QUATTRO DECENNI DI PLAYS (il Teatro del Tempo tra la Pivano e la Von Franz) un ipertesto di Ottavio Rosati - 2° parte
Secondo atto (psicodrammatico e teatrale): GLI ANNI OTTANTA
- clicca per il primo atto -
Musica: nel campo della musica giovanile termina la strada maestra partita vent’anni prima coi Beatles. In termini di popolarità il testimone passa agli U2 ma la vera novità è la scoperta della musica etnica, che anticipa la globalizzazione e trasmette nuovi mondi sonori.
1980 Il biglietto di Mario Trevi - Zerka Toeman Moreno e lo Stegreiftheatre - Pivano e il Teatro Off Off Off - Psicodramma e Mnemodramma – Alessandro Fersen e Zerka Moreno – Tra Craxi e Lacan – Fernanda moglie saggia– Psicodramma su Marilyn da Carotenuto – Viaggio con la Pivano al Moreno Theatre di Beacon – Il film di Moreno alla Sorbonne – Psicodrammi alla libreria del teatro 1981 Morte di Lacan – Fernanda tra musica e scrittura – La Vergine degli Angeli – Roberto Capucci all’Opera – Il fantasma dell'Opera a Napoli – Psicodramma al Babin Gesù - Pier Luigi Pirandello - Due attrici tra Moreno e Pirandello 1982 Spazio-radio allo psicodramma - Pirandello e lo psicodramma in Italia - Viaggi e recensioni liriche – Dora Kalf e la Sand Box– Zerka Moreno al museo del folklore – Enrico IV di Romolo Valli – Aida fuori dal tempo –Il Rossini Opera Festival – Psicodramma in mongolfiera – "Guido i' vorrei che tu e Lapo e io..." – Cento milioni di lire o la maggior somma... – Aldo Carotenuto e il Diario di una segreta simmetria –Il film di Nelo Risi per Rai Cinema - Elda Ferri e Roberto Faenza 1983 Questa sera si recita a soggetto con Zerka Moreno - Clinica Turandot a Torre del lago - Sylvano Bussotti e il sociodramma per Puccini - Nanda e la collana di Alice Tocklass - Doppi legami matrimoniali – Michael Mc Clure e il Festival di Villa Borghese – Turandot alla Scala – Il visone della Pivano - Fernanda regala a Ottavio una videocamera 1984 Mnemodramma a New York - Storie di gioielli – I fratelli Maggio e la scoperta di Rosalia – Lo psicodramma perverso di Tosca a Torre del Lago – Gretel Leutz al tempio di Esculapio – Un anello di Fernanda tra le pietre - Disegnare un teatro di psicodramma – Josef Svoboda a Praga 1985 Arriva Francesco - Documentari su Moreno ed Erickson per Rai Radiotre – Fernanda e don Mario Picchi – Ottavio e Fernanda per Scott e Zelda - L'intervista a Paul Watzlawick – La biografia di Hemingway e il radiodramma di una dedica respinta –La nevicata del secolo e il contratto di Ottavio – Un varco tra due terrazze 1986 Telegramma a due mani – Il pazzariello a Torino - Pirandello e Moreno trionfano al Carignano – J. L. Moreno al Piccolo Teatro – La festa della torta e l’invenzione della scacchiera - "Cos'è più la virtù" – Censure e proteste - Chat steté in cornice Deco 1987 Lewis Yablonsky e lo psicocinema di Moreno - Il complesso Zeffirelli – L’asina d'oro di Trevi - Il CeIS e il gioco dell'orologio –Consulenza a Bollingen - Fernanda sacrifica a una divinità sconosciuta - La sfinge di Axel Munthe a San Michele – Sogni di fuoco ad Anacapri – Un numero speciale della rivista - Pivano, Pinocchio e Pirandello - Il Teatro Stabile di Trieste 1988 "La mia Kasbah" – Rosati tra due interpretazioni - “Nobody loves me…” – L’amore annichilito - Un ciondolo da Scanno 1989 Grandi litigi sul Vero e il Falso Sè – Due ritratti di Lorenzo Tornabuoni – Pivano falsa vedova - Una Rondine da sposare - Mario Trevi e l'Accademia della Crusca.
1980
Intervisto per Spazio tre (Rai/radio3) il famoso analista Mario Trevi,
che il 9 gennaio mi manda Le Massime di de La Rochefoucauld con queste parole:
Caro dottore,
come Lei sa, l’assistenza psicologica degli ammalati “fisici” è assai sospetta e contradditoria, anche perché, tra l’altro, è più facile che sia l’ammalato ad assistere validamente il “sano” psichico.
L’assistenza affettiva è invece un’altra cosa, dal momento che, come è ormai universalmente accettato, l’affetto è stato bandito dallo psichico come cosa sospetta e demodè.
Mi permetto di inviarle un libro che forse non conosce. Se tutto Freud è riassumibile nella formula “sotto ogni virtù occorre scoprire un vizio”, La Rochefoucauld è un padre di Freud, (un avo in settimo grado per rispettare la cronologia), e un padre ignorato. Nietzsche, il gran retore, ha usurpato la paternità, con i falsi diritti di una continuità storica. Questo padre ignorato è però più colto, più spiritoso, più profondo del figlio. Se i lacaniani tenessero sul comodino le “Massime” saprebbero almeno che per demistificare l’uomo non occorre necessariamente ricorrere a giochetti verbali e calambours. Anche perché poi occorre demistificare i giochetti verbali, e si fa doppia fatica.
Dietro La Rochefouald naturalmente sta Montaigne e la maestà dello scetticismo dell’età classica. Dietro ancora stanno i Cinici e, al fondo di tutto, l’immortale e perduto Trasimaco, il sofista. Quando gli umanisti ridono degli psicologi hanno ragione da vendere.
Con affetto, dunque, e con gli auguri più sinceri,
Mario Trevi
L'eleganza intellettuale del biglietto e la grandezza del libro mi incantano. Un anno dopo inizio con Trevi la mia analisi didattica che durerà dieci anni:
Nulla fa pensare che 14 anni dopo Trevi collaborerà con giovane pittore Fabio Bonvicini
al doppio tradimento descritto ne I cani dell'acqua marcia (2018). Nel momento più drammatico però il libro mi sarà di aiuto.
Fabio Bonvicini, Adriano e Antinoo alle terme con eclectus
(Oil on canvas)
Cresce la mia insofferenza per il setting dello psicodramma analitico dei Lemoine, le sue regole, i suoi limiti: spesso nel gruppo di pazienti seduti in cerchio in un salotto affollato, che si impallano tra loro, non si riesce nemmeno a vedere chi gioca. Spesso gli analisti dirigono il protagonista dando le spalle a qualcuno ma nessuno ci fa caso. Lo trovo disgustoso, indecente. Inoltre l'idea stessa di una seduta di psicodramma è una contraddizione in termini: l'interpretazione teatrale si dovrebbe fare stando in piedi, mentre quella analitica si fa da seduti. E poi c'è il problema della presunzione teorica dei lacaniani che qualche volta sono brillanti ma sono sempre convinti di avere la verità in tasca e non prendono in considerazione nessun altro modello di riferimento.
Chiedo a Zerka Toeman Moreno una copia di The Theatre of Spontaneity e la pianta del Beacon Theatre costruito in America negli anni Quaranta.
Zerka mi invia anche il disegno di un bizzarro Teatro a Pianta Centrale con palchetti a corolla per lo Stegreiftheatre.
Moreno lo presentò a Vienna all'Esposizione Internazionale delle Nuove Tecniche di Teatro organizzata dall'architetto Fredrich Kiesler nel 1924.
Più che una struttura teatrale realizzabile in concreto, il teatro a pianta centrale di Moreno sembra una metafora: un mandala fatto di una dozzina di minuscoli anfiteatri disposti come i petali di un fiore. Scrivo a Zerka:
...ne ho parlato con degli scenotecnici e mi hanno detto che un teatro del genere è irrealizzabile in pratica. Capisco però che è significativo dal punto di vista morale e psicologico: in un anfiteatro classico, come il Colosseo o l'Arena di Verona il singolo spettatore sparisce come soggetto ed è importante solo ciò che accade nella pianta centrale. Invece nel teatro di psicodramma ogni membro del gruppo è un mondo. Quando si esprime, diventa lui stesso un piccolo anfiteatro in cui rappresenta la sua vita: ciò che gli altri vogliono farne e ciò che vuole farne lui.
Quindi la pianta centrale non è importante di per sé stessa. Ciò che importa è la circolarità: il fatto che da una scena nasca un'altra scena.
La pluralità dei punti di vista caratterizza la platea dell'Auditorium dell'università di Catania (arch. Carlo di Carlo) dove nel 2001 farò il ruolo di Moreno in Fantasmi con Leo Gullotta el ruolo di Pirandello.
I pianerottoli tra le poltrone (girevoli) funzionano come piccoli palchi per l'azione.
Una versione semplificata della pianta di Moreno (a SX nella tavola qui sotto) aiuta a farsi un'idea dell'intuizione che il giovane Moreno aveva in mente:
Pdf di commento allo schema planimetrico disegnato nel 2018
Il secondo disegno del teatro a pianta centrale di Moreno, con uno schema planimetrico realizzato nel 2018 dall'architetto Manuel Lentini - © PLAYS
Il primo teatro di Moreno sembra l'archetipo di un nuovo spazio di rappresentazione dei gruppi e dei sistemi dove la rigidità dei ruoli può essere messa in discussione,
dove ogni spettatore può diventare attore e autore. ssocio ad alcuni disegni di Escher e alla massima di Ermete Trismegisto, Dio greco del logos e della comunicazione:
Tutto ciò che è in alto è come ciò che è in basso, tutto ciò che è in basso è come ciò che è in alto...
Mi dicono che la pianta di Moreno ricorda quella della chiesa di Santo Stefano Rotondo a Roma
che ha la struttura di un mandala dove l'altare è collocato al centro della costruzione.
Voglio saperne di più sul primo modello viennese e Zerka mi racconta che anche Kiesler presentò all'Esposizione un suo teatro circolare realizzato in legno a grandezza naturale e che Moreno si infuriò e lo accusò di avergli copiato l'idea.
Il conflitto tra l'architetto e il regista fu così acceso che finì in tribunale. Sembra che nel teatro di Kiesler uno spettatore si muovesse su uno scivolo che permetteva di cambiare il suo punto di vista:
probably it was a kind of carousel, like in Wien Prater.
Una caricatura dell'epoca uscita sui giornali mostra un match di boxe tra gli autori dei due progetti, in cima al teatro di Kiesler
animato da un forte dinamismo, un po' surreale, un po' espressionista.
