza. Farla felice è la prima cosa e lo fa sentire un eroe forte e potente
perché può dare a lei tutto quello che vorrebbe dare a sua madre che si è sacrificata per dedicarsi ai figli.
Non a caso, in tre decenni, Rosati preparerò migliaia di tazze di the mentre Pivano (che non ha mai cucionato niente in vita sua) una sola volta, sbatte per lui due uova di uno zabaione al marsala per cui si fa portare tre bottiglie di Florio.
Ogni tanto lei fa un lapsus e lo chiama Ettorino, finché Ottavio fa un sogno freudiano con la musica de L'Elisir d'Amore
in cui afferra un megafono e grida: Adesso basta! Telefona a tuo marito e chiamalo Ottaviuccio!
Quando Fernanda dice che il tradimento di Sottsass le ha rovinato la vita, Rosati minimizza il problema:
Sciocchezze! In fondo luiha fatto la stessa cosa che fai tu con me. Un matrimonio senza amanti non si regge in piedi.
E poi, hai sposato un genio non un geometra! Che importa se ti tradisce? Voi siete una coppia a statuto speciale.
Non siete mica iscritti all'Opus Dei. Siete gli amici italiani di Kerouac, Ginsberg e Corso...
Rosati costringe Pivano a leggere Psicologia e alchimia di Jung ma lei (non essendo un tipo di pensiero introverso) non ne resta entusiasta come lui sperava.
Quando la Pivano va in Svizzera per incontrare Thimoty Leary, ricercato dall'Interpol, Ottavio si fa promettere da Fernanda che non prenderà nemmeno una goccia di LSD. Poi le manda un telegramma
STAI ATTENTA - STOP - TORNA PRESTO - STOP - RICORDATI CHE HAI GIURATO - STOP - PUNTO ESCLAMATIVO - STOP
Il rapporto di Fernanda con le droghe è uno degli aspetti più contraddittori della sua personalità e della sua politica culturale:
non ne ha mai consumata nessuna di nessun tipo (così come era assolutamente astemia).
Ottavio, ogni volta che le sente dire, sulla scia di Ginsberg, che la droga allarga l'orizzonte della consapevolezza,
protesta, come seguace di Jung, che semmai la droga allarga il potere dell'inconscio non della coscienza
ma Ginsberg sorride e non lo piglia molto sul serio.
Molti anni dopo si scoprirà che proprio nel 1974,
e proprio negli spazi del Centro Storico (Campo de Fiori, il lungotevere) il governo italiano,
in accordo con i Servizi segreti americani, inizia a sviluppare segretamente l'Operazione Blue Moon
allo scopo di introdurre progressivamente l'uso dell'eroina al posto delle droghe leggere
per distruggere le future generazioni di sinistra ed impedire che la loro intelligenza critica e la loro energia
possa creare delle alternative politiche e rivoluzionarie sul piano della lotta politica.
Ottavio, da psicologo in erba, si preoccupa di tenere d'occhio i complessi suoi e della Pivano:
per anni batterà a macchina tutti i sogni dove compare lei e cerca di analizzarli.
La Pivano lo invita a usare la sua Olivetti elettrica disegnata da Sottsass e quando Ottavio risponde che preferisce la sua Lettera 22, pagata con gli articoli per Ciao 2001, lei lo racconta agli amici romani commentando:
In realtà Ottavio è un uomo viscerale che si traveste da fanatico cool.
Rosati entra in analisi con Aldo Carotenuto (capofila del movimento junghiano in Italia) che generosamente gli propone di fargli credito:
mi pagherai quando comincerai a guadagnare, Ottavio... stai tranquillo.
O. lo riferisce alla Pivano che lo abbraccia e dice:
Oh, tesoro, questo è l'inizio di una grande professione. Dio ti benedica!
Grazie all'affetto e all'esempio della scrittrice e dell'analista, Ottavio sente di aver trovato il tipo di rispecchiamento di cui aveva bisogno.
In futuro sarà felice di dare a dei giovani lo stesso sostegno che ha ricevuto da Carotenuto.
L'amicizia e la collaborazione tra Aldo e Ottavio resteranno inalterate negli anni anche quando Rosati continuerà la terapia con altri analisti.
A. C. e O. R. - © Marcellino Radogna
I primi regali che Fernanda fa a Ottavio (dei biglietti d visita e un temperamatite di ottone)
sono oggetti piccoli e chiusi in un astuccio di pelle.
Nonostante il suo fascino e il suo lavoro sui beat, i figli dei fiori e la controcultura americana,
la Pivano si rivela una signora astemia e quasi incorporea, assai diversa dai suoi amici scrittori. Alcune esperienze psico-fisiche che fa alla kasbah con Ottavio costituiscono per lei una novità assoluta. Un bacio sotto Chianti le fa l'effetto della ayahuasca. Nel suo CervelloMente (direbbe il neuropsicologo Panksepp) si scoprono nuove linee metropolitanee in attesa di inaugurazione.
Dal punto di vista dello psicodramma si potrebbe parlare di giochi di warming up o di rodaggio della Spontaneità, fuori dall'astuccio in pelle del temperamatite.
In quella che trent'anni dopo, nei Diari della Pivano del 2008 lei definirà come "La farsa Roma-Barcellona",
(in cui Sottsass e Pivano pattuiscono di passare i week end in città diverse)
Fernanda continua a fare grandi viaggi all'estero con Ettore che per lei sono vitali come l'ossigeno.
Ottavio è così felice della felicità di lei che non si rende conto di soffrire di angoscia di separazione.
Intanto vive piccole storie coetanee che sul piano degli affetti lasciano a Fernanda l'importanza centrale.
Nel giardino della casa che Pivano descriverà in tante interviste e nel romanzo La mia Kasbah
Ottavio pianterà l'albero di Natale che diventerà più alto del palazzo di via Garibaldi, il più grande cedro del libano di Trastevere.
F. racconta a O. che qualcuno manda a Sottsass delle lettere anonime che lo avvertono Tua moglie è una puttana.
Al tempo stesso F. riceve delle telefonate dove qualcuno sibila che suo marito la tradisce.
Ottavio cerca di scherzare su questo girotondo tra Schnitzler e Feydeau e strappa alla Pivano qualche risata.
O. porta F. al suo circolo del tennis, alla processione della Madonna Fiumarola sul Tevere
e a Campo de' Fiori che la entusiasma perché i profumi del mercato e delle botteghe le ricordano la sua Genova.
Un giorno di primavera si abbracciano in pubblico e si baciano sotto il monumento a Giordano Bruno mentre svolazzano i gabbiani e girano i turisti.
Ma come Trombolino? Un bacio in piazza... E se ci vedono? Che vergogna!
Veramente terribile, risponde lui, scopriranno che non sei fatta di carta ma di carne. Come i gatti, le rondini e gli esseri umani!
Nello stesso punto di Campo de Fiori molti anni dopo (nel 2017) Rosati condurrà
(con l'accompagnamento musicale del "Ponentino Trio") per l'Ordine degli Psicologi, il socioplay 'L'Amore in Piazza',
dove racconterà un suo sogno ricorrente sulla vergogna paralizzante,
uno stato della mente che affligge più i critici e gli psicologi che gli scrittori e i teatranti.