Racconto questa storia alla Pivano e lei resta colpita dal carattere alternativo e avanguardistico dei due progetti.
La settimana dopo mi porta da Milano due immagini che, a mia volta, invio a Zerka.
Una arriva da amici architetti di Sottsass (Kiesler veniva dalla scuola di Loos) e ritrae la complicata macchina teatrale che nel 1924 scatenò le proteste di Moreno.
L'altra è la foto di una performance del Living Theatre al Politecnico di Milano nel 1968 dove al centro un ragazzo del pubblico si spoglia per entrare in scena, dove è in atto una vera ammucchiata, passando dal ruolo di spettatore a quello di attore.
Nella lettera di risposta Zerka commenta: really it is the perfect psychodramatic moment!
Nella foto del Living qui sotto ho aggiunto un cerchio rosso per indicare gli attori e un cerchio giallo per il ragazzo:
Secondo Fernanda questa visione meta-teatrale europea degli Anni Venti anticipa di mezzo secolo quella del Teatro Off Off Off Broadway che in America avrebbe abbattuto la tradizionale distinzione tra platea e palcoscenico mettendo il pubblico in contatto fisico con gli attori.
Decidiamo di andare con al Beacon Institute dove Moreno ha costruito nel 1942 il primo teatro di psicodramma di America e del mondo. Troviamo un teatro-laboratorio oblungo, in legno, senza sipario ma con una scena circolare a tre livelli di altezza e una balconata dalla quale possono affacciarsi personaggi dominanti o figure di Super-Io.
Mi sembra un altare dove il sacerdote/direttore celebra Dio attraverso l'incontro tra esseri umani che si aiutano a cercare se stessi e a risolvere i loro conflitti.
Se lo confrontiamo a due anfiteatri moderni (piccoli o grandi) come quelli delle foto qui sotto, è evidente che a Beacon di circolare è rimasta sola l'area per l'azione, in fondo a un teatro di forma rettangolare come a Roma il Ridotto dell'Eliseo o il Teatro OFF OFF. I membri del gruppo erano seduti in posizione frontale rispetto alla scena come in un teatro normale, in attesa di entrare in scena.
L'area del gioco e distinta da quella del gruppo che assiiste, grazie a piccoli spazi intermedi.
Il Teatro dell'Argine San Lazzaro di Savena (Bologna) The Circle in the Square (Broadway)
Immagino un nuovo tipo di struttura ancora più articolata e duttile. Ma come realizzarla? Questo problema sfocerà nel progetto del Teatro del Tempo
e solo nel 2018 PLAYS comincerà a disegnare uno spazio ancora più transizionale. Uno spazio con sedie mobili, schermi mobili, pannelli di specchio.
Vado con Fernanda, come inviato de Il Mattino di Napoli, a un convegno su Alessandro Fersen e il suo Mnemodramma. Lei, da grande maestra di networking, mi suggerisce di fare incontrare Fersen con Zerka Moreno organizzando in Italia un evento teatrale sullo psicodramma.
Tre anni dopo al Teatro Flaiano, Fersen consegnerà alla Moreno un'onorificenza della città di Roma. Zerka a sua volta inviterà il maestro a New York per presentare il Mnemodramma al convegno dell'American Association of Group Psychotherapy and Psychodrama.
Sempre nel 1980 Fernanda si rifiuterà di presentare a Mondo Operaio (il Centro Culturale del PSI) 'Jouer, Jouir' dei Lemoine che esce come quinto numero della rivista Atti dello psicodramma. Mi dice:
Mi spiace, tesoro, ma non mi sento di entrare tra Craxi e Lacan! I miei ragazzi beat non me lo perdonerebbero.
Qualche tempo dopo Fernanda si spiegherà meglio:
La verità è che ti vedevo infelice con quei francesi e ti ho detto di no per aiutarti a voltare pagina.
Andiamo insieme al Moreno Institute di Beacon (N.Y.) dove Pivano intervista Zerka Moreno per Il Corriere della Sera sui rapporti tra lo psicodramma e il nuovo teatro americano.
Nella vecchia redazione della Beacon House, trovo in una scatola per terra delle foto e una copia dello Psicodramma di un Matrimonio di Moreno girato alla Sorbonne nel 1964 che ho cercato invano in Francia negli archivi della RTF. Mi sembra di aver trovato il Santo Graal. Appare in una nuvola Hermes-Mercurio che mi dice di prenderla di nascosto ma io resisto e la chiedo in prestito a Zerka Moreno. La porto in Europa, la copio in VHS e, prima di restituirla, ne regalo una copia a tutti i colleghi. Molti anni dopo qualcuno si impossessa dei diritti e la vende in un cofanetto di DVD malfatto e carissimo, privo sia di qualità che di Spontaneità. Che a Moreno non piacerebbe.
PDF di approfondimento
Nel 2017 saranno Maria Cristina Sidoni e Marco Greco, curatori dell'archivio Schutzenberger, a trovare tutti i documenti video del lavoro di Moreno in Francia,
compreso quello girato da Roberto Rossellini che nel 1980 confondo con il filmato di Jean Luc Leridon.
La Pivano mi fa da Pigmalione. Quando Luciana Sica su Paese Sera mi fa la prima intervista, Fernanda dice: "Dovresti mandare a Luciana Sica un biglietto di ringraziamento." Io penso di mandarle delle bottiglie di Dom Pérignon ma lei scoppia a ridere:
Un biglietto è un omaggio. Lo champagne sarebbe plagio. A parte che devi ancora pagare l'affitto.
In occasione della prima della Marilyn di Lorenzo Ferrero al Teatro dell'Opera di Roma improvvisiamo un Socioplay per Anima nello studio di Aldo Carotenuto dove Nanda gioca il ruolo di Marilyn Monroe.
Nella fase di sharing e analisi scoppia una discussione:
per me Marilyn è una bellissima oca di plastica. Per Fernanda è una povera ragazza disperata. Carotenuto dà ragione a entrambi.
F. mi accompagna a Montpellier per in convegno della SEPT La Sexuation en Psychodrame. Lei si annoia e dice:
non ho capito una parola un po' perché sono una povera scema... e poi perché i lacaniani non fanno niente per farsi capire, anzi...
Dopo il mio intervento scappiamo come due ragazzini che marinano la scuola.
1981
Muore Jacques Lacan. In un articolo commemorativo per i quotidiani della AGL faccio la storia del suo rivoluzionario percorso analitico e filosofico senza menzionare il tentativo dei Lemoine di collegare Lacan allo psicodramma. Lo stile e il pensiero di Lacan perme sono agli antipodi di quelli di Moreno per il loro intellettualismo privo di emozioni e spontaneità che, naturalmente, ha un suo pubblico di praticanti e utenti. Che ormai mi è insopportabile.
Stefano Del Re, mio grande amico del liceo, mi propone di collaborare ai giornali della AGL dell'editore Caracciolo come critico lirico. Porto Nanda ai Festival musicali italiani estivi dove scopro il suo amore per la musica. Fernanda è diplomata in pianoforte e insegna letteratura al Conservatorio di Milano. La sua modulazione della voce è straordinaria. Ne fa un uso seducente, artistico e qualche volta manipolatorio perché le consente di cavarsela con eleganza quando si trova alle strette sul piano razionale.
Al Teatro Sferisterio di Macerata durante un concerto di Montserrat Caballé, ascoltando l'aria 'La Vergine degli Angeli'
Fernanda piange di commozione e mi stringe la mano così forte da graffiarla con le unghie.
A cena si complimenta con la cantante dicendo di aver sentito una volta, con Montale, La Forza del Destino con la Callas:
Lei, signora Caballé, è più appassionante della Callas perché è cattolica, spagnola e madre.
Intervisto la Caballè che mi rivela un suo sogno ricorrente: Salgo, salgo, salgo sempre più in alto. Finché mi spavento e mi sveglio.
Al Teatro dell'Opera di Roma presento a Fernanda Roberto Capucci, il couturier artista e appassionato di lirica.
Lo incontriamo spesso nei salotti romani con un esito divertente riportato dalla Pivano in una pagina dei Diari.
Molti anni dopo Plays dedicherà a Capucci il cortometraggio Le Code Le Ali (2014) (con un commento psicoanalitico di Claudio Widmann)
e il docu-film televisivo La Moda Proibita (2019) sul passaggio di Capucci dal mondo delle sfilate a quello dell'Arte.
Il progetto Capucci culminerà nello script di un film su Lucio, uno studente di psicologia, innamorato del Libro Rosso di Jung,
che si mette nei guai perché vuole fare a tutti i costi la sua tesi in Psicologia sul Grande Couturier romano.
Vado con Fernanda a un reading di Allen Ginsberg e Le Roy Jones al Teatro San Carlo di Napoli dove alla fine tutti gli interpreti, rimasti a parlare nei camerini, si ritrovano imprigionati nel teatro chiuso e deserto.
Per gestire un attacco di ansia di Fernanda, la butto sul gioco. Improvviso nel foyer uno shock psicodrammatico in cui salto fuori dal buio come il Fantasma dell'Opera gemendo le battute di Carmela la sorella del portirere in "Questi fantasmi" di Eduardo.
Nanda un po' si infuria, un po' ride. Ginsberg si diverte, Le Roy Jones chiede la traduzione. Finalmente qualcuno si accorge di noi e ci salva. L'editore Tullio Pironti organizza una grande cena a piazza Dante.
Nella mia recensione ometto l'incidente che anni dopo descriverò in un articolo (clicca qui)
Scrivo a Zerka alla ricerca di possibili rapporti tra Pirandello e Moreno e lei in una lettera ipotizza una catena di contatti che parte dall'attrice Elisabeth Bergners (allieva di Moreno) e arriva a Gabriele D'Annunzio tramite Eleonora Duse.
Grazie al nipote di Pirandello, l'avvocato Pier Luigi, scopro che Luigi (dopo lunghe trattative diplomatiche e la cessione di quadri al Vaticano) era andato in Austria a riprendersi il figlio Stefano prigioniero dell'Austria, negli anni in cui Moreno teneva sessioni di Teatro della Spontaneità allo Stegreiftheater di Vienna.
Forse in quell'occasione Pirandello scoprì la rivoluzione teatrale di Moreno. Tuttavia, in una commedia scritta da ragazzo (Gli uccelli dell'alto), Luigi aveva già avuto la stessa idea moreniana del ribaltamento tra platea e palcoscenico.
Da maggio a ottobre Ottavio tengo un corso di formazione in psicodramma per gli operatori dell'ospedale per l'infanzia Bambin Gesù di Roma. In un paio di occasioni Fernanda mi accompagna fingendo di essere una collega nel ruolo di osservatore silenzioso. Ci divertiamo a farla franca:
"Te l'avevo detto io che ero all'altezza," scherza lei. "E poi a che mi serve aver fatto il training in silenzio lacanianio a Parigi se non lo posso usare?"
1982
Rosati inizia a collaborare regolarmente con recensioni di libri a Spazio Tre di Rai-radio3 e ad altri programmi dove segnala pubblicazioni italiane e straniere relative allo psicodramma come ha visto fare a Carotenuto per affermare il pensiero di Jung in Italia accanto a quello di Freud.
Il quarto numero di Atti dello Psicodramma: Pirandello e lo psicodramma in Italia esce con una copertina tricolore. Contiene articoli di Cesare Musatti e Giovanni Macchia. E' un atto di autonomia rispetto alla SEPT di Parigi che non piace a tutti.
La Pivano partecipa con Rosati al primo Convegno su 'Il Gioco in Psicoterapia Infantile Junghiana', organizzato dall'Ospedale Bambin Gesù di Roma in collaborazione con Atti dello Psicodramma.
Incontra Dora Kalff che le piacerà molto e la intervista per Il Corriere della Sera (clicca qui) sulla sua tecnica analitica della Sand Box in cui il paziente entra in contatto con l'inconscio creando delle composizioni simboliche di oggetti in una cassetta piena di sabbia.
La Sand Box anni dopo ispirerà a Rosati l'invenzione de La Scacchiera, uno psicodramma da tavolo.
A marzo la rivista di Ubaldini organizza insieme a Renato Nicolini, al Museo del Folklore a Trastevere
una conferenza di Zerka Toeman Moreno.
Fernanda e Ottavio offrono in suo onore un ricevimento al quale partecipano più di trecento persone affollate in casa loro e nel giardino della Kasbah.
Pivano collabora alla rivista di Rosati che parla sempre meno di Lacan e sempre più dell'asse Moreno-Pirandello.
Rosati prende le distanze dallo psicodramma analitico di Gennie e Paul Lemoine e dei loro allievi che è incapace di integrare punti di vista clinici e culturali esterni alla scolastica lacaniana.
Pivano lo incoraggia a fare un suo personale percorso clinico e creativo: stai tranquillo, Ottavio, il nazionalismo dei francesi è solo provincialismo.
Ottavio entra in contatto con Romolo Valli, che interpreta all'Eliseo Enrico IV con la regia di Giorgio de Lullo
e lo presenta alla Pivano. I due si piacciono e si capiscono da prima donna a primo uomo. Scambiando spesso i ruoli.
Ottavio, inviato dal suo giornale a recensire tutta l'estate lirica in Italia, porta Fernanda all'Arena di Verona. Lei è contentissima e carica in auto tre valige di vestiti. Gli alberghi di Verona sono strapieni e trovano posto in un residence al lago di Garda.
Il pomeriggio della prima, danno un passaggio a una coppia di texani: lei in stivali di cuoio nero coi tacchi a spillo, lui col cappello da cow boy.
Fernanda con scarpine rosse di Ferragamo domanda che lavoro fanno e l'americana risponde:
'Chicken stranglers' (strangolatori di polli). Parlano di cavalli, caccia e pesca.
Quando Ottavio domanda Do you like Hemyngway? La texana risponde We prefer Mac Donald.
But we don't pluck chicken. We just strangle them!
Fernanda, traducendo il programma per la coppia, dice che nel '13 un salumaio vendette in una sera mille fiaschi di vino e 750 kili di prosciutto.
Ottavio bisbiglia a Fernanda:
Immagino una regia con questi due texani che entrano in scena sugli elefanti con 750 polli da spennare vivi...
Quella sera è la prima di Aida nella riproposta della mitica edizione del 1913 con cui si riaprì l'anfiteatro
per celebrare il Centenario della Nascita di Verdi, quando accorsero 200.000 spettatori in otto sere:
americani, argentini, inglesi, francesi, russi, tedeschi, spagnoli, olandesi
alla presenza di Boito, Mascagni, Puccini, Pizzetti, Zandonai, Illica, Montemezzi, Ricordi e Sonzogno.
Si respira un'aria euforica ed esaltante come se al centro dell'Arena volteggiasse Hermes-Mercurio tra scintille e clessidre che si ribaltano.
L'attesa dello spettacolo è già spettacolo. Il tempo è fuori del tempo: Fernanda ha trent'anni. Ottavio trentuno.
Hanno messo al mondo due bambini gemelli immaginari: Lucio e Lucia.
Quando l'ufficio stampa dell'Ente Lirico scopre che Rosati è venuto con la Pivano li manda in prima fila tra spettatori bellissimi, elegantissimi e altissimi. Pivano sospetta che in realtà sono modelli noleggiati da un'agenzia di moda di Milano per dare un tono di classe alla prima. E ha ragione.
L'Aida storica diretta da De Bosio è grandiosa ma la interrompono tre scariche di pioggia, uno sciopero selvaggio del coro e il forfait di Radames per stress alle corde vocali. Lo rimpiazzano con un altro tenore che arriva dopo un'ora perché sta dormendo coi tappi alle orecchie e non sente il telefono.
La recita, iniziata alle otto, finisce davanti a centinaia di ombrelli aperti alle due e mezza del mattino
mentre decine di pullman aspettano di riportare gli spettatori alle loro città.
I due texani sono entusiasti e chiedono se l'opera italiana è sempre così.
Mentre Fernanda si sfila le scarpette zuppe di pioggia, arriva il sovraintendente per farsi firmare dalla Pivano una copia di Spoon River.
Lei, riferendosi a Eugenio Montale, dice: Come si sarebbe divertito Eusebio stasera!
Ottavio conclude: Grazie. E' stato un viaggio nel tempo.
Pivano segue Ottavio anche a Pesaro per i cinque spettacoli in programma dal 26 agosto all'11 settembre
al 3° Rossini Opera Festival che festeggia l'edizione critica delle opere del maestro.
Così circonfusa di musica, Fernanda ringiovanisce e sembra in viaggio di nozze.
Il portiere di un albergo la chiama signora Rosati e lei non fa una piega.
Ottavio non se ne rende conto ma è inebriato su almeno tre dei sistemi sottocorticali descritti da Panksepp (sesso, gioia, ricerca)
e fantastica che lo spazio-tempo della lirica in Italia
sia un mondo a parte che galleggia sulla realtà e che condividerà con Fernanda per tutta la vita.
A Pesaro Rosati le racconta un sogno in technicolor in cui si spostano da Verona, a Spoleto, a Macerata,
a bordo di un teatrino di psicodramma attaccato a una mongolfiera/altoparlante.
Fernanda interpreta il sogno battendo le mani e citando Dante:
Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per incantamento e messi in un vasel...
Ottavio conclude: ...che sul mare andasse, col gioco vostro e mio! (clicca qui per il vero testo di Dante)
Comincia così a prendere forma il progetto di realizzare, insieme alle facoltà di Psicologia, Medicina e Architettura,
un Teatro Stabile di Psicodramma da mettere a disposizione di psichiatri e psicoterapeuti.
E di tutti quei medici che vogliono potenziare l'efficacia terapeutica di farmaci e parole grazie a un nuovo genere di psicoplay con una fortissima carica emotiva, realizzabile col ricorso a luci, immagini e musiche in grado di raggiungere e trasformare l'inconscio profondo dei pazienti.
Questo spazio di psicoterapia con una regia video e un palco centrale e trasformabile rientra nella ricerca clinico-scientifica sui sogni e sul rafforzamento del sistema immunitario alla base di ogni guarigione.
Il teatro di psicoplay andrebbe realizzato in uno spazio terapeutico nel giardino di un ospedale ma non al suo interno. Deve essere aperto sulla luce e sul verde. Questa condizione è molto importante.
Lo spazio del comune di Siena scelto nel 2000 per i seminari di IPOD - foto Andrea Bassega © PLAYS
Rosati annuncia sui giornali della AGL il libro Diario di una segreta simmetria che a settembre Aldo Carotenuto
pubblica con Ubaldini con immediata risonanza internazionale.
Il best seller si basa sulla scoperta del carteggio tra Freud, Jung e Sabine Spielrein che, agli albori della psicoanalisi,
portò alla scoperta del transfert.
Carotenuto chiede consiglio alla Pivano su come presentare il libro in America.
Nel 1991 Ottavio inventerà con Rai3 e il Teatro Stabile di Torino un nuovo genere di intervista scenica, detta librodramma,
in cui Carotenuto gioca a soggetto con un gruppo i tre personaggi di Freud, Jung e Spielrein.
Lo psicoplay (di cui uscirà in edizione integrale il DVD col libro Intervista multistrato ad Aldo Carotenuto)
fa parte del programma televisivo 'Da Storia Nasce Storia' di Rai3.
La Pivano sarà presente in studio a Torino ma Ottavio non inviterà anche lei a realizzare lo psicoplay di un libro a lei caro.
Questo sarà sempre un suo rimpianto e un suo interrogativo senza risposta. (Clicca qui per un estratto video)
(Clicca qui per il testo)
Dal best seller di Carotenuto, Rosati ricaverà con Tania Di Martino per Rai Cinema
la sceneggiatura di un film di Nelo Risi appoggiato dal presidente della Rai Liliana Cavani.
Purtroppo un cambio politico dei vertici della Rai fermerà la produzione.
La Pivano parlerà del libro di Carotenuto a Elda Ferri e Roberto Faenza che nel 2003 ne trarranno per Jean Vigo Italia
il film 'Prendimi l'Anima' molto più fedele alla verità storica di quello di Cronenberg del 2011.
Faenza invita Rosati a collaborare come consulente soprattutto sulle implicazioni ideologiche di Carl Jung.
1983
Primo cellulare in vendita in Italia.
Il protocollo TCP/IP diventa obbligatorio per tutti quelli che vogliono essere connessi alla Rete.
Su internet nascono i domini come li conosciamo oggi, seguiti da desinenze diverse in base al paese e a chi li utilizza.
Ci sono ancora pochi indirizzi, meno di mille, ma cresceranno presto.
Pivano e Rosati con Luigi Squarzina, direttore del Teatro di Roma, invitano Zerka Toeman Moreno a condurre al Flaiano
il primo psicodramma tenuto in un teatro italiano
a proposito di Questa sera si recita a soggetto di Pirandello, con la partecipazione di una dozzina di attori,
da allievi del Living Theatre fino a Elsa de Giorgi, diva degli Anni Quaranta.