Nel sogno Ottavio si ritrova a San Pietro o nella platea del Teatro alla Scala o all'Accademia dei Lincei su una poltrona di velluto
e si sente a disagio come quando da piccolo lo piazzavano in cucina sul vasino
dove restava bloccato dalla vergogna per ore diventando il tappo di se stesso.
In questi sogni Ottavio spesso è in smoking con un papillon di carta igienica.
Con L'Amore in Piazza, lo psicodrammatista, oltre a liberare i contenuti degli altri,
realizza un corpo a corpo coi passanti e tira fuori anche i suoi oggetti interni (il Bastone Freudiano e il Cappello-Vasetto) senza più vergogna.
Se il tempo esiste, sono passati 44 anni dalla crisi di imbarazzo di Fernanda Pivano, Madonna dei Beat, e Ottavio sta performando on the road con gli allievi di Ipod Plays
che interagiscono coi passanti, li fermano e, giocando giocando, li toccano.
Oppure tutto avviene nello stesso momento e i gabbiani che svolazzano sulla piazza sono gli stessi.
Decida il lettore.
A Roma O. porta F. al Teatro Quirino e all'Eliseo a vedere Pirandello intepretato da Romolo Valli e Eduardo de Filippo.
Quando Rosati sostiene che il monologo delle tre corde di Ciampa nel Berretto a sonagli è degno di Shakespeare
e molto più profondo di una pagina di Kerouac lui e Nanda litigano per la prima volta.
Fernanda si diverte e gira tra le bancarelle della Festa de' Noantri a viale Trastevere.
Da antropologa partecipante alla Margareth Mead, la Pivano mangia la porchetta, beve un goccio di vino e le gira subito la testa
perché, a differenza di tutti i suoi scrittori, da Fitzgerald a Bukowsky, non regge l'alcool.
Sotto Natale, O. la porta a spasso intorno alle fontane di piazza Navona che appaiono nei titoli di coda di Generazioni d'Amore dove Fernanda canterà la canzone Domo Dozo col suo testo e la musica della PFM.
F. dichiara a tutti che Milano è la città dove si lavora e guadagna e Roma la città dove si vive e si spende.
Pivano e Rosati discutono continuamente perché lui, più si innamora, più diventa polemico.
A maggio O. invita F. al Convegno Internazionale Jung e la cultura europea (con relatori provenienti da Finlandia, Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Svizzera)
e le presenta Carotenuto che già conosceva la Pivano per fama. I due si piacciono molto.
Una sera che F. e O. hanno parcheggiato a Santa Maria in Trastevere, Pivano
lascia in auto una borsa col manoscritto del suo nuovo libro Cronache del Nuovo Sesso
sulla rivoluzione dei costumi sessuali in America e nel mondo.
Stranamente la sua dattilografa Leonora non ha fatto nessuna copia del libro che Fernanda ha portato a Roma
per consegnarlo alla casa editrice Einaudi a via Gregoriana.
Un ladro apre il portabagagli e ruba la borsa col libro. Tragedia.
Il giorno dopo, una donna telefona all'hotel Hassler (inspiegabilmente) chiedendo come riscatto di fare una donazione a un orfanotrofio.
O. e F. danno soldi a tre orfanotrofi ma il manoscritto non torna indietro:
Cronache del Nuovo Sesso sono sparite nel nulla. Ritrovarlo oggi sarebbe un colpo editoriale.
Freud direbbe che l'atto mancato di Fernanda nasce dal suo senso di colpa per essere passata
da un rispettabile Pathos melanconico a imbarazzanti esperienze di Eros e Himeros.
E soprattutto (direbbe Jung) di Anteros con tutte le sue contraddizioni,
visto che nei miti Anteros a volte collabora alle generazioni d'amore e a volte strappa a suo fratello Eros le penne.
Il giovane frugamenti stavolta non consola la Pivano ma si arrabbia per la perdita del libro
accusando Fernanda di aver fatto un atto mancato, qualcosa tra un aborto e un infanticidio.
Lei ci resta male e Ottavio corre fuori a prenderle un fiore e, siccome non ha soldi, lo strappa dall'Orto Botanico.
F. lo bacia e dice:
Che bella rosa, Trombolino, grazie! Ma ricordati che non devi spendere di meno. Devi guadagnare di più.
Per O. la frase è uno shock che segna il passaggio da un'etica monetaria cattolica a un'etica protestante a lui ignota:
I Rosati contano un prozio filantropo con un fratello francescano e una sorella missionaria.
Il padre della Pivano invece era un grosso banchiere, rovinato dal fascismo e dalla guerra.
Fernanda e Ottavio diventano amici di Gianfranco Draghi, intellettuale fiorentino, artista e analista junghiano allievo di Bernhard
e passano una settimana di vacanze nudiste a Positano col suo gruppo di allievi
e le due mogli di Draghi di cui una, bellissima, è figlia di Konrad Lorenz.
Nella casa di Trastevere O. organizza i primi gruppi di psicodramma da cui nasceranno
la rivista e la scuola romana di psicodramma.
Qui F.ospiterà i suoi amici scrittori, da Ginsberg e Corso fino a Erica Jong, Michael Mc Clure, Harold Brodkey e Jay Mc Inerney.
Nanda suona il pianoforte, legge, scrive, si lamenta, si lascia coprire di premure e, ogni tanto, recita il suo Mantrananda:
Giuro che se rinasco, rinasco puttana.
Grazie all'affetto dei nuovi amici romani, F. un po' alla volta diventa un nuovo tesoro nazional-rionale di una Trastevere
che è ancora popolare anziché alla moda. Quando esce di casa i negozianti e le vecchie contrabbandiere di sigarette seguono il suo percorso badando che nessuno la disturbi.
Al ristorante Romolo la signora Marisa le riserva il tavolo dove mangiava Trilussa.
Alla Kasbah, Tito Schipa jr. e Adriana Ruvolo, organizzano per lei Grandi Feste fitzgeraldiane.
A leggerla dal punto di vista dei circuiti emotivi di base, direbbe Panksepp che,
oltre a quello della Sessualità, sono implicati i sistemi sottocorticali della Ricerca, della Cura e del Gioco
che concorrono tutti al Rischio della Felicità. Il vero oggetto di censura della Pivano, la cosa vergognosa, sarà questa:
aver trovato la Felicità oltre alla Sessualità.
O. porta avanti il suo primo training alla SEPT di Parigi con gli analisti lacaniani Gennie e Paul Lemoine.
Lo chiamano psicodramma analitico ed è più intellettuale che intelligente essendo privo di corporeità e di immaginazione.
Rosati comincia a collaborare a Rai radio3 e alla Rivista di Psicologia Analitica.
Al ritorno da un lungo viaggio in Giappone con Sottsass, F. porta in regalo a O. una maschera Ko-omote del Teatro nō
che è la versione tridimensionale di quella che compare sul Bulletin della SEPT dei Lemoine.
Rosati vede nel dono di Fernanda la premonizione di uno psicodramma più vitale e creativo di quello analitico.
Comincia a capire che esistono molti generi di psicodramma.
L'anno si conclude con una lettera di Silvano Uttinacci che, vedendo i nuovi interessi di psicoanalisi e psicodramma di Ottavio, lo saluta:
Il tuo percorso è diverso ormai...
Dal diario di Ottavio:
Ieri è stato il capodanno del 1973 e Fernanda mi ha regalato una foto bellissima del 1958 dove sorride sullo sfondo di una scala con la ringhiera identica a quella di via lungara.
Mi ha chiesto: "Secondo te, quanti anni ho in questa foto?"
Quando ho risposto: "Sei un po' più grande di me, oggi. Diciamo una trentina?" lei è scoppiata a ridere:
"Giusto, Trombolino: se me ne calo sette, siamo coetanei. E qualche volta sei più grande di me!"
Non ho mai conosciuto una donna così intelligente e spiritosa. Nemmeno nei romanzi e nei film.
Non ho la minima idea di quanti anni ha. Non me ne frega niente. E' proprio forte. LA ADORO!!!
1974
O. è sempre più entusiasta di Fernanda, del loro incontro e della vita in generale. Accanto a lei ogni cosa zampilla bellezza ed entusiasmo.
A settembre Fernanda racconta a Ottavio un sogno (illuminante dal punto di vista sistemico oltre che freudiano)
che fa coppia col sogno del megafono:
Ho sognato che mi ordinavi di andare con mio marito. Io ci vado con orrore, poi, accarezzandolo, gli dico Ottavio!
Sottsass si infuria.
La complessualità Edipica di Ottavio prende una piega atipica rispetto alle teorie di Freud:
molti anni dopo, elaborando la situazione con l'analista freudiano Claudio Modigliani
continuerà a dire che nel suo inconscio Sottsass non si è mai configurato come un Padre-Rivale da Soppiantare
ma come un Ideale dell'Io e un Alleato per salvare la vita di Fernanda.
Da qui continue discussioni tra Ottavio e il suo analista:
Lei, Rosati, vuol dire che Lei si sentiva "un collaboratore" del marito?
Proprio così: il salvataggio di Fernanda per me è stato come un film realizzato in coproduzione.
Ah ecco... quindi Ottavio non sarebbe un terzo incomodo. Sarebbe uno di casa...
Certamente. Lei, professore, sa poco dello psicodramma. Ma vede... il mio Edipo ha dei lati strani come la libreria Carlton di Sottsass
Di cosa sta parlando?
Di una libreria capolavoro, coi fianchi obliqui. Sembra un uomo con le braccia alzate.
Ma questa analogia, dottore, non fa di Lei un architetto. Un complesso coi fianchi obliqui non è un'opera d'arte.
Il complesso certamente no. Ma il racconto del complesso magari sì.
E in che consisterebbe questo racconto?
In opere di Plays ovviamente.
Una volta che a Milano Rosati incontra Sottsass sull'ascensore, nella casa di via Manzoni
con dodici porte finestre sul parco, sono entrambi in imbarazzo ma si stringono la mano:
Lei è Ettore Sottsass, vero? - Lei è Rosati? - Molto piacere, come sta?... - Chi, io o Fernanda?...
A Roma F. insiste perché O. faccia un complicato oroscopo con uno dei primi computer in circolazione.
In cambio accetta di compilare alcuni test, come il TCFS di Sacks, (fatto di frasi da completare).
Ma nella riga dove dovrebbe indicare l'età, F. scrive scherzosamente maleducato!
O. insiste perché Fernanda entri in analisi e lei a Milano va dalla junghiana Silvia Montefoschi.
Non troppo volentieri.
Rosati e Carotenuto invitano Pivano a collaborare al numero della Rivista di Psicologia Analitica dedicato al tema Psicologia e Società
per cui lei scrive l'articolo 'Denaro e jeans, potere e fiori'.
Nello stesso numero O. pubblica 'Cronometro, Pendola, Prassi',
una conversazione sul tempo con il parapsicologo olandese Wilhelm Tenhaeff.
Mentre Pivano pubblica con Feltrinelli Poesia degli Ultimi Americani, Rosati inizia a
condurre dei gruppi di psicodramma alla Libreria del Teatro di Roma.
Lavora anche come psicologo scolastico con l'Ente per la Protezione morale del Fanciullo
nelle classi differenziali di paesini di campagna intorno a Padova,
dove lo pagano pochissimo e in ritardo e dove due maestre contadin-baffute gli dicono che è "un uomo cattivo"
solo perché osa proporre un corso sull'educazione sessuale dei bambini.
Una sera Fernanda gli fa una sorpresa; parte da Milano e viene a trovarlo a Padova.
Lui la porta a cena al Gran Caffè Pedrocchi dove per una sogliola al burro spende quasi tutto quello che ha in tasca
ed è costretto a chiederle in prestito qualche lira per il biglietto di ritorno a Roma.
Quando Pivano scopre quanto lo pagano, scoppia a ridere e gli dice:
Da ragazza anche io andavo a insegnare col treno-merci per il bestiame, Trombolino, però la guerra è finita... svegliati!
O. si licenzia da Padova e trova subito un lavoro simile in una scuola di Trastevere dove gli danno carta bianca e gli offrono un compenso molto più alto.
Con i primi guadagni riempie il terrazzo della Kasbah di ibischi giganti.
Con gli anni le piante diverranno così grandi che Pivano le donerà all'orto botanico a via Corsini dove diventano amici del capo giardiniere
e dove Rosati organizza con la Facoltà di Biologia uno psicoplay in cui i pazienti danno voce ai fiori.
Un pomeriggio che Rosati e Pivano restano chiusi dentro l'Orto, lui la convince che l'unico modo per uscire è scavalcare il cancello dal lato sul Gianicolo e, tra un urlo e un lamento, finalmente anche lei ci riesce, strappandosi il vestito.
Alla fine arriva un vigile a chiedere:
Tutto bene, signora? Le stanno dando fastidio? Conosce questo ragazzo?
Sì, grazie. E' il mio analista.
"Un giorno, tesoro, devi scrivere un libro con queste avventure," dice Fernanda a Ottavio. "Ti serve un agente: prova con Erich Linder. Anche se è un filibustiere..."
Muore in America Jacob Levi Moreno, il padre dello psicodramma e della terapia di gruppo
chiedendo ai suoi allievi di essere ricordato come l'uomo che ha introdotto lo humour in psichiatria.
Per Ottavio è un dolore come per la morte di Totò e Bertrand Russell.
Dopo la scomparsa di Moreno, O. fa un sogno ricorrente in cui lo vede dirigere come un coreografo
un balletto psicodrammatico di danzatori vestiti di lana bianca che sembrano capre.
Il sogno si ripete per mesi, poi si dirada e sparisce nell'inconscio da cui è emerso.
Venti anni dopo a Londra, mentre dirige un incontro sullo psicodramma e le costellazioni familiari,
Ottavio si meraviglia di ritrovare le immagini del sogno del 1974 nel balletto 'Swan Lake' di Matthew Bourne, tratto dal Lago dei cigni di Čajkovskij e citato nel finale del film Billy Elliot dove Adam Cooper interpreta Billy da adulto.
Emerge così una spiegazione del sogno:
la rivoluzione di Moreno, a differenza di quanto accade in psicoanalisi,
passa per la liberazione del corpo (la danza) e mira allo svincolo dai legami della famiglia originaria (Billy Elliot).