Zerka anni prima ha subìto l'amputazione del braccio destro e Fernanda ha l'idea di circondarla di vecchie marionette disarticolate tratte dalla collezione di Maria Signorelli; la Moreno userà la foto come copertina della sua autobiografia.
L'evento al Flaiano riscuote un successo di critica e pubblico. Molte persone restano fuori del teatro esaurito.
Sono passati undici anni dall'intervista per ArcanA: F. ha 66 anni, O. 33
In occasione del convegno 'Esotismo e colori locali nelle opere di Puccini' alla stagione lirica estiva di Torre del Lago, Fernanda partecipa con Mosco Carner (biografo del maestro) al socioplay di Ottavio "Clinica Turandot".
L'improvvisazione coinvolge il gruppo di musicologi e critici grazie a una serie di blitz e giochi fuori programma e citazioni musicali realizzate al pianoforte dalla Pivano.
Non appena spunta fuori l'inconscio dei presenti Rosati li rassicura tornando a
psicanalizzare l'opera di Puccini attraverso il concetto junghiano di Anima
che Puccini articola tra la sanguinaria principessa e il rassicurante personaggio della povera Liù.
Il registro del Gioco si combina a quello dell'Arte. Il direttore artistico Sylvano Bussotti
difende il socioplay di Ottavio dall'attacco di un austero critico presente al convegno
e, scavalcando la giuria, assegna a Rosati (accusato di essere troppo giovane) un suo personale premio Puccini
dichiarando:
"Questa statuina di bronzo non ha scatola perché me le hanno rotte tutte."
O. e F. amano molto il Festival che mantiene il sapore di una festa musicale gestita con entusiasmo
da un villaggio di pescatori che hanno dato alle strade il nome delle opere di Puccini (via Gianni Schicchi, via Turandot, via Butterfly...).
La stagione di Torre del lago è breve ma ha un pubblico internazionale che a Fernanda piace molto.
Ottavio scrive nel suo diario:
Una sera di estate, a Torre del lago durante il Convegno sui libretti di Puccini
Fernanda a cena racconta di quando Alice Toklass a Parigi le regalò la collana di corallo che ora lei porta al collo e che era della sua compagna Gertrude Stein. Poi rivela che Sottsass non è il suo primo marito: lei aveva già sposato un milionario gay americano che lasciò la prima notte di nozze, scappando di casa in pigiama e pelliccia perché "Lui pretendeva di consumare il matrimonio e questo non era nei patti." Sono sbalordito e le faccio notare l'analogia col personaggio di Turandot che taglia le teste dei pretendenti. Senza contare il doppio legame del povero marito gay che scopre la sua eterosessualità proprio nel momento in cui sua moglie lo rifiuta. Concludo: “Insomma sei come la principessa che castra i suoi pretendenti”. "Questo non è vero," ribatte Fernanda, "Sottsass mi ha conquistata". “Come sarebbe a dire?” protesto da Edipino geloso, “Sei tu che hai conquistato Sottsass! L'unico che ti ha conquistato sono io!” Così scherzando, afferro il calice del vino, lo spezzo e mi taglio il dito. "Certamente, tesoro. Questo è fuori discussione,” ride Nanda. “Però adesso stai attento a non rovinarti la giacca che è l'unica buona che hai. Dammi la mano, fammi vedere dove ti sei tagliato. Santo Cielo... quanto sangue!"
Tornati a Roma, Rosati fa leggere alla Pivano i libri di Edmund Bergler, uno psicoanalista viennese autore di studi
sul masochismo, l'omosessualità e il blocco dello scrittore. Lei li trova difficili ma bellissimi.
A settembre O. accompagna F. al Festival dei Poeti di Villa Borghese
dove intervista il poeta californiano Michael McClure sulla sua poesia dei leoni basato sul Beast Language
con versi animali e ruggiti che il pubblico romano non apprezza molto.
Ottavio decide che vanno benissimo per uno psicodramma e infatti nei gruppi si rivelano perfetti per la fase del riscaldamento e non solo.
Un'altra Turandot apre la stagione lirica della Scala in un'edizione diretta da Maazel e Zeffirelli.
E' la prima occasione mondana in cui Fernanda e Ottavio compaiono insieme a Milano in un contesto pubblico.
Lui si è comprato il suo primo smoking a via Condotti pagandolo in due rate corrispondenti a due seminari di fine settimana.
Pivano esce di casa, elegantissima, dentro un visone color miele stretto e lungo fino ai piedi.
Ottavio è a bocca aperta sia perché lo trova splendido, sia perché è indignato:
E questa schifosa pelliccia che sarebbe? Un altro omaggio a Hemingway?
Non ricominciare, adesso. Non mi va di litigare
Sembri un totem di orso. Anzi l'erezione di un orso in letargo.
E come fa ad avere un'erezione se dorme?
Sogna di scopare con l'orsa maggiore. Comunque questa pelliccia è pericolosa. Vedrai che per strada ti gettano addosso la vernice...
Hai ragione, tesoro. Saranno duecento metri ma andiamoci in taxi.
Dentro e fuori la Scala, Pivano è accolta e fotografata come una stella e Ottavio è orgoglioso di lei e felice della sua gioia.
Alla cena stampa dopo lo spettacolo, quando Fiorella Minervino domanda a Fernanda "Chi è il tuo giovane accompagnatore?" la Pivano risponde:
Lui è il mio amico di Roma Ottavio Rosati, il critico che mi ha portato. Ora te lo presento ma stai attenta che è un Frugamenti.
A Milano Ottavio trascina una Fernanda al Teatro della Cannobiana dove Antonio Calenda presenta lo spettacolo 'Na sera e Maggio basato sul repertorio dell'avanspettacolo napoletano
di Pupella, Beniamino e Rosalia Maggio, sottogruppo di quindici fratelli di cui sei figli d'arte.
Dal basso: Pupella, Rosalia e Beniamino Maggio
'Na sera e Maggio commuove ed entusiasma il pubblico. Uscendo dal teatro,
Fernanda è commossa e dice (anzi 'canta-suona') a Ottavio una di quelle frasi che gli spezzano il cuore:
Sai, tesoro: i fratelli Maggio lo sanno che non lavoreranno insieme mai più!.
Rosati trova eccezionale la spontaneità di Rosalia (più solare di Pupella) e giura di lavorare con lei.
Ci riuscirà nel 1991 prima in teatro, poi in televisione.
Per Natale Fernanda (che per anni ha comprato a Sottsass le sue prime macchine fotografiche)
regala a Ottavio un nuovo modello di videocamera. Lui è entusiasta e decide di inaugurarla facendo delle interviste sulla storia della sua famiglia durante il pranzo di Natale a casa dei genitori dove andrà con la Pivano.
Però a tavola tutti ridacchaino in modo idiota, si tirano indietro e interrompono le riprese con un continuo via vai di piatti e bottiglie davanti all'obiettivo. Ottavio insiste, poi si irrita e alla fine esplode e urla di esasperazione.
Tornando a casa in auto, Fernanda gli dice:
Tesoro, ho avuto paura che ti venisse un infarto. Davvero! I tuoi si sono comportati in modo assurdo... più che una famiglia, sembrava la Cantatrice Calva di Ionesco. Basta. Devi rassegnarti una volta per tutte al fatto che loro non ti possono capire.
Se vuoi davvero fare il regista, lascia perdere le intervistine ai nonni e fai qualcosa di serio e professionale.
O. cerca di entrare al Centro Sperimentale di Cinematografia, anche come semplice uditore
ma non lo accettano per limiti di età. Anche se si offre di pagare una borsa di studio per uno studente. Il suo persecutore interno (la famiglia interiorizzata) gli impedisce di trovare altre strade.
Se gli dicessero che, otto anni dopo, Grazia Volpi lo chiamerà al CSC proprio per dirigere un film su Fernanda non ci crederebbe.
1984
Rosati accompagna Alessandro Fersen a New York per presentare il Mnemodramma 14 aprile al Roosvelt Hotel in occasione del
42° Congresso dell'American Association of Group Psychotherapy and Psychodrama.
Incontra Jonathan (il figlio di Moreno), Jonathan Fox e Gretel Leutz alla quale fa un'intervista sul suo rapporto con Moreno.
Poi passa una settimana di training -al Beacon Institute su invito di Zerka Moreno.
In estate Fernanda torna con Ottavio a Torre del Lago dove, al convegno 'I libretti di Puccini e la letteratura del suo tempo', presenta
Lo psicodramma perverso di Tosca
una conferenza in cui analizza un sistema triangolare di bugie e inganni che alla fine della storia si rivela catastrofico per tutti.
Sostiene che il doppio legame del personaggio di Tosca (e il suo fascino) sta nel fatto di essere una cantante
sia sul piano della realtà di ogni replica che su quello del libretto:
Ma stammi attento di non farti male! Con scenica scienza io saprei la movenza... E cadi bene!
Come la Tosca in teatro.
Inoltre il triangolo edipico tra Scarpia, Cavaradossi e Tosca è pervertito in quanto è il perfido barone (Papa-Padre-Re)
a voler sottrarre la donna a Mario (Figlio Ribelle) come in una famiglia psicotica.
Fernanda gli dice:
Quando fai questi tuoi balletti teorici sei proprio bravo. Si vede che Rodolfo Wilcock ti ha insegnato l'ironia. Però me lo rispieghi, tesoro, che non ho capito niente?
O. partecipa allo 'Psicodramma di Esculapio' organizzato da Gretel Leutz al Tempio di Pergamo ion Turchia
in quella che un tempo fu la Magna Grecia.
F. non se la sente di accompagnarlo ma gli affida un anellino indiano da offrire al Dio della Medicina
mettendolo tra le rovine del tempio dove i medici curavano i pazienti mettendo in scena dei sogni. (clicca qui).
Questo piccolo rito crea un problema perché una guardia, vedendo Ottavio chinato per terra con un gioiello in mano,
lo accusa di averlo tirato fuori dalle rovine e di volerlo trafugare.
Dopo un momento di angoscia aggravato dal fatto che nessuno dei turchi parla inglese tutto si risolve a gesti lasciando l'anello di Fernanda nelle mani della polizia invece che tra le pietre. "Non ti preoccupare," dirà Fernanda. "Per me è la stessa cosa. L'anello è arrivato in Magna Grecia."
A Pergamo l'incidente sfocia in uno psicodramma dove Rosati,
in preda a un attacco di asma allergica all'idea di finire nelle carceri turche, chiede aiuto agli antichi sacerdoti del Dio
che lo addormentano con un infuso di papaveri. Nel sogno gli appaiono nel sogno in Forma Divina.
Un'allieva di Gretel Leutz interpreta il ruolo della Pivano. Nel finale dello psicodramma
Ottavio presenta Fernanda ad Esculapio come una scrittrice che si avvelena col cioccolato. Il Dio la mette sulle sue ginocchia e la sculaccia fino a quando lei giura di smettere. L'attacco di asma è sparito.
Dopo il viaggio a Pergamo, Rosati si sente saturo di Opera e Festival musicali e decide di interrompere il ruolo di critico lirico.
Gli arrivano molti sogni su un teatro di psicodramma moderno.
Li racconta a Fernanda senza dirle che tra gli architetti del progetto compare suo marito Ettore Sottsass.
Parla di Tadao Ando e le mostra due capolavori: La Chiesa della luce e La Cappella sull'acqua.
Un altro mito di riferimento è lo scenografo Josef Svoboda il mago della luce, inventore della Laterna Magika di Praga.
Nessun altro saprebbe realizzare come lui un impianto di schermi e specchi funzionale all'evocazione psicodrammatica di ogni genere di storia, gioco e fantasia. Veloce come Hermes.
Svoboda è un genio teatrale assoluto. I suoi bozzetti e fotografie ispireranno il logo di PLAYS
e negli anni 2000 il diploma della Scuola di Formazione IPOD PLAYS dove non ci sarà nulla di burocratico
ma solo un'immagine fatta di luci, tratta da opere di Svoboda che trasmette lo spirito dello psicodramma oggi.
Fernanda regala a Ottavio dei libri sull'architettura dei teatri e una scatola di matite ad acquerello:
"Questo teatro di psicodramma comincia a disegnarlo tu," gli dice "Non aspettare che Tadao Ando scenda dalle stelle a via lungara."
Ma io non sono un architetto...
"Fellini disegna i suoi film e non è un architetto."
Nei miei sogni il teatro è sempre in mezzo a un giardino.
"Allora vai a disegnarlo, qui dietro, all'Orto Botanico. Abbracciati a un albero e fatti aiutare dalla tua Von Franz."
E tu come fai a sapere che ogni tanto io parlo via-albero con la Von Franz?
"Sarò anche scema ma non sono né cieca né sorda. Valla a trovare in Svizzera e parlale del progetto. Ti accompagno, se vuoi."
Meglio la comunicazione via-albero. Alla Von Franz i gruppi non piacciono.
"Come vuoi. Però tu fai i disegni. Altrimenti vieni su di malumore."
Va bene, andiamo in Svizzera. Ora la chiamo.
La Von Franz si ricorda della radio-intervista che Rosati le ha fatto a Roma nel 1977 e gli dà appuntamento tempo un mese.
In questo periodo Fernanda e Ottavio sono inseparabili e felici. Spesso lei lo guarda negli occhi con un misto di struggimento.
Sospira e sussurra: Peccato, Gianni-Gianni... Peccato... scuotendo la testa, triste per la loro differenza di età.
Anni dopo Ottavio sente che queste parole veicolano un sottotesto ipnotico.
Perché Fernanda ogni tanto lo chiama col suo vecchio nome anagrafico Gianni che contiene la parola anni nascosta anche nel cognome di sua madre (Giannitelli)?
In futuro Ottavio si accorgerà che, a volte, con chi ha meno anni di lui rischia di ricreare - a ruoli invertiti - lo stesso pathos erotico/melanconico da cui è stato inondato. Un warming up per il trauma del quarto decennio.
Non è una cosa salutare per nessuno e cercherà di evitarla.
Nel Natale del 2019 Rosati scriverà:
La Pivano n'est pas moi. Non voglio identificarmi in lei a spese di qualcuno.
Anzi farò agli altri quello che avrei voluto per me. Terrò in vita l'Animus di Fernanda ma riveduto e corretto.
Anche in segno di riconoscenza per la parte magnifica di lei. A questo serve il Teatro del Tempo.
Partono per la Svizzera il giorno del suo compleanno. All'aeroporto Fernanda vuole fargli una fotografia. L'unica che Ottavio abbia mai visto scattare dalla Pivano. Si sente compreso e appoggiato ed è più che felice.
Foto by Fernanda Pivano - © Plays
L'incontro con la Von Franz sul Teatro di Psicodramma è indimenticabile ma pure inquietante perché ha un sapore vagamente profetico.
La grande allieva di Jung sostiene che il nuovo teatro terapeutico è un un progetto tipico del Puer Aeternus. E che nell'inconscio di Ottavio copre un altro progetto creativo, meno ideale ma più concreto, legato al distacco dalla sua amica Fernanda.
"Nei sogni che abbiamo visto, il Suo inconscio dice che, come tutte le imprese eroiche, questo traguardo richiederà il superamento di una grande ferita, anni di lavoro e la collaborazione con molti alleati."
Rosati è turbato. Non dice tutto a Fernanda però trascrive a memoria la seduta e giura a se stesso che la renderà pubblica solo il giorno che il Teatro del Tempo sarà finalmente inaugurato.
1985
Nasce Francesco Marzano, l'allievo napoletano che, con Luciana Santioli, sarà uno dei migliori complici di Ottavio.
Nel 2010 il neo psicologo che fa il suo tirocinio a IPOD aiuterà Rosati a ricucire i frammenti di un suo trauma e a mettere in ordine l'archivio della scuola.
Dal 2014 gli darà un'assistenza multitasking nella realizzazione del progetto Capucci e del Teatro del Tempo.
Il meglio di Napoli: sempre meno testardo, sempre più bravo. Sempre di buon umore. Come era Ottavio a trent'anni.
Il 6 giugno 1985 Ottavio ha 35 anni. Fernanda 68. Francesco un giorno.
F. esce dal ruolo di microfonista sul set de "Le Code Le Ali" con Roberto Capucci - 2013 - ph Filippo Orrù - © PLAYS
Fernanda collabora ai documentari che Ottavio realizza per Rai radio3 per
Fatti, Documenti, Persone a cura di Alessandro Cecchi Paone:
La mia voce ti accompagnerà su Milton Erickson e la nuova ipnosi
e Il Piacere dell'Acting Out sulla nascita dello psicodramma, con Dario Fo nel ruolo di J. L. Moreno.
Entrambi sono oggi sul canale You Tube ipodplays.
Fernanda incontra a Milano Paul Watzlawich e Ottavio le dà una mano a intervistarlo
per Il Corriere della Sera sulle nuove frontiere della psicoterapia (clicca qui);
Rai Radio2 trasmette Zelda: una Generazione Perduta, uno sceneggiato radiofonico in dieci puntate
scritto da Pier Paola Bucchi, sulla moglie e il mondo di Francis Scott Fitzgerald, interpretato da Marina Malfatti.
Per ogni puntata Pivano scrive i commenti letterari e Rosati cura delle note psicoanalitiche
sul disturbo della personalità di Zelda e i contrasti della celebre coppia.
F. pubblica con Rusconi il libro Hemingway dedicandolo a A Gianni Ottavio Rosati.
Lui non gradisce molto perché non crede affatto che Hem amasse gli animali come Pivano sostiene nel libro:
Lo so che è un grandissimo scrittore ma questo non c'entra! Se davvero amava gli animali, avrebbe fatto come Gerard Durrell che li proteggeva e se li portava sulla spalla guardandoli negli occhi, anziché ammazzarli. Anche se si circondava di gatti a casa, come dici tu, lui uccideva meravigliosi animali a caccia e a pesca! Che schifo! Sai che direbbe Freud, Fernanda? il tuo Hem era un genio complessato: Pesce grosso-cazzo piccolo
Hemyngway con un grosso pesce ucciso guarda in camera - Gerald Durrell con scimmietta viva occhi negli occhi
Nel programma Terza Pagina di Rai radio-tre, al quale collabora con recensioni di libri e riviste di psicoanalisi,
Rosati dedica una puntata al libro della Pivano creando una specie di autodramma radiofonico in cui rifiuta ufficialmente la dedica del libro e parla della barriera tra il genio letterario di Hemingway e la depressione che lo portò a togliersi la vita come suo padre. In redazione sono un po' perplessi ma lo lasciano fare. Fernanda è furiosa ma Rusconi la rassicura che è tutta pubblicità.
Durante la grande nevicata del decennio, Rosati, con una funambolica manovra tra Roma-Ancona,
conquista il suo secondo contratto di affitto alla Kasbah per l'appartamento n.19 dove trasferisce tutte le sue cose.
Lo collega al n.20 aprendo un passaggio nel muretto tra le due terrazze. Poi crea un piccolo studio di psicodramma piazzando sulle pareti e sul soffitto faretti, schermi e altoparlanti.
Fernanda gli lascia a disposizione anche casa sua come guardaroba quando non è a Roma.
Ottavio torna da un viaggio teatrale a Vienna con una grande pelliccia di lupo avuta in dono da Leo. Quando incontra per strada Maria Signorelli, che arranca, infreddolita dalla neve, se la toglie e gliela regala di slancio.
Lei è felicissima e promette che ricambierà con una "marionetta-scultura" di Luigi Pirandello. La Signorelli sparisce dentro la pelliccia:
vista da lontano, senza gambe e mani e sembra un orso bruno che si aggira in città.
Il Pirandello, fatto di fil di ferro e lana, richiede nove mesi di gestazione. Nel 2010 Ottavio lo regalerà a sua volta a PierLuigi e Giovanna Pirandello.
Francesco Marzano e Melina Capobianco. Al centro l'opera di Maria Signorelli .
1986
John Lasseter presenta il primo cortometraggio di animazione: Luxo Junior.
Al Teatro Stabile di Torino diretto da Ugo Gregoretti, Rosati mette in scena in forma di socioplay una delle più complesse macchine drammaturgiche di Pirandello: "Ciascuno a suo modo" (1924) la meno rappresentata della trilogia del teatro nel teatro. L'opera è basata su una funambolica e vertiginosa didascalia meta-teatrale tramil personaggio della Moreno e il metapersonaggio della Morello che nel corso dell'evento al teatro Carignano, prende vita quasi da sola, al di là di ogni aspettativa.
Rosati dichiara che il nome Morello è una crasi tra Moreno e Pirandello a conferma che Luigi aveva visto a Vienna il Teatro della Spontaneità.
A SX una foto della prima messinscena allestita nel 1924 dalla Compagnia Niccodemi con Vera Vergani e Luigi Cimara (nei doppi ruoli di Moreno-Morello e di Nuti-Rocca) e Sergio Tofano.
Per mesi la complicità tra Rosati e Pivano funziona a meraviglia come in un matrimonio creativo e vincente,
soprattutto nei momenti più difficili della produzione quando c'è un nemico da cui difendersi.