A ben vedere, le capre di questo coming out artistico sono cigni.
Presto saranno dei Teti: Pappagalli terapeutici.
1975
L'analisi di Fernanda con Silvia Montefoschi non produce grandi risultati, anzi sfocia in polemiche transferali sulla sua mancanza di femminismo della Pivano che raggiungono toni offensivi.
Dopo averle fatto un test di tipologia junghiana, O. suggerisce a F. di rivolgersi a Carotenuto
con cui lei si prende e farà degli incontri saltuari ma efficaci.
Facebook non esiste ancora ma decidiamo di fare un nuovo genere di rete epistolare:
scriviamo i sogni relativi al nostro rapporto e li condividiamo con gli amici che li vogliono leggere.
(Da Milano - Da Berlino)
Quando propongo di aprire un panchetto come quello di Snoopy per far leggere - a pagamento - i nostri sogni ai vicini della kasbah,
lei scoppia a ridere e dice sei l'unico che mi fa giocare.
Nei sogni di Fernanda e Ottavio emergono le implicazioni profonde del loro para-psicodramma a 360°.
Quando è in viaggio con Sottsass, F. manda i suoi sogni a O. per posta.
Per tutto l'anno Ottavio porta la Pivano al Parco Nazionale d'Abruzzo a respirare il cielo stellato e ad avvistare orsi, lupi e camosci.
In autunno si fermano alla città natale di O., Sulmona dove lei acquista rametti di confetti colorati da regalare agli amici e resta incantata dalle architetture medievali.
Una sera scoprono dietro l'acquedotto romano un artigiano che fa amache di corda.
Fernanda dice che sono belle come strumenti musicali e che bisogna suonarne una subito.
La mattina dopo, mentre la legano a due faggi della camosciara, spunta fuori una volpe che si ferma e li fissa.
Sembra quasi che stia per parlare. Come in una favola. Fernanda è emozionata. Le trema la voce.
Nei Diari della Pivano invece la storia dell'amaca diventa una banalità da Touring Club perché qualcuno (forse Fernanda stessa) taglia tutto ciò che rende poetico l'episodio.
1976
La Pivano riceve continuamente inviti di ogni genere. E come se la città la scoprisse mentre lei scopre la città.
Una volta che Federico Fellini la incontra al ristorante macrobiotico di via Margutta e la invita sul set allo Studio 5, Fernanda batte le mni dalla gioia:
A che bello! A Roma non faccio la Dolce Vita ma una Vita Dolce sì.
Ottavio la accompagna a Cinecittà in stato di estasi. Non immagina che 25 anni dopo, nel 2001, in quegli stessi studi,
lui monterà il suo film su Fernanda e che lei - sempre battendo le mani - lo accuserà di aver fatto un madrigale d'amore.
E tantomeno immagina che nella Pasqua del 2020 'Generazioni d'Amore' tornerà a vivere per l'Istituto Luce
Mentre si conclude la storia d'amore di Sottsass con la ragazza spagnola che Ettore descriverà a 360 gradi nel libro Scritto di notte del 2010,
il legame tra F. e O. diventa sempre più importante anche se la Pivano, con un meccanismo di scissione, quando è a Milano tende a negare la sua vita a Roma.
Oppure la minimizza, secondo i contesti e i momenti. Con humour e perizia narrativa.
Quando è a Roma però Fernanda è orgogliosa di presentare Rosati ai suoi amici e non perde l'occasione per valorizzarlo e dargli la battuta
con una elegenza e un brio che Ottavio non ha mai incontrato prima in nessuna donna.
In questa fase lei gli offre una funzione di rispecchiamento (come direbbero Fonagy e Targett) in cui lui sente di rinascere.
Ottavio è così felice e innamorato che, se Fernanda si trattiene a Milano per più di una settimana, gli succede qualche incidente, per lo più cadute dal tetto o dalla bicicletta.
E lei torna a Roma col primo volo.
A leggerla con più simpatia che irritazione, la dichiarazione della Pivano:
Io sono rimasta fedele a mio marito per tutta la vita,
deriva dalla mente magico-onnipotente in cui ci si illude di inventare la realtà in cui viviamo. Più che una bugia, sembra una parziale verità.
E' il punto di vista di una delle quattro identità che fino agli anni 2000 vivranno in Fernanda Pivano.
Una accanto all'altra, tutte capaci di amore: per il suo lavoro, per suo marito, per il suo ragazzo romano e per la sua immagine pubblica.
Tutte vere. Tutte parti di un tutto. Come i petali di un suo quadrifoglio simile a un mandala quadripartito. Armonico e ben strutturato.
Per quel che riguarda il petalo della vita intima, il fascino e la potenza della "proesia" (un cocktail di prosa e poesia) di Fernanda
nei libri e persino nelle dediche ai libri, capitalizzano su quelle dimensioni della malinconia, dello struggimento e del rimpianto crepuscolare che Jung attribuisce all'archetipo di Anima.
Fernanda la conosce bene nella letteratura americana e nella musica e sa come celebrarla alla kasbah.
Ottavio ne resta affascinato e si difende facendo ricorso a commenti teorici
di cui, per bocca di Fernanda, Anima si prende gioco:
Caro Ottavio - i tempi degli oggetti d'avorio sono finiti - sono finiti anche i tempi degli ibischi?
Resteranno i tempi dei meccanismi di difesa e del ritiro delle proiezioni e tutto il resto -
a te interessano di più - e a me? Nanda 1976
Mentre la finzione delle Maschere Nude si combina al gioco di ruolo dello psicodramma,
Ottavio diventa amico di famiglia dei Pirandello, grazie all'avvocato Pier Luigi, nipote di Luigi e figlio del pittore Fausto Pirandello,
con cui fino al 2002 realizzerà diversi sociodrammi sulla famiglia e sul teatro dell'autore dei Sei personaggi.
Nella foto a DX Ottavio al Beacon Institute di Moreno con un gruppo di colleghi americani e argentini
Il critico d'arte Barbara Radice (seconda moglie di Sottsass) nel libro Perché Morte non ci separi (Electa, 2017)
racconta che una sera del 1976, a Venezia,
davanti a lei, a Sottsass e a Vittorio Gregotti (presidente della Biennale Arte), la Pivano dichiara, nel panico generale:
Sai, Vittorio, da quando Ettore va con le puttane io sono costretta ad andare coi ragazzini (Clicca qui)
Tra case editrici, psicoanalisi e campi di tennis, Ottavio non sa di trovarsi in un Giuoco delle parti
dove l'immagine di ragazzino (dalle parti del Duomo) occulta i suoi ruoli di ragazzo e di uomo (dalle parti del Colosseo).
Un po' come faceva alla kasbah il pittore Lorenzo Tornabuoni che quando tornava dall'edicola,
da grande snob, nascondeva Panorama dentro le riviste porno gay perché si vergognava di leggere un settimanale che separava i fatti dalle opinioni.
Ciò che la Pivano nasconde dietro l'immagine del ragazzino non è la sua tardiva scoperta del sesso ma quella degli affetti, dei discorsi e dei tanti gesti che la tengono in vita.