Per salvare il sociodramma pirandelliano su 'Ciascuno a suo modo' da una psicologa torinese della buona società che, non potendo impossessarsene, lascia
il progetto senza teatro e senza budget,
O. e F. mandano insieme da Roma alla signora un telegramma che farà riaprire le porte del Carignano:
Ottavio salva la situazione chiamando da Milano Luigi Ciminaghi (il fotografo del Piccolo Teatro) e da Napoli la banda di un Pazzariello che,
in conformità al Living Newspaper di Moreno a Vienna,
mette sottosopra il centro di Torino raccontando per le strade a suon di tamburi una manipolazione del progetto e un ricatto sventati grazie alla forza della Spontaneità di cui parla Moreno.
I giornalisti unanimi prendono posizione a favore dell'evento.
Con la sua intervista a Zerka Moreno, tradotta in un articolo di giusta eleganza, Osvaldo Guerrieri esce dal ruolo di critico teatrale de ''La Stampa:
muove lo scacco della Regina nel gioco previsto da Pirandello per la sua commedia più diabolica.
Fernanda partecipa all'evento con Zerka Moreno e al convegno del Centro Studi del Teatro Stabile di Torino su Pirandello e Moreno.
A Torino e a Roma Ottavio e Fernanda festeggeranno il grosso successo di pubblico e di stampa
col quale hanno rivelato l'asse Moreno/Pirandello. Per anni lo chiameranno 'il nostro colpo grosso'.
Qualche settimana dopo, un articolo di Luciana Sica su 'Paese Sera' annuncia che Fernanda Pivano al Piccolo Teatro di Milano
con Cesare Musatti, Luigi Zoja, Roberto de Monticelli, Giovanni Boria, Donata Miglietta e altri,
presenta l'edizione italiana di Psychodrama di J. L. Moreno, che Rosati ha curato per Ubaldini.
Giorgio Strehler dice alla Pivano che forse parteciperà all'incontro ma poi non arriva.
Ottavio, che lo ammira molto, capisce che per alcuni versi lo psicodramma è l'essenza stessa del teatro
ma che, dal punto di vista dello spettacolo, è la sua Ombra, il suo ribaltamento a favore del pubblico.
Del resto, al Piccolo Teatro, Strehler è ciò che Esculapio è a Pergamo: un Dio. Ma un Dio diverso.
A conclusione dell'evento milanese Giovanni Boria condurrà uno psicoplay di Alessandro Cecchi Paone.
Altre presentazioni del libro avvengono alle Università di Roma, Palermo, Padova.
Ph Turi Rapisarda - © PLAYS
A Roma, il 27 febbraio, dopo un incontro organizzato da Ubaldini e dal Teatro di Roma al Flaiano,
Fernanda alla Kasbah ha l'idea di festeggiare il libro di Moreno invitando gli amici dello psicodramma intorno a:
una Torta Morena con creme ispirate al pensiero di Freud, Jung, Klein, Lacan e Winnicott.
"Abbiamo rivalutato il genio di Moreno", dice lei. "Gli altri sono solo il contorno. La vuoi una fetta di torta, tesoro?"
Osservando la Torta Morena Ottavio ha l'intuizione di una nuova tecnica psicodrammatica
senza gruppo, con cui potrà gestire i momenti di crisi della Nanda
e che avrà un riscontro clinico tra i suoi primi allievi: Renata Biserni, Enrico Santori, Lorella Versari, Luciana Santioli:
La Scacchiera.
Si tratta di uno 'psicodramma da tavolo, a due' (eventualmente integrabile anche nei gruppi)
dove il paziente-protagonista può rappresentare i suoi giochi di ruolo tra conscio e inconscio
muovendo sulla scacchiera decine di personaggi in cerca d'autore.
Le miniature (che all'inizio erano solo di animali) funzionano come scacchi
da spostare su una base rigida e numerata anziché morbida e informe come quella della Sand Box di Dora Kalff.
Inizialmente il repertorio delle ation figure è fatto solo di animali tratti dall'universo della Disney.
Ottavio spiega a Fernanda che gli animali da sempre aiutano gli uomini a gestire le loro ansie, in particolare l'angoscia di separazione del bambino dalla madre.
Lo sfruttamento indiscriminato del mondo animale autorizzato dall'Antico Testamento (oggi messo in discussione)
si estende alle loro funzioni psicoterapeutiche di cui uomo e animale sono entrambi inconsapevoli.
Questo discorso polemizza con la convinzione della Pivano che Hemingway
fosse un amante degli animali perché andava a caccia. Forse il tragico finale della sua vita sarebbe stato evitato se il grande scrittore
avesse giocato con gli animali e i loro simboli anziché distruggerli per il puro piacare machista di farlo con i suoi fuciili e le sue canne da pesca, enza nessuna necessità alimentari.
Fernanda contribuisce alla nascita della Scacchiera portando a Roma decine di statuine
trovate durante i suoi viaggi con Sottsass. La prima di tutta è quella di un fantasma.
Per questo, nel 2001, quando Rosati realizzerà con Cinecittà Holding il DVD 'Fantasmi'
su Moreno e Pirandello con Leo Gullotta, lo aprirà con la dedica:
A Fernanda per i fantasmi che abbiamo visto insieme.
Pivano pubblica con Rusconi il suo primo romanzo Cos'è più la virtù (romanzo quasi d'amore)
(clicca qui per l'intervista su 'Tutto Libri')
O. protesta perché Fernanda ha eliminato dal libro la loro storia affettiva ed erotica trasformando Ottavio in un altro personaggio melenso e privo di tensioni:
Che fine fanno la controcultura e la liberazione sessuale? Hai fatto La Traviata senza violini.
Calmati, tesoro. Perché urli?
Perché urlo? Prima fai la beat con l’urlo di Ginsberg e poi fai la virtuosa nascondendo la nostra storia.
Ma il muro della vita privata è invalicabile. La nostra storia non c'entra. Questo è un libro di fiction. Io sono una scrittrice.
Anche io sono uno scrittore. E scriverò la verità.
Non saresti un gentiluomo. Devi rispettare il mio punto di vista, se vuoi essere corretto.
Ma questi sono punti di vita, non di vista. Che vuol dire corretto?
Tu scrivi quello che vuoi di te ma senza coinvolgermi.
Ma per scrivere di me devo per forza raccontare chi fa parte del mio mondo. Altrimenti come faccio?
Le discussioni su questo conflitto tra Vero Sé- Falso Sé durano ore con grandi citazioni di Pirandello e Winnicott e autori di romanzi autobiografici, da Primo Levi a John Fante, da Herman Hesse a Karen Blixen...
Una volta che tornano a Roma in auto da Firenze, Ottavio si accorge che la prossima uscita dell'autostrada
è quella di Bologna. Mentre litigavano stavano andando nella direzione opposta e nessuno dei due se ne era accorto.
L'analista gli dà un'interpretazione del suo turbamento:
da bambino Ottavio sognava l'arrivo di un nuovo bambino/a in casa sua e ha vissuto un trauma per un aborto che mise a rischio la vita di sua madre.
Il romanzo-bambino che Ottavio vuole salvare, a ben vedere, è un libro suo, il libro che deve scrivere lui, non quello che ha scritto Fernanda con tutte le sue auto-censure. Se Rosati non lo scrive e non lo pubblica, sarà lui a fare un aborto, non lei.
Ottavio si tranquillizza. Regala a Fernanda 'Chat steté', uno dei disegni più divertenti di Sinè (montato in una cornice Deco)
e glielo appende in camera da letto sopra i cuscini, tra ceste e valigie piene di vestiti, alcune residenti, altre che fanno su e giù tra Roma e Milano.
Tutti i vestiti che Fernanda porta alla kasbah sono in buste di cellofan con un biglietto e un sacchetto di lavanda:
Nanda, questa tua stanza sembra il magazzino dei Costumi Tirelli!
Tu non sai cosa sembra la tua, Trombolino.
Vuoi dire un casino? E allora dillo, anzi scrivilo. A Roma sei in un casino... gioioso che ti ha salvato dal club del Nembutal!
1987
Aldo Carotenuto invita Ottavio a collaborarea un ciclo di seminari su Marie Louise von Franz di cui Boringhieri ha pubblicatoa la traduzioe dell'Asino d'oro e gli spiega:
Lei non è solo una grande autrice. La von Frarz è un miracolo nel miracolo: il suo contrubuto alla fortuna di Jung nel mondo è inestimabile senza contare chè è l'unica analsta gay che ha avuto i coraggio e l'onestà di vivere con la sua compagna, Barbara Hannah, che oltretutto è più adulta di lei. Lei è in cima a una spirale.
Ottavio traduce il libro di Lewis Yablonsky, uno dei primi allievi americani di Moreno,
e lo intervista per ADP sui rapporti tra psicodramma e televisione.
Yablonsky e la Pivano incoraggiano Rosati a realizzare in Italia la profezia dello psicocinema di Moreno.
Lui si schernisce ma Fernanda lo incoraggia e insiste perché Ottavio ci pensi seriamente.
Dopo una serie di psicoplay a Palma de Majorca e Madrid per il CeIS, O. rallenta il lavoro
alla scuola di formazione di Castel Gandolfo, iniziato nove anni prima,
per realizzare col montaggio di Alfredo Muschietti il suo primo documentario, Il gioco dell'orologio,
basato su casi clinici della scuola di formazione del CeIS e 'I sei personaggi' di Pirandello.
Dopo tre mesi Juan Corelli (il vice di Picchi) che gli ha commissionato il video
per ragioni incomprensibili cambia idea:
gli dice che sarebbe meglio fermarsi ma che il lavoro gli sarà pagato come se l'avesse concluso.
Realizzare questo "film" sullo psicodramma, girato in VHS a costo zero, con un operatore simpatico ma dilettante,
per O. diventa una questione di vita o di morte. La Pivano lo appoggia in pieno: "Hai ragione, tesoro. Anche se mi sembra tutto un po' scassato, comportati come se fossi a Cinecittà e vai avanti!"
Ne deriva un braccio di ferro (vagamente andreottiano) con Juan Corelli mentre Don Mario Picchi difende la conclusione del lavoro.
Il parere dell'analista didatta di Rosati (futuro protagonista de "I Cani dell'Acqua Marcia"),
è che la tenacia di Ottavio, disposto a perdere il lavoro al CeIS pur di realizzare il suo primo video,
deriva da un 'complesso Zeffirelli' che lo spinge a fare il regista anziché lo psicoanalista.
Rosati invece ama entrambi i ruoli e chiede una consulenza urgente a Marie-Louise Von Franz inviandole per lettera una serie di sogni.