Dopo aver lavorato come redattore per la Rivista di Psicologia Analitica, Rosati fonda Atti dello Psicodramma (Ubaldini)
dedicato "allo psicodramma analitico e allo studio dell'inconscio nel teatro".
La Pivano fa parte del comitato di redazione con Italo Moscati, Arturo Schwarz, Rodolfo Wilcock
e collabora con articoli sullo psicodramma e il Nuovo Teatro di America (clicca qui).
Fernanda gli regala l'abbonamento a l'Eco della Stampa. La prima recensione è di Stefano Del Re, suo compagno di classe al liceo.
O. chiama Pablo Echaurren come disegnatore della rivista
che esce in collaborazione col Bulletin de la SEPT, Revue du Psychodrame Freudien.
ADP offre riassunti degli articoli in quattro lingue e ottiene le prime recensioni.
Ottavio inizia una corrispondenza con Zerka Toeman Moreno, direttrice del Moreno Institute, ma non osa ancora invitarla a collaborare perché, dal punto di vista dei parigini, lo psicodramma di Moreno è un'eresia.
Aldo Carotenuto (che resterà sempre accanto a Ottavio senza mai tradirlo) presenta la rivista alla Facoltà di Psicologia di Roma Sapienza,
spiegando agli studenti che si tratta di un esempio di rivalità edipica tra allievo e maestro risolto positivamente con un'identificazione creativa.
ll primo numero di ADP esce con la copertina rossa come l'ultimo numero della Rivista di Psicologa Analitica. La pubblica Astrolabio di Ubaldini che però si limita a distribuirla. Per farcela, Ottavio paga la tipografia con gli abbonamenti e fa di tutto, dal correttore di bozze al fattorino.
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Un giorno che confida le sue difficoltà a Mario Ubaldini (dopo averlo sentito parlare di donne e motori per quasi due ore) lui gli risponde da vero padre editoriale:
"Continua a darti da fare, Ottavio e non ti lamentare. Senza questa rivista tu non sei nessuno. Fattelo spiegare dalla Pivano.
Coraggio, andiamoci a fare un giro con la mia Maserati."
1977
Rosati vorrebbe avere un pappagallo da spalla ma non può ancora permetterselo.
Così, durante un viaggio Sottsass-Pivano in America, raccoglie sotto la Porta Alchemica di Piazza Vittorio dei gattini abbandonati e Luis, un ragazzo austriaco affamato, confuso e ridotto a vivere sotto un ponte dove una prostituta lo sfama e gli lava i vestiti.
Il ragazzo si attacca a Ottavio al punto che, in estate, a Firenze, scende dal treno con cui ritorna a Vienna
e lo rintraccia alla casa al mare dei Rosati dove O. lo fa dormire nella sua automobile per non disturbare i genitori:
E adesso quel biondino lì chi sarebbe? Non bastava la Pivano?
Niente niente, tu fossi omosessuale? Sarebbe meglio che fossi morto! (clicca qui)
Comunque fallo entrare a farsi una doccia e mangiare qualcosa di caldo.
Povero ragazzo, che sono giorni che gli porti i panini di nascosto!
Cosa credi, di farci fessi? Che figura ci fai fare con la gente? Ci vuoi proprio mettere a cavallo di un ciuccio...
Questo festival di doppi legami raggiunge l'apice quando Ottavio esce un attimo e sua madre dice al ragazzo:
Stai attento che mio figlio è pericoloso.
Leo per qualche mese lavora nel ristorante di AnnaMaria Powar un'amica indiana di Ottavio che li coinvolge nel recupero di cani e gatti abbandonati.
Dopo qualche mese di amicizia e psicodrammi, Luis si ricorderà che il suo vero nome è Leo,
ritroverà alla stazione una valigia coi suoi documenti e tornerà finalmente dalla madre a Vienna
dove sposerà una gallerista d'arte studiosa di Escher con la quale farà fortuna.
I due, anche da ricchi, resteranno negli anni grandi amici di Ottavio.
Questa storia incrocia quella della scuola di psicodramma nello spazio e nel tempo
e, 34 anni dopo, culmina in una sincronicità tra Roma e Vienna:
dopo un'estate passata in varie città europee girando dei video per Cacatoa (un film comico sui pappagalli),
Leo e Ottavio tornano nelle loro città e alle loro occupazioni.
Rosati aspetta con ansia e stress il riconoscimento del MIUR per la sua Scuola di Psicodramma che è stato già rifiutato due volte da una commissione che di psicodramma è tanto competente quanto lui lo è dei ministeri.
Leo, grazie a un detective privato, ha scoperto chi è il suo vero genitore biologico che lo ha respinto da bambino ma non ha il coraggio di incontrarlo:
l'uomo ora ha una nuova famiglia e abita nella strada di Vienna dove Jacob Levi Moreno aprì il suo Stegreiftheater negli anni Venti.
Insomma Leo e Ottavio sono entrambi in attesa di un riconoscimento.
Un giorno che decide di presentarsi al genitore, Leo resta paralizzato dall'ansia davanti alla casa e chiama l'amico a Roma:
Ottavio sta andando a casa in bicicletta ma lo segue col cellulare e lo incoraggia, passo per passo, a salire le scale fino al pianerottolo e suonare il campanello.
Nel momento in cui a Vienna il padre di Leo apre la porta al figlio abbandonato da bambino, Ottavio alla Kasbah trova la lettera del MiUR che finalmente autorizza l'apertura della scuola IPOD PLAYS.
Tutto questo accadrà nel 2008, un anno prima della morte della Pivano.
Grazie ai primi proventi del suo lavoro clinico, O. può finalmente andare con F. a Londra e a Parigi.
A Roma O. inizia a creare per F. quelli che chiama gioielli alternativi montando in rame radici di agata con emulsioni di quarzo. F. li lascia nell'armadio di Roma mentre porta su e giù i capolavori d'oro creati per lei da Sottsass e Arnaldo Pomodoro.
Però quelli fossili la Pivano li indossa spesso e dice a tutti con orgoglio che glieli ha fatti Ottavio in collaborazione col tempo.
Alla fine di agosto O. porta Fernanda
al VII Congresso Internazionale di Psicologia Analitica tenuto a Roma nei locali del CNR
sul tema "Oggi Jung".
La sera, prima di un concerto a Santa Cecilia, entra nel chiostro la mitica Marie-Louise Von Franz
(una delle analiste più geniali e peggio vestite/pettinate d'Europa) tra due domenicani alti e belli come angeli.
Ottavio è emozionato. Gli sembra che lei sia perplessa a vedere un ragazzo sotto braccio a un'elegantissima signora.
Nel timore paranoico che Von Franz disapprovi la loro differenza di età, decide di prenderla di petto.
Si avvicina. Le fa un baciamano alla siciliana e le propone un'intervista per Rai radio3 sul rapporto tra immaginazione attiva e psicodramma. Von Franz sorride e accetta.
La sera dopo Rosati sarà incaricato da Carotenuto di portarla in auto a casa sua insieme a un paio di altri grossi junghiani e Ottavio per la fretta farà una conversione contromano su via Nomentana.
Michael Fordham osserva: But it is forbidden! e Ottavio napoletanamente risponde: Forbidden but possible!