Stavolta la Von Franz non incontra Ottavio nella sua torre di Bollingen ma nella hall di un albergo di Zurigo dove gli dedica un paio di ore, una la mattina e una il pomeriggio.
Non vuole accettare un onorario. Per fortuna Ottavio le ha portato da Roma tutti i VHS di film di De Sica e Rossellini, un bottiglione di olio toscano e una riproduzione della Bocca della Verità.
Von Franz non vuole polemizzare con Trevi (anche perché lei non sa chi sia Zeffirelli)
però dice che, a suo parere, alla base del problema non c'è nessun complesso ma un'evoluzione della tipologia di Ottavio.
La sua lettura dei sogni arrivati da Roma per lettera è che il bisogno di Ottavio di lavorare come regista
parte dall'inconscio ed è irrinunciabile, quasi numinosa perché
lo costringe a integrare la sua funzione attualmente in ombra (la Sensazione Estroversa)
schiacciata e distorta da quella dominante (il Pensiero Introverso) dove Ottavio si è dovuto rifugiare sin da bambino
per sopravvivere ai conflitti della sua famiglia. Sarebbe un errore non integrare questo bisogno di crescita e trasformazione.
"I suoi sogni dicono che se rinunciasse a farlo tornerebbe in Comunità Terapeutica non come psicologo ma come paziente".
Un disegno a pennarello del Maestro, smantellato nel video-bricconaggio "I cani dell'Acqua Marcia"- © PLAYS
Von Franz domanda a O. se per caso il Pensiero Introverso è la funzione dominante anche del suo analista didatta.
In tal caso, almeno su questo problema, il Maestro potrebbe stentare ad aiutare il suo allievo.
"Il guaio è," risponde Ottavio, "che questo è il problema centrale. Io non mi sento un filosofo."
A sua volta Trevi, da studioso rigorosissimo, in un suo articolo chiamerà ironicamente la Von Franz "l'Asina d'Oro"
per un paio di errori storici trovati nel libro che lei ha scritto su 'L'Asino d'oro' di Apuleio.
La grande allieva di Jung parla a Ottavio
di alcuni mitologemi che al momento lo emozionano profondamente e che capirà solo quando
le potrà leggere e studiare a fondo grazie a un libro del 1997: Archetypal Patterns in Fairy Tales.
Dopo un viaggio in Egitto col marito, F. racconta a Ottavio di essere rimasta con Sottsass di notte in una piramide
dove ha bruciato un braccialetto di stoffa davanti a una Sfinge. Quando porta il sogno in analisi a Carotenuto lui commenta:
"Hai sacrificato la tua identità a una divinità sconosciuta".
Pivano ha una reazione emotiva così forte che sta per svenire.
Per fare uno psicoplay in cui Fernanda possa interagire con una Sfinge, Ottavio la porta ad Anacapri, alla villa di Axel Munthe
il medico svedese autore del romanzo autobiografico: La Storia di San Michele (1932)
e invita Fernanda ad accarezzare la grande statua di marmo che si affaccia sul mare.
Nel momento stesso in cui la Pivano sfiora la sfinge, degli ammiratori della Pivano si avvicinano con cordialità napoletana
e la invitano a presentare il suo romanzo alla piazzetta di Capri.
Fernanda si dimentica dello psicoplay della sfinge ma resta incantata dalle feste, dalla luce, dal volo degli uccelli migratori e dal panorama.
Come se la guardiana di San Michele l'avesse accolta con un abbraccio.
Ottavio tocca il cielo con un dito perché vede Fernanda di nuovo felice.
Passano la notte all'Hotel Gatto Bianco. O. fa un sogno in cui lui e Nanda sorvolano il mare, a cavallo della sfinge
finché vedono che sull'isola coppie di giovani si baciano sotto stormi di rigogoli gialli e verdi
mentre divampano le fiamme di un incendio.
Fernanda nel sogno ha paura e dice una frase incomprensibile tra futuro e passato remoto:
Mi piaceva il fuoco, tesoro. Ma non lo saprò.
Lui si sveglia gridando ai ragazzi di salvarsi. Lei lo calma.
Queste strane parole gli resteranno in mente per anni fino al 2001
quando (dopo l'incendio al Festival di Torino) Rosati leggerà un'intervista dove Fernanda racconta
un rimprovero che suo padre le fece ai tempi della guerra. Qui emergerà una chiave per capire il sogno di Anacapri del 1987.
Esce il settimo numero di 'Atti dello psicodramma' con un articolo della Pivano.
Il Teatro Stabile di Trieste invita Rosati a collaborare al programma dell'edizione di Ciascuno a suo modo
di Pirandello diretta da Giuseppe Patroni Griffi
(la quarta dopo la prima del 1924, quella di Luigi Squarzina del 1961 e quella in chiave di sociodramma del 1986)
Al Politeama di Trieste Fernanda abbraccia la sua amica Caterina Boratto
l'attrice che interpreta il ruolo di Madama Pace, un grande personaggio che dice pochissime parole.
1988
La Pivano pubblica per Rusconi il suo secondo romanzo, 'La mia Kasbah' dove riporta
nello stile minimalista di Dorothy Parker vicende e psicodrammi avvenuti nel palazzo di Trastevere,
però utilizzando camuffamenti e alterazioni come si fa per narrare un caso clinico.
Nel libro F. scinde il personaggio di Ottavio in due parti: Gigi (l'amante lontano) e Nico (l'amico premuroso).
I capitoli "Lo psicodramma di Nico" e "L'alluvione" si ispirano a episodi del '78 che,
Ottavio descrive senza alterazioni
nel racconto "Psicoplay di topi a Ponte Milvio e di gatti a Saint Tropez".
Sulla prima copia del romanzo donata a O. Fernanda scrive:
"A Gianni Ottavio Nico protagonista assoluto di questa storia senza malizia".
La copertina scelta da Rusconi però è maliziosa e il quadrifoglio sotto la dedica sembra sbilenco.
Non è più un mandala.
I petali ricordano la testa e il seno della donna nel quadro di Schiele tra il nome e il titolo del libro.
La Pivano taglia la torta-libro fatta da Adriana - foto di Marcello Ballicu - © PLAYS
A luglio F. fa regala a Ottavio l'autografo di un sogno dove compare un Pinocchio di legno come quello che le ha donato Ottavio a Natale.
Mia madre vuole all’Usis a prendere un libro. Le dico che vado io per lei ma non vuole. Finisce che l’accompagno ma in realtà non so la strada ed entro in uffici sbagliati. Un impiegato le chiede dove va con insolenza, lei dice che è con me, io lo confermo. Giro per i corridoi che sono come quelli del Liceo D’Azeglio, con le scritte in alto come negli aeroporti, poi uno lungo lungo come nello Yellow Submarine (il film dei Beatles) che ho visto ieri sera. Finalmente vedo la scritta “Biblioteca” e compare Gisa Lipowic (la direttrice); dalla biblioteca escono esperti d’opera, e mia madre è contenta, dice “come si vede che questi sono italiani!”. Gisa ci fa sedere a vedere un film che non avevo ancora visto. Nell’intervallo mio fratello (giovane) prende in mano un barboncino bianc(Resto diurno: il mio brano di Max Ernst e i suoi pechinesi che ho riletto nel pomeriggio.) Lo vezzeggia; gli dico: “È di Gisa, ne ha tanti”. Chiedo a Gisa chi sono gli altri che sono lì con noi: “Questo è un tuo ammiratore”, dice, e indica uno con una gran barba bianca e capelli lunghi bianchi coperti da un berretto (come in un personaggio di Yellow Submarine). Gli dico “peccato nasconderli, sono così belli”, e lui si leva il cappello e si scompiglia i capelli per farmeli vedere, ma si rimette subito il berretto. Lì vicino c’è un Pinocchio di legno snodato, alto un palmo, più grande di quello che un Natale mi ha regalato Gianni [Ottavio] ma è vivo, si sporge da un tavolo e mi si arrampica sulla spalla guardandomi innamorato con una pena infinita di irraggiungibilità. Lo aiuto, lo accarezzo, lo vezzeggio e comincio a scrivere mentalmente per lui una poesia che lo descrive. (Però non gliela dice N.d.r.) Lui si accascia, si piega su se stesso e abbandona sui piedi la testa, con il naso e il cappello, con tanto dolore che mi metto a piangere. Ma qualcuno dice: “Non è vero”. Infatti il pinocchietto si rivela un saltimbanco che fa una serie di trucchi e di giochi con altri pezzi di legno scavalcandoli e dividendoli (di nuovo come le immagini surrealiste-psichedeliche di Yellow Submarine) finché si inchina per ricevere gli applausi e i soldi. Mi sveglio angosciata dall’inganno.
O. fa notare alla Pivano in tono polemico che per la seconda volta il loro Vero Sé libidico è nascosto da un Falso Sé vittoriano,
bugiardo come un Pinocchio, che perseguita tutti: Sottsass, Ottavio e Fernanda stessa.
Rosati decide di trasformare la suarabbia in un'azione giocosa ispirata al sogno
e il 30 novembre, per la presentazione romana del libro, organizza un socioplay a sorpresa ispirato al Totò de L'Oro di Napoli e al blitz del Living Newspaper di Torino.
Quando Fernanda esce dalla kasbah sottobraccio a Water Pedullà per andare al Teatro in Trastevere, Fernanda scopre sugli spalti di Porta Settimiama la banda del Pazzariello di Enzo Scutellaro che Rosati ha chiamato al Teatro Carignano due anni prima per il socioplay su Pirandello e Moreno.
Scutellaro richiama l'attenzione dei passanti al suono di piatti, trombette e pitipù. Al suo fianco Ottavio, vestito da marinaio, batte il tamburo e annuncia il libro in chiave napoletan-popolare:
Attenzione! Battaglione!
Ora passa la Pivano
col romanzo svergognato
che ci lascia senza fiato...
La Kasbah è sottosopra. Si ferma il traffico via lungara. Arrivano fotografi e turisti richiamati dai tamburi.
I clacsoni allarmano i carabinieri della caserma di via Corsini che stanno per fermare tutto ma poi riconoscono che la terrazza di Porta Settimiana fa parte di un appartamento della Kasbah e l'evento non richiede il permesso del comune.
Fernanda si diverte e ride come una bambina.
Al teatro la Pivano firma più di duecento copie del romanzo dove Ottavio figura come l'amico Nico, poi invita a cena tutta la banda e si offre invano di pagare l'onorario del Pazzariello Scutellaro.
Carotenuto si complimenta per l'idea. Tito Schipa lo definisce un evento radical chock.