Vanno tutti in visibilio e Marie-Louise conclude: Here it is the Italian puer!
Come mostra l'intervista girata da Francoise Selhover nel 1982, Von Franz è un genio del pensiero introverso. Per molti versi è l'Ombra di Fernanda, il suo controtipo psicologico.
Ottavio nel 1977 ignora che lei vive nella torre di Bollingen insieme alla sua compagna Barbara Hannah (24 anni più grande di lei) con l'incoraggiamento di Jung.
Da quel convegno romano in poi O. fantasticherà che, in caso di necessità, mentre fa jogging al Gianicolo
può collegarsi in Svizzera alla più grande allieva di Jung abbracciando il tronco di un albero
e parlarle attraverso le fronde-antenne mosse dal vento. Ricevendo sempre ottimi consigli e interpretazioni.
Ovviamente si rende conto che si tratta di una sua follia arborea.
Tuttavia questa immaginazione attiva lo tranquillizza e continuerà a farla anche dopo la morte della Von Franz.
L'autodramma dell'albero (intervallato da un paio di vere sedute con la Von Franz in carne ed ossa) non lo ha mai deluso. Nella crisi del quarto decennio gli salverà la vita.
Il giorno dopo, a cena da Carotenuto, O. avvicina James Hillman di cui ha appena recensito due libri su Terza Pagina di Rai-radio3
e gli presenta la Pivano. Lei parla dei Figli dei Fiori e Hillman le spiega l'archetipo del Puer Aeternus.
La mattina dopo Ottavio aiuta Fernanda a preparare l'intervista 'In quel Beat c'è un fanciullino' che escirà a settembre su Il Messaggero di Roma.
Poco dopo Fernanda gli racconta che un giornalista napoletano barbuto e sovrappeso,
una sera che Ottavio era fuori Roma, la ha invitata a cena e si è presentato da lei con una ciambella di babà
dicendole Lascia stare quel Rosati, che è solo un ragazzino. Tu hai bisogno di un vero uomo!
E dice che, quando lei è scoppiata a ridere e gli ha restituito il dolce, lui le è saltato addosso
gridando Non è questo il buco che voglio da te! (l'episodio è riportato in forma soft anche nei Diari).
Ottavio, furibondo, va a cercare il giornalista in redazione e gli tira in faccia una ventina di babà che sembrano bombe a mano gridando che la prossima volta glieli ficcherà
da qualche altra parte. Per fermarlo devono chiamare i portieri e la polizia.
L'episodio avrà uno strascico televisivo molti anni dopo quando Ottavio si ritroverà davanti l'uomo della cambella col buco
sul set di un programma di Gassmann Tutto il Mondo è teatro:
in un momento di totale dissociazione Rosati solleva un pilone della scena per tirargielo addosso.
Sarà Elena Croce a fermarlo in tempo con una gomitata e uno sguardo allarmato.
Non tutto il male vien per nuocere: dopo l'incidente la Pivano lascia il Messaggero e passa al Corriere della Sera con un "Articolo 2" (contratto di collaboratore fisso).
Luigi Squarzina, direttore del Teatro di Roma invita Rosati a scrivere un'introduzione alla storia vera e para-psicodrammatica
de L'uomo del magnetofono di J. J. Abrahams messa in scena come commedia al Teatro Flaiano.
A Milano Sottsass, dopo aver portato via i suoi vestiti da casa, restituisce alla Pivano l'anello nuziale
e inizia una nuova relazione con Barbara Radice che sposerà nel 1998.
Mentre Pivano chiede al marito di restituirle anche le chiavi,
Ottavio intensifica la psicoanalisi e comincia a fare yoga. Gioca a tennis anche due ore al giorno.
Rosati (il ragazzino) è così innamorato di Fernanda che quando va a prenderla all'aereoporto ferma l'automobile in una piazzola
e piange a dirotto all'idea che un giorno lei non ci sarà più. Piange così a lungo che arriva all'aeroporto in ritardo.
Pivano gli disegna bellissimi quadrifogli e piccoli ritratti come 'Ottavio/Trombolino'
nei quali O. osserva che gli ha messo le corna. Lei risponde che non sono corna ma antenne.
Alla Kasbah O. alterna appassionate discussioni sul significato della vita e della letteratura a grandi feste e psicoplay minimalisti, come l'evento Il cavolo di Natale ispirato a Sandor Ferenczi e Winnicott e realizzato coi portieri Gustavo e Luigina per far felice la Nanda.
I due a Roma si presentano reciprocamente gli amici.
O. presenta a Fernanda il suo migliore amico del liceo Stefano Del Re, Pier Luigi Pirandello, Arturo Schwarz.
F. gli fa conoscere i Santucci, Luca Patella, Natalia Ginzburg, Elda Ferri e Roberto Faenza, Silvana Gandolfi,
Carla Vasio, Lino Matti e soprattutto quello che Ottavio considera il più grande giornalista/scrittore di Italia:
Indro Montanelli.
Maria Signorelli e Indro Montanelli
Una sera che F. lo porta a cena a casa di Montanelli a piazza Navona, Ottavio è felicissimo.
Scopre che la moglie Colette Rosselli, è niente meno che la 'Donna Letizia' autrice di quel manuale di buone maniere degli anni Sessanta che da bambino O. leggeva insieme a L'amante di Lady Chatterley, per imparare a comportarsi come un vero uomo.
Arrivati al caffè, O. racconta che un giorno a scuola, per seguire una regola del libro di Donna Letizia
(L'uomo deve sempre entrare in una stanza prima della donna, per controllare che non ci siano pericoli...)
la professoressa di matematica gli aveva dato una sberla dicendo:
Maleducato! Non lo sai che le signore hanno sempre la precedenza?
Montanelli commenta: Come vede, amico mio, i pericoli non stanno dentro le stanze ma dentro le donne.
Fernanda e Ottavio ridono. Donna Letizia no.
Che fai, Colette, dice Montanelli, non ti prendi le tue responsabilità?
Una vera signora, conclude la Pivano, non si giudica mai.
Zerka Toeman Moreno - ph Stefano Cavalli - © PLAYS
Dopo un lungo scambio di lettere con Zerka Moreno, O. fa il suo primo viaggio di studio al Beacon Institute (New York)
dove incontra colleghi di tutto il mondo e scopre l'importanza del gioco e della catarsi che
nello psicodramma analitico dei Lemoine sono ridotti al minimo.
Entrare in contatto con Moreno è come incontrare un grande nonno, scavalcando i pregiudizi di genitori che lo conoscono poco e male.
In attesa di tornare a Beacon con Fernanda, O. la mette in scena come personaggio scegliendo dal gruppo come attrice una giovane psicologa argentina in uno psicodramma diretto da Zerka Moreno che si prolunga in qualche backstage.
1978
A Roma si verifica un incidente emblematico che sembra l'esatto contrario della scomparsa di Cronache del nuovo sesso.
Due giovani in moto scippano la borsa di F. con una busta che contiene una grande somma di denaro e la polizia le dice che non la vedrà mai più. Invece la borsa viene trovata il giorno dopo sotto casa di Luigi Squarzina che, conoscendo Rosati, gliela manda alla Libreria del Teatro perché lui la consegni alla Pivano.
La polizia è sbalordita: non si capisce perché nella borsa, dopo tanti giri, ci siano, ancora tutti i soldi e il portafoglio.
Fernanda dice che forse i ragazzi erano dei beat che, vedendo il suo nome sui documenti, si sono pentiti. Anni dopo Moreno Cerquetelli, da vero critico teatrale, farà un'altra ipotesi:
gli scippatori hanno gettato per terra la borsa quando si sono accorti che la polizia li stava inseguendo.
Alla sua Kasbah di Trastevere negli anni Settanta Fernanda riceve decine di giovani che, odorosi di marijuana, sudore e piedi sporchi,
arrivano da ogni parte, anche in autostop, per portarle canzoni, poesie.
Vengono a parlare del significato dell'esistenza e chiedono alla mitica Pivano che devono fare della loro vita.
Lei risponde a tutti che il valore più importante è l'integrità,
e si dispera con Ottavio perché i giovani le danno un'enorme responsabilità. Dice: Io non sono un guru, Sono solo una povera scema.
Un giorno Ottavio le risponde:
Senti bene, Nanda: tu per anni sei andata a cercare i beat in America. Si capisce che oggi i ragazzi cercano te in Italia.
Se hai paura che vedano il tuo grande Ego, stai tranquilla perché tu hai pure una grande Anima. Vai bene così. Tranquilla!
Fernanda lo guarda fisso, scoppia a ridere e lo bacia. E Ottavio ride anche lui e dice:
Oddio... che ho detto? Chi ha parlato?
Rosati inizia la sua seconda (di otto) analisi con Mario Trevi considerato uno dei più rilevanti analisti di scuola junghiana.
Un giorno che Ottavio gli parla del sentimento di ammirazione e inferiorità provati nel leggere Mitobiografia di Ernst Bernhard, che era stato il didatta di Trevi, lui gli parla dell'integrazione dell'Ombra, con parole che molti anni dopo si riveleranno profetiche o, più semplicemente, suggestive:
Si ricordi, Ottavio, che anche Bernhard aveva un'ombra e non era nemmeno piccola. L'ombra infatti è proporzionale alla luce.
C'è una storia dell'allievo che scopre il Maestro in attività sessuali orgiastiche e ne rimane deluso, sgomento. "Ma come!" gli dice.
E il maestro per tutta risposta tira fuori il suo pene e orina nell'aria un arcobaleno che scintilla e fa:
"Ecco... quando anche tu saprai fare così..."
Molti anni dopo, queste parole si riveleranno profetiche sul piano trans-generazionale.
O semplicemente veicolo di un comando post-ipnotico che Rosati racconterà nel bricconaggio I cani dell'acqua Marcia.
Nanda desnuda - © PLAYS
In Liguria la madre di Fernanda, Mary, ha chiuso il suo villino per entrare in una casa di riposo di Bogliasco
e un giorno che Rosati va a Genova per lavoro, Fernanda lo prega di andarla a trovare.
Mary sembra una donna tranquilla che non ha lo charme di sua figlia.
Parlano tutto il pomeriggio ie prendono il the. Siccome la veranda è piena di gelsomini profumatissimi Ottavio ne mette qualcuno nella teiera e Mary si diverte: dice che lo farà anche lei e che ogni volta penserà a lui.
La madre di Nanda è molto affettuosa con lui e lo tratta come un parente: gli regala una scatola di crumiri piena di foto di famiglia.
Prima che parta gli prende le mani e gli chiede di proteggere sua figlia per sempre.
Lui si commuove e glielo promette (potrebbe essere stato un errore perché Ottavio manterrà la promessa a rischio di non proteggere se stesso).
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In quei mesi il frugamenti ha iniziato a studiare l'importanza delle fotografie in psicoanalisi e,
quando apre la scatola che gli ha donato Mary, nota prima di tutto che in casa del banchiere Pivano nessuno tocca nessuno.
Poi osserva che la tensione delle mani di alcune istantanee rivela l'identificazione di Fernanda nel padre Riccardo
piuttosto che con la madre che resta sempre in secondo piano a braccia conserte.
I ritratti invece catturano la bellezza di Fernanda isolata come un pezzo da collezione ma sembrano meno significativi
anche se lo fanno struggere di un'assurda nostalgia per un passato in cui lui non c'era.
A dicembre Mary Pivano muore. Fernanda è tormentata dai sensi di colpa.
Ottavio cerca di aiutarla con degli psicodrammi a due realizzati con la tecnica della sedia vuota,
poi le propone di invertire il ruolo terapeutico come faceva Sandor Ferenczi nella sua analisi reciproca.
Ottavio parla a sua volta del suo rapporto difficile con la madre Mirella, che è stata una madre più che buona finché lui era un bambino ma non riesce a contenere la sua aggressività e a rispecchiarlo come adulto: Lo sai che mamma non è mai venuta a trovarmi a casa mia?
Ottavio confessa alla Pivano che nel 1973, poco prima di incontrarla all'Hotel Hassler per l'intervista di ArcanA, si era verificata una scenata tragicomica. Sua nonna, in cucina, davanti a sua madre, in preda a un attacco di matriarcato ciociaro, gli aveva dato una sberla perché lui aveva usato tutto il suo stipendio per fare un regalo di matrimonio senza chiedereil permesso alla famiglia. E Ottavio gliela aveva restituito tale e quale, lasciando le due donne senza parole.
Fernanda scoppia a ridere e dice:
Un vero anarchico!
Ho restituito la sberla. Non avevo scelta. Ero pure in divisa... Ti rendi conto che stronze?
Fammi capire: e dopo sei venuto a intervistarmi allo Hassler?
Certo. Però prima di uscire ho fatto la doccia.
Fernanda stenta a credere che Mirella, per quanto alienata dal matrimonio,
possa apostrofare il figlio come un suo "sottoprodotto" e poi regalargli un'automobile comprata con i suoi risparmi.
Ottavio regala a Fernanda il libro di Erich Newmann The Great Mother pregandola di leggerlo.
Lei ricambia con la prima edizione de L'altra America negli anni Sessanta, dicendogli che è un'antologia degli
scrittori che hanno preso a schiaffi la madre America. Però fa un lapsus e dedica il libro a Gianni anziché a Ottavio:
Girano i soli, ruotano le lune caro Gianni che cosa succederà di te? Brucerò incensi perché ti succedano solo cose belle. Nanda 1978
Quando Ottavio la legge fa anche lui un lapsus fuori dal tempo che sembra un esagramma dell'I-King:
brucerò incendi (non incensi)... Fernanda scoppia a ridere e dice: addirittura!
Il momento resta indelebile nella memoria come una premonizione dell'incendio del 2001
descritto nella quarta parte di questo ipertesto.
In estate F. (nel ruolo di intervistatrice) e O. (nel ruolo di assistente tecnico)
entrano nella troupe del documentario di Costanzo Allione Fried Shoes, Coocked Diamonds
da girare in Colorado al Naropa Institute di Boulder con Allen Ginsberg, Thimothy Leary e Gregory Corso
e decine di pieti, artisti e pensatori dell'America alternativa (clicca qui).