Qualche giorno dopo Ottavio accompagna Fernanda a Napoli dall'editore Tullio Pironti e la porta a San Gregorio Armeno, la strada delle statuine del presepe, per mostrale la cappella del principe San Severo di Sangro con le sue meraviglie e i suoi segreti.
All'uscita vedono nella vetrina di un ceramista un magnifico Pazzariello di terracotta; Fernanda entra e lo compra senza nemmeno chiedere il prezzo:
Tienilo tesoro, per tutta la vita...
Grazie, Nanda ma è troppo caro. Ci vuole almeno uno sconto...
Lascia stare, Non importa. Piuttosto non fartelo portare via come al solito.
Ma ti pare? Io non mi faccio mai portare via niente!
Tu? Figurati! Ti conosco... adesso mi prometti che quando siamo a Roma gli attacchi una targa con la data:
PREMIO PIVANO 1988 IN ONORE DEI PAZZARIELLI DI OTTAVIO
Rosati riesce a non piangere di commozione. Il negoziante esterrefatto dice:
Signo' pozz' dicere 'na cosa? N'aggie viste de mamme buone n'copp' a 'sto negozio ma bella come vuje nisciuna!
La Pivano, firmando l'assegno, alza gli occhi attraverso gli occhialie e conclude:
Grazie del complimento ma questo signore non è mio figlio. Non lo vede che è un grandissimo figlio di puttana?
Eh no, signo', questo ragazzo si sente che vi adora! Comnunque scusate 'a gaffa... v'aggia a regala' nu cuorn'... sceglietelo vuie. Prego...
La ringrazio ma per queste cose l'esperto è lui. Ottavio, scegli tu il cornetto in omaggio...
Nonostante il PREMIO PIVANO 88, il problema del Falso Sè di Fernanda resta irrisolto e le sue ricadute emotive
alloggeranno per anni nell'amigdala di Ottavio.
Nel 2018 Ottavio farà un sogno in cui lui e Fernanda non riescono a tenere due cani al guinzaglio e lui le dice:
Hai scritto un libro falso mentre potevi scrivere il tuo libro più bello: un romanzo d'amore che sarebbe passato alla storia.
Rosati pubblica sul n.38 della Rivista di Psicologia Analitica (Discorso sull'Inconscio, a cura di A. Carotenuto)
l'articolo "Interpretazione del gioco e interpretazione nel gioco in psicodramma".
Fernanda Pivano nel 1937 al ballo delle debuttanti col Principe di Piemonte - © PLAYS
Fernanda sostituisce il suo classico Mantra-Nanda (Giuro che, se rinasco, rinasco puttana)
con uno più breve e cinguettato: Nobody loves me. Poverina... che ripete sempre più spesso.
Finalmente Ottavio esplode e protesta che, a lungo andare, questo lamento lo lascia annichilito.
Spiega che negare l'amore che gli altri hano per noi è un delitto psichico
perché costringe l'altro ad aumentare i suoi sforzi e lo svuota di se stesso attraverso un rispecchiamento negativo.
E' come uccidere il meglio dell'altro.
Poi le regala un ciondolo in oro preso in Abruzzo, con un biglietto:
Un altro giro di valzer. Nobody loves me:
Nessuno mi ascolta, mi porta al cinema e a teatro, mi copre di baci,
mi sogna, mi telefona, mi pensa, mi odia, mi legge, mi fa gli psicoplay, mi riempie di gatti, mi scrive, mi sgrida,
mi nutre, mi sfancula, mi ingioiella, mi sniffa, mi bacia, mi prende all'aeroporto, mi accarezza, mi insidia nella virtù...
Nobody loves me: Nessuno fa per me tutto quello che in realtà tu fai.
Quindi tu sei Nessuno. Nihil. Ti ho annichilito! Ho vinto.
Fernanda scoppia a ridere, gli chiede scusa e lo abbraccia. Gli dà il suo nuovo libro e una foto del '37, bellissima.
Ottavio parla del mantra Nobody loves me con Carotenuto che gli dice:
"Non è solo vittimismo femminile. Potrebbe essere una cosa più grave. Ma anche tu, regalandole quel ciondolo... che hai fatto?
Visto che tua madre portava il costume delle donne di Scanno... il dono del ciondolo mi sembra un passaggio all'atto!"
1989
(Cade il muro di Berlino. Avvento del Word Wide Web)
Il pittore Lorenzo Tornabuoni, per ringraziare Rosati di uno psicodramma sui suoi quadri,
gli regala due ritratti: uno fotografico di O. e uno ad olio di F. con la mano a tapparle la bocca.
Lorenzo dice a Ottavio di mettere il ritratto della Pivano a destra della foto e di inondarlo di musica.
F. dichiara sempre più spesso in pubblico che lei è sempre stata fedele al marito traditore
e comincia a vestirsi di nero come una vedova a vita (o una scannese).
Un po' alla volta affiora un complesso autonomo che il talento narrativo e attoriale di F.
impone sul piano dei mass media lasciando quasi tutti convinti e persino commossi.
Un giorno che gli parla dei falsi pudori di Fernanda, Carotenuto gli dice che, come pudori, non sono falsi ma veri
e gli fa notare che dalla parola Hermes derivano due aggettivi: ermetico cioè chiuso ed essoterico cioè esplicito.
Poi tira fuori dalla sua immensa libreria un libro di impostazione archetipica su Hermes-Mercurio
appena pubblicato in Venezuela da Rafael López-Pedraza e che in Italia sarà tradotto solo nel 2003.
Questo gioco di ruolo di F. (pubblico e privato) resiste a ogni forma di interpretazione, umorismo e psicoplay di Ottavio.
Fernanda si rappresenta nel ruolo di vedova/vittima fedele di un marito traditore
che in realtà è vivo, premuroso e presente nella vita di lei come del resto lo è Ottavio.
Nel rapporto tra F. e O. subentrano le sublimazioni della Venere Celeste
che mettono da parte le gioie della Venere Terrestre.
Per scelta della Pivano, l'erotismo esce di scena, sostituito dall'attaccamento affettivo di una coppia
che si nutre di abbracci, fiducia e protezione.
O. si fidanza ufficialmente con La Rondine una ragazza bella, intelligente e introversa che frequenta da anni.
Fernanda, che la conosce e la apprezza come studiosa e biblista, non manifesterà mai nessuna gelosia.
Dice a Ottavio che, se un giorno sposerà la Rondine, lo accompagnerà all'altare.
Una ventata di normalizzazione soffia anche sul lavoro a causa della legge Ossicini che inizia a
regolarizzare la professione di psicologo secondo criteri sempre più formalizzati.
Rosati entra nell'Albo degli Psicologi e nell'Albo degli Psicoterapeuti "per chiara fama" cioè senza dover sostenere l'esame di stato. Può anche continuare la formazione di allievi con il loro riconoscimento legale
ma capisce che la fase pionieristica dello psicodramma in Italia sta per concludersi.
Presto la scuola IPOD dovrà chiedere al MiUR il suo riconoscimento tenendo conto di criteri legati più al potere dell'Università che alla forza della Spontaneità, dell'Arte e della Cultura.
Plays sembra la parola più giusta per procedere su sentieri bicamerali perché si riferisce sia al gioco che al teatro.
Daldiario di Ottavio:
Oggi Nanda mi ha regalato un suo piccolo ritratto che Roland Topor ha fatto al volo durante una cena. Si intitola Fernanda Furiosa e la riprende dalla nuca mntre legge il giornale.
Un dettaglio prezioso è la copia del Corriere della sera piegata che sporge dalla tasca facendo vedere la parola ella.
L'ultima seduta dell'anno, che è anche l'ultima del decennio, Ottavio parla col suo analista didatta
Mario Trevi che si liscia i baffi come fa nei momenti in cui si esprime con socratica ironia:
Sa a cosa pensavo ieri sera, professore? Ci sono ruoli e situazioni reali per cui il nostro vocabolario non ha ancora le parole.
Saranno tre o quattro. Mi sono accorto che due di queste parole mancanti riguardano me e Fernanda.
Sarebbe a dire, Ottavio?
Per esempio non esiste una parola per definire una donna senza figli, cioè che non ha figli o che li ha persi.
Vero, l'ho pensato anche io: si può dire 'orfano' ma non il contrario.
Forse perché per la mentalità giudaico-cristiana è una situazione inconcepibile.
Appunto. Le parole rendono reali i fatti e le esperienze. Una donna così si potrebbe chiamare 'pivana'.
Donna che non ha figli: pivana!
Perché non scrive all'Accademia della Crusca, Ottavio? Dico sul serio...
con la considerazione di cui gode Fernanda... potrebbero anche pensarci seriamente.
E nemmeno esiste una parola per definire il ruolo di un ragazzo o un uomo giovane
che sente un profondo legame di protezione, amore e cura per una donna più grande
che ha l'età di sua madre...
Ma non è sua madre...
Anzi è il contrario di sua madre. Appunto.
Questa parola di cui Lei ha bisogno, Ottavio, non esiste perché sarebbe destabilizzante per i miti della famiglia tradizionale.
La società difende i suoi stereotipi di ruolo e scoraggia le novità suggerite dall'anima. Lo fa finché può.
Di un giovane si può dire al massimo che è un protetto o un mantenuto. Ma per il collettivo il protettore o tutore è sempre chi è più adulto.
Ma non è vero, professore! Non è sempre così.
Ha ragione, Ottavio. Ma per l'uomo massa questa situazione è destabilizzante quindi inconcepibile.
Ho conosciuto una giovane donna che proteggeva un artista assai più avanti negli anni di lei e senza più un soldo.
I figli biologici, che si erano presi tutto e non aiutavano il padre, dicevano che quella ragazza era un'avventuriera o...
Una puttana?
Sì. In mancanza della parola giusta usavano questa.
Quindi Fernanda e Ottavio sono inconcepibili.
Voi due siete concepibili e reali, almeno per chi vi conosce. Ma facilmente definibili, sul piano del collettivo, no.
Non lo siete. A meno che, anche qui, non si inventi una nuova parola.
Che so:
'Ottavio': dicesi di uomo giovane che ama e protegge, come un tutore, un'amabile signora più grande di lui...
Quindi... Rosati sarebbe un 'ottavio'?
E Fernanda una 'pivana'. Sì... Se scrive all'Accademia me lo faccia sapere.
E con questo per oggi abbiamo finito.
Pivano ha 72 anni, Rosati 39. Sono passati 17 anni dal loro incontro.
Trevi ha 65 anni.
Francesco è piccolo e gioca con le automobiline a Napoli.
Non sa che da grande parteciperà a psicodrammi e para-psicodrammi derivati da questa storia.
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