William Burroughs, Allen Ginsberg, Fernanda Pivano
Mentre Fernanda si gode un bagno di interviste in entrata e uscota oppure passa ore con Diane di Prima, a seni nudi sotto il sole a tradurre poesie,
Ottavio va a cavallo nelle montagne con Robert, un giovane psicologo canadese con cui dà vita a
pomeriggi pagani a torso nudo in chiave Brokeback Mountain arricchiti da discorsi su Jung e Walden.
Quando torna a Boulder sporco e affamato ritrova Fernanda, vestita Schiaparelli, sulla sua sedia col suo blocco degli appunti sulla liberazione sessuale
e una bottiglietta di acqua minerale Evian.
Imperturbata e imperturbabile nelle aule dell'università piene di fumo e odori dove i suoi poeti e gli studenti del Naropa,
sdraiati per terra, si sono strafatti con ogni genere di funghi ed erba.
L'unico lucido è Ginsberg che insieme al compagno Peter Orlowsky canta poesie accompagnandosi con l'organetto.
Tutto questo tra sessioni di meditazione tibetana, sit-in anti nucleari a Rocky Flats e un Plutonian Psicoplay di Allen Ginsberg.
Ottavio, entusiasta del paradiso di Boulder, lo confonde con la vera America: all'aeroporto si inflaziona e va fuori di testa. Prima scoppia a piangere, poi grida che non vuole più tornare in Italia. Giustamente Fernanda si infuria con lui. L'unico a dargli ragione è un macchinista che si offre di prestargli del denaro per restare nel paradiso di Boulder anche a "a nome suo".
La troupe di Allione è sgomenta, gli tolgono il passaporto e - in nome della Grande Madre Italiana che non abbandona mai i suoi figli - tornano tutti indietro al Naropa dove aspettano due giorni che Rosati cambi idea.
Durante un litigio tra la Pivano e Rosati, Ginsberg interviene abbracciandoli entrambi. Poi, con la sua voce posata da rabbino, dice a Fernanda che non può pretendere che un ragazzo si comporti come suo marito Ettore e sussurra a Ottavio delle parole di saggezza buddhista che scriverà su una copia di Plutonian Ode:
Ottavio, I tried to avoid anger in this Rapsody, I doubt succeed but I was conscious of the problem.
(Ottavio, ho cercato di non esprimere rabbia in questa Rapsodia. Dubito di esserci riuscito, ma ero consapevole del problema).
L'analisi grafologica della scrittura di Allen mostra che la o di Ottavio è minuscola e schiacciata in basso
ma che le due t la tirino su.
Nel cognome RoSATI la o è così piccola che crea uno stacco ed evidenzia un'altra parola in maiuscolo: SATI.
SATI è il termine che nel buddismo indica consapevolezza, il primo dei Sette Fattori dell'Illuminazione.
Da quel giorno Ottavio cambia la sua firma e inizia a scrivere RoSati con la S maiuscola. Sempre.
Grazie ad Allen, Ottavio tiene a bada le fantasie della sua Anima e si rassegna a tornare in Italia.
Fernanda durante il volo non gli rivolge la parola ma, arrivati a New York fanno pace.
Si fermano un paio di giorni. Ottavio la invita a teatro a vedere Cats. Tornano in Italia felici e cotenti.
A Roma mentre sono a cena a casa di Elena Doni e Giancarlo del Re, dove il prof. Nino Dazzi, disperato per amore,
consiglia a tutti una bravissima cartomante che lo sta aiutando,
scoppia un nubifragio. Tornando a via lungara si accorgono che a Ponte Milvio c'è un alluvione che li ferma.
Rosati si carica Fernanda sulle spalle e la porta fuori dall'acqua torbida che ha circondato l'automobile,
in un gioco di ruolo all'Indiana Jones in cui Fernanda grida Stai attento ai topi! e Ottavio, ridendo e arrancando, la salva.
Sono entrambi appesi a un filo ma poi ce la fanno.
1979
O. accompagna F. con Allen Ginsberg al Festival Internazionale dei Poeti
sulla spiaggia di Castel Porziano e la salva dal crollo del palcoscenico di cui parlarono tutti i giornali.
Proteggere Fernanda (povera bambina indifesa) è un bisogno permanente per cui O. si allena in palestra e in analisi.
Sogna spesso di soccorrerla come un eroe o un Super-eroe. A lei fa piacere. A lui pure.
O. regala a F. una bicicletta rossa e le dà lezioni di guida a via Giulia;
Tommy e Papik, due bambini della Kasbah, fanno un disegno della Nanda in bicicletta tra il Duomo e il Colosseo:
Milano-Roma, Roma-Milano, Pedala Pedala, Fernanda Pivano
Con la Pioggia il Vento e la Bufera, Viva Viva la Corriera della Sera.
Uno psicoplay sul panico da bicicletta di Fernanda con una catarsi
fa emergere dall'inconscio pivanico tre rigide proibizioni che le sono state impartite da bambina:
1. non salire mai su una bicicletta,
2. non toccare mai il suo corpo o quello degli altri,
3. non maneggiare mai i soldi e far pagare i negozianti dalla cameriera.
Questi imperativi vittoriani sembrano legati alla rimozione di sesso e denaro (Freud e Marx)
che in realtà sono divinità da adorare in segreto.
Una dozzina d'anni dopo, quando O. e F. incontreranno Tinto Brass alla prima di Monella,
Fernanda riconoscerà, senza amarezza, nella ragazza bella, sexy e libera di andare in bicicletta, il valore dell'Ombra evocata nel suo Mantrananda.
Da parte sua Ottavio accosterà il film di Brass alla canzone 'Bocca di Rosa' di de Andrè che Fernanda considera il più grande poeta italiano vivente.
Questo cerchio si chiuderà nell'estate del 2017,
quando Rosati (con gli allievi Gina, Francesco e Roberta) farà da testimone alle nozze di Brass con la sua musa Caterina Varzi l'avvocatessa passata al cinema che, dopo aver salvato col suo amore Tinto da un ictus, accoglie il mandato di custodire il suo archivio e la sua dignità.
Alla fine degli anni Settanta O. convince Fernanda a fare una blefaroplastica perché, a furia di piangere per Sottsass,
le palpebre le sono calate sugli occhi e non riesce quasi a leggere. Il risultato la ringiovanisce da molti punti di vista.
O. convince F. così rinfrescata, ad accompagnarlo a Saint Tropez ai gruppi di psicodramma lacaniano
di Gennie e Paul Lemoine della SEPT dove la Pivano sonnecchia tutto il tempo e si limita a interpretare magnificamente il ruolo di un gatto parlante. Sembra un'attrice e piace a tutti per come dice miao.
O. inizia a raccogliere per Fernanda le cartoline dei gatti di Siné: Pa chat, Chat plin, Chat renton...
Le incornicia e gliele mette in camera da letto.
Ogni mattina lei dopo la doccia si spruzza di borotalco come fosse cocaina e fa un repertorio di gatti incantevole.
Se lui la insidia eroticamente coi suoi gatting out, lei gli dà piccole zampettate sulle mani. Poi inclina la testa e sospira:
Peccato che è troppo tardi per fare un bambino... tesoro mio... peccato...
SX: Rosati bambino - DX Pivano chat steté
